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Linea diretta con Vladimir Putin

'La Russia sembra rinunciare a regolarizzare le sue relazioni con gli Stati Uniti e a prepararsi a un lungo isolamento dall''Occidente. [Thierry Meyssan]'

Linea diretta con Vladimir Putin
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3 Maggio 2015 - 00.23


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«Sotto
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°12
6

di
Thierry Meyssan
.

Le
autorità russe pubblicano alcuni documenti sulla loro visione del
mondo. Anche la trasmissione “Linea Diretta” con Putin
offre una rara opportunità di valutare l”evoluzione della percezione
delle cose da parte di Mosca. Al di là della performance del
presidente, che nel corso delle quattro ore ha risposto alle domande
del suo popolo, si nota che la Russia sembra rinunciare a
regolarizzare le sue relazioni con gli Stati Uniti e a prepararsi a
un lungo isolamento dall”Occidente.

Il
16 aprile scorso, Vladimir Putin si è impegnato in un esercizio
incredibile: rispondere per quattro ore di fila alle domande dei suoi
compatrioti, in diretta su tre canali televisivi e tre stazioni
radio. Gli organizzatori hanno ricevuto durante la trasmissione oltre
3 milioni di telefonate e hanno posto 74 domande al presidente [1].

Mentre
alcune domande erano chiaramente preparate, altre erano improvvisate.
Le reazioni di Vladimir Putin espongono nettamente il suo pensiero.

Come
governare

In
primo luogo, il presidente ha spiegato la sua visione delle
istituzioni, senza fare riferimento alle categorie occidentali di
“Repubblica” (servizio dell”interesse generale) o di
“democrazia” (governo del popolo da parte del popolo), né
al concetto del suo consigliere Vladislav Surkov di “democrazia
sovrana” (vale a dire di una gestione popolare senza
interferenze straniere).

A
suo parere, il ruolo dello Stato è quello di aiutare i suoi
amministrati, laddove quello dei dirigenti politici è di mantenere
l”unità del popolo e la stabilità. Così spiega che ha respinto una
qualche decisione -che sarebbe ragionevolmente desiderabile- perché
avrebbe spezzato l”unità del popolo. Allo stesso modo si oppone a
cambiamenti legislativi frequenti, affermando che la gente non può
fidarsi di leader che costantemente cambiano le regole del gioco.
Manifesta una totale mancanza di interesse per la gestione
occidentale con le sue esenzioni fiscali categoriali e i suoi
stanziamenti proporzionali al reddito. Concepisce al contrario il suo
ruolo come quello di regolatore di grandi progetti e di artefice di
regole che siano le più semplici possibili.

Politica
economica

Come
in tutti i paesi, le domande dei cittadini vertevano all”inizio sui
problemi economici. La Russia ha appena attraversato una grave crisi
a seguito dell”embargo occidentale (le cosiddette “sanzioni”)
e del calo del prezzo mondiale del petrolio. Il potere d”acquisto dei
pensionati è stato mantenuto, ma – tenuto conto dell”inflazione –
quello degli attivi è diminuito di circa il 10%.

Per
Vladimir Putin, il problema principale deriva dal calo del prezzo del
petrolio e delle cadute dei ricavi che ha causato. Ritiene che il suo
paese debba adattarsi a questa nuova situazione che rischia di
durare. Per contro, le forme di embargo non diminuiscono per nulla la
ricchezza del paese, ma lo costringono a riorganizzarsi. Permettono
anche una pausa dopo il periodo di feroce concorrenza che ha seguito
l”adesione all”OMC. La Russia deve cogliere l”occasione per salvare
la propria agricoltura, in parte minacciata. Deve farlo per i suoi
agricoltori, ma anche per necessità strategica. L”embargo ha
dimostrato che il paese non era autosufficiente e che la sua
sicurezza alimentare poteva essere minacciata.

Putin
non pensa che gli atteggiamenti occidentali – tra cui la
manipolazione dei debiti privati per renderne debitore il Governo –
minaccino il sistema bancario russo. Si attende di riuscire a
stabilizzare il rublo prima della fine del 2016.

La
politica estera

Nel
definire la sua politica estera, Putin afferma di non avere ambizioni
imperiali. Critica anche il modo in cui l”URSS aveva imposto ai suoi
partner il proprio modello economico e ammette che la Russia paga
oggi quell”errore.

Ma
afferma tuttavia la sua responsabilità di proteggere tutti coloro
che, abbiano o meno un passaporto russo, si definiscano di cultura
russa.

Alla
richiesta di chiarire chi sono i nemici della Russia, cita il
terrorismo, la xenofobia e la criminalità organizzata. Afferma che
il suo paese non definisce nessuno Stato come un nemico e richiede
agli altri Stati un trattamento reciproco.

