Verso la fine dei negoziati di Ginevra | Megachip
Top

Verso la fine dei negoziati di Ginevra

Coinvolgimento USA in Siria sempre confuso. Kerry ha sì patteggiato la cessazione ostilità e la Russia ha ritirato i bombardieri, ma la Turchia... [Thierry Meyssan]

Verso la fine dei negoziati di Ginevra
Preroll

Redazione Modifica articolo

22 Maggio 2016 - 20.00


ATF

«Sotto i
nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°186

di Thierry
Meyssan
.

Washington e Mosca sono riusciti a
mantenere il loro accordo sulla Siria dopo che John Kerry ha assicurato al suo
omologo russo che le armi fornite dal Pentagono ad Al-Qa”ida e Daesh (ISIS) lo scorso
aprile lo erano state in forza di un vecchio programma oggi abbandonato. Si va
verso l’interruzione dei negoziati di Ginevra e la ripresa dei colloqui
intrasiriani, senza filosauditi e con dentro i curdi.

Nella
foto in apertura:

Riunione del Gruppo di
sostegno internazionale per la Siria (ISSG) − Vienna, 17 maggio 2016.

DAMASCO (Siria) – Il coinvolgimento
statunitense in Siria è sempre molto confuso. Benché il 22 febbraio John Kerry
abbia patteggiato una cessazione delle ostilità e la Russia abbia ritirato i
suoi bombardieri, la Turchia – membro della NATO – ha continuato a sostenere
Daesh.

L”8 marzo la Russia ha presentato al
Consiglio di sicurezza dell’ONU un rapporto che accusa Ankara di controllare un
traffico di reperti archeologici a favore di Daesh [1].

Il 18 marzo ne ha presentato un altro con
l’accusa di fornire armi e munizioni a Daesh [2].

In entrambi i casi, la Turchia ha «completamente
smentito» queste asserzioni e ha accusato a sua volta la Russia di organizzare
una manovra diversiva per «distogliere l”attenzione della comunità
internazionale dalle vittime civili, dal caos e dalle enormi distruzioni
causate dal regime siriano e dalle operazioni militari russe in Siria». Lo
stato maggiore russo ha continuato rivelando che Ankara aveva appena lasciato
entrare in Siria 9.000 nuovi jihadisti. Tuttavia, allora si sarebbe potuto
pensare che la Turchia agisse da sola, senza render conto agli Stati Uniti.

Invece, il 7 aprile, il Dipartimento della
Difesa statunitense ha fornito 2.000 tonnellate di armi a «gruppi armati
moderati», delle quali circa 500 sono state immediatamente ridistribuite ad
Al-Nusra (Al-Qa”ida) e altre 500 a Daesh [3].

In ogni caso, negli ultimi giorni il supporto
della Turchia a Daesh sembra essersi improvvisamente ridotto.

Pare che Mosca, lontano da occhi indiscreti,
abbia duramente protestato, tanto che John Kerry e Sergei Lavrov il 9 maggio
hanno rilasciato una dichiarazione congiunta [4]
nella quale esortano «tutti gli Stati ad attuare la risoluzione 2253 del 2015
del Consiglio di sicurezza, impedendo ogni sostegno materiale o finanziario
all’ISIS (Daesh), al Fronte Al-Nusra o a qualsiasi altro gruppo qualificato
come terrorista da parte dello stesso Consiglio di sicurezza, e di reprimere
eventuali tentativi di questi gruppi di attraversare il confine della
Siria». 

Si sarebbe soprattutto convenuto che
Washington stabilisca per i propri alleati una scadenza ai primi di luglio per
raggiungere un accordo negoziato a Ginevra e che inoltre ritiri tutte le
proprie forze armate, mentre la Russia porterebbe la portaerei Admiral Kuznecov
al largo della Siria per riprendere, su scala ridotta, la sua campagna di
bombardamenti delle organizzazioni terroristiche (ormai nuovamente armate) [5].

Tuttavia l’incertezza non è stata ancora definitivamente chiarita. Uno spiacevole episodio ha infatti contrapposto russi e americani alle Nazioni Unite riguardo all”Esercito dell”Islam (Jaysh al-Islam) e il Movimento Islamico uomini liberi di Sham (Ahrar al-Sham): mentre Mosca intendeva inserirli nella lista delle «organizzazioni terroristiche», Washington avrebbe voluto ancora considerarli come «gruppo armato moderato».

L”Esercito dell”Islam è una formazione
finanziata dall’Arabia Saudita e inquadrata dai Servizi Aerei Speciali
britannici (SAS). Inizialmente guidato da Zahran Alloush, ha seminato il
terrore nei sobborghi di Damasco e ha minacciato la capitale per tre anni. Il
suo leader, votato al culto di Osama bin Laden, si contraddistingueva per la
sua crudeltà, facendo decapitare molti abitanti e usandone altri, chiusi in
gabbie, come scudi umani. Alla fine le bombe penetranti dell”Aeronautica russa
hanno avuto ragione del bunker sotterraneo costruito per ospