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“Macbeth”, la volontà di potenza congiura contro il futuro

“Macbeth” di Giuseppe Verdi. Direttore: James Conlon. Regia: Graham Vick. [Matteo Brighenti]

“Macbeth”, la volontà di potenza congiura contro il futuro
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21 Giugno 2013 - 10.01


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di Matteo Brighenti

I sogni intossicati dal potere hanno mani che grondano sangue. Sono macchie cieche all’oblio, non si dimenticano e non si cancellano, quando l’acqua con cui si vorrebbe redimerle viene dalla stessa fonte che le ha corrotte: l’assassinio di innocenti.

L’avidità nel “Macbeth” di Verdi firmato da Graham Vick e diretto da James Conlon è una dittatura che dissangua chi la impugna. Ispirato all’omonima vicenda narrata da Shakespeare e tradotta da Schiller (entrambe fonti care al compositore), il “Macbeth” è l’unico titolo verdiano andato in scena in prima assoluta a Firenze, al Teatro della Pergola, nel 1847 e da allora mai più ripreso nelle stagioni e nei teatri fiorentini (viene perfezionato da Verdi nel 1865 e questa è la versione nota al grande pubblico).

166 anni dopo, nell’anno del bicentenario del compositore, il Festival del Maggio Musicale Fiorentino lo ripropone nella sua versione originale esattamente nel luogo dove è stato concepito e che ha visto Verdi impegnato in prima persona, nella regia e nell’allestimento, in prova e sul podio.

Nella nuova produzione la scenografia è il palco e ciò che gli sta intorno: il retroscena si fa esso stesso scena, è uno specchio “rovesciato”, non riflette l’immagine, ma l’essenza della sala, il dramma è davanti a noi, siamo noi. Siamo alla deriva e non ce ne accorgiamo. Tutto infatti è instabile in questo “Macbeth”, precario, destinato a crollare poiché che si regge, fisicamente, su di un piano inclinato e, idealmente, su di un vaticinio tossico. Le streghe, d”altronde, sono rappresentate come prostitute vestite con colori shocking, calze bucate e rossetto sbafato, che si fanno di crack ed eroina per poter meglio sopportare il peso di conoscere il futuro.

Agli scarti della società si affidano i potenti come Macbeth e la Lady, sembra dirci Vick. Essi vivono in case dal finto design alto-borghese alla “Scarface” (film di Brian de Palma dell’83) e prosperano su raffiche di morti, ma il loro delirio di onnipotenza genera presto l’utopia che si mette in mezzo con il fucile spianato. Questa utopia realizzata ancora oggi si chiama popolo.

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“Macbeth” di Giuseppe Verdi. Direttore: James Conlon. Regia: Graham Vick. Scene e costumi: Stuart Nunn. Luci: Giuseppe Di Iorio. Coreografia: Ron Howell.

Macbeth: Luca Salsi / Dario Solari

Banco: Marco Spotti

Lady Macbeth: Tatiana Serjan / Raffaella Angeletti

Dama della Lady: Elena Borin, Macduff: Saimir Pirgu

Malcolm: Antonio Corianò

Un medico: Gianluca Margheri

Un domestico: Alessandro Calamai

Un sicario: Carlo Di Cristoforo

Prima apparizione: Giovanni Mazzei

Seconda apparizione: Sara Sayad Nik

Terza apparizione: Lorenzo Carrieri

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, Maestro del Coro Lorenzo Fratini.

Firenze, Teatro della Pergola:

Venerdì 21 giugno, ore 20:30

Sabato 22 giugno, ore 15:30

Martedì 25 giugno, ore 20:30

Fonte: http://www.recensito.net/pag.php?pag=12455

Il Teatro del Maggio dedica la produzione alla memoria del Maestro Bruno Bartoletti.

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