Detto
ciò, considera gli Stati Uniti come un impero, benché non si
autodefiniscano formalmente così, e li accusa di non avere alleati,
solo vassalli. Osserva che adulavano Boris Eltsin fino a che non
tenne loro testa in Jugoslavia, dopodiché lo coprirono d”insulti.
Nel complesso, li rimprovera di ciò che criticava dell”Unione
Sovietica, ossia di cercare d”imporre agli altri il proprio modello
economico. Ne conclude che falliranno parimenti e dovranno pagarne il
prezzo.

A
proposito dell”Ucraina, ritiene che Washington abbia manipolato le
frustrazioni delle persone parlando loro di nazionalismo. Tanto che
prendono la Russia, che ha investito 32 miliardi dollari presso di
loro, come un nemico, mentre prendono gli Stati Uniti come un alleato
benché abbiano investito appena 5 miliardi di dollari. Afferma che
la Russia ha perso per ragioni di politica interna locale, senza
specificare quali ex alleati ucraini del suo paese metta in causa.
Per lui, è importante salvare le popolazioni di cultura russa del
Donbass e di Lugansk, motivo per cui intende applicare gli accordi di
Minsk.

Per
definire le alleanze russe, Vladimir Putin cita tre organizzazioni:


I paesi BRICS;


L”Organizzazione del Trattato di Shanghai;


L”Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, che è
un”alleanza militare.

Ma
non l”Unione economica eurasiatica, che sembra ancora embrionale.

La
politica di difesa

Il
presidente Putin cita lo zar Alessandro III, per il quale la Russia
aveva come soli veri alleati il suo Esercito di Terra e le sa sua
Marina. Conferma che il suo paese detiene all”incirca le stesse
capacità nucleari degli Stati Uniti e conclude che ci si possa
ragionevolmente fissare in mente questo punto di vista da entrambe le
parti. Infine, ha annunciato che entro il 2020 il 70% del materiale
militare dovrà essere rinnovato. Le forze armate avranno quindi
riacquistato la loro antica potenza.

A
proposito delle navi Mistral ordinate alla Francia, nota che si
trattava a suo tempo più di venire in aiuto dei cantieri navali
francesi che di soddisfare un bisogno russo; un modo elegante per non
evocare le bustarelle condivise in anticipo tra Nicolas Sarkozy e
Dmitri Medvedev (che aspirava in quel tempo a ripresentarsi contro di
lui alle elezioni presidenziali). Annuncia che chiederà solo il
rimborso delle somme impegnate, se le navi non saranno consegnate.
Occorre ammettere che la sovranità e l”affidabilità della Francia
non sono quel che erano prima del suo ritorno all”interno dello stato
maggiore integrato della Nato, ha proseguito.

Interpellato
in merito all”Emirato Islamico, osserva che questa organizzazione è
sorta in Iraq e si è alimentata di molti soldati iracheni che erano
stati emarginati dall”occupante statunitense e i poteri di cui
dispone sul luogo. Mette in guardia contro il pericolo rappresentato
da da quegli espatriati russi e dei paesi ex sovietici che hanno
aderito a Daesh e che possono rimpatriare per commettere attentati.

La
vittoria fondatrice contro il nazismo

Vladimir
Putin moltiplica le allusioni alla “Grande Guerra Patriottica”,
vale a dire la seconda guerra mondiale e la lotta contro il nazismo.
È in effetti ai suoi occhi l”atto fondativo della Russia moderna,
quello per cui dei popoli molto diversi si sono uniti per la loro
libertà comune. In tal modo, ammette che la rivoluzione del 1917,
così come la creazione della Federazione nel 1991, non sono degli
eventi federatori.

Questo
riferimento ha costretto a denunciare senza alcuna possibilità di
negoziazione la presenza dei nazisti al potere a Kiev, laddove
l”Unione europea ci si accomoda molto bene. Il riferimento gli
permette ugualmente di suggerire che gli Stati Uniti siano i
successori del Terzo Reich, cosa che aveva esplicitato in passato
sollevando violente polemiche.

NOTA

[1]
“
Direct
Line with Vladimir Putin
”,
by Vladimir Putin,
Voltaire
Network
,
16 April 2015.

Questa
“cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano
“Al-Watan”(Siria),
in versione tedesca sulla 
“Neue
Reinische Zeitung”
, in lingua
russa sulla 
“Komsomolskaja
Pravda”
, in inglese
su
“Information Clearing House”,
in francese sul 
“Réseau
Voltaire”
.

Thierry
Meyssan, 3 maggio 2015.

Traduzione
a cura di Matzu Yagi.
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