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di Ferdinando Imposimato.
E” morto il mio carissimo amico Pietro Mennea, l”atleta più grande che abbia mai avuto l”Italia. Conoscevo Pietro Paolo Mennea , leggendario atleta olimpionico e detentore del primato mondiale dei 200 metri dal 1979 al 1996; con i suoi saggi conobbi poi Mennea defensor civitatis, politico, avvocato, docente universitario, scrittore e alfiere dei diritti umani. Egli ha sempre ispirato la sua condotta di atleta e studioso di diritto e di politica ad un”etica rigorosa ed inderogabile. Mennea non esitò a riconoscere che la sua ambizione più grande era la conquista della gloria come rivalsa degli umili su quelli più fortunati: ars gratia artis.
Ma non c”era in lui l”arroganza e la superbia di chi eccelle in qualche campo, dimenticando la fragilità della natura umana, e le sue origini di cui era fiero. Tutt”altro: egli era persona umile e modesta, anche se fiera e ribelle di fronte a qualunque forma di ingiustizia e di sopruso.
Il suo ideale di vita era un mondo in cui i più deboli siano protetti contro gli abusi dei più forti.
Ripudiava lo sport come strumento di loschi affari , di successo ad ogni costo, anche a costo di tradire gli ideali della lealtà e della onestà . Ma amava lo sport come palestra che prepari i giovani alla lotta per la vita, occasione per il dialogo e la pace nel mondo, detestava lo sport come strumento di arricchimento per avventurieri e mercenari a scapito della salute dei giovani e del bene della collettività .
La sua visione dello sport trova una radice nello spirito della Grecia di Pericle e Temistocle, che raggiunsero il massimo livello di civiltà mai raggiunto dall”umanità , anche grazie ai giochi olimpici ed allo spirito che li animò fin dai tempi di Platone e Aristotele. Onore a Pietro Paolo Mennea uomo e atleta esemplare che vivrà sempre nei nostri cuori. Non omnis moriar. Non morirai del tutto, amatissimo, grande amico.
Tratto dalla pagina Facebook di Ferdinando Imposimato.
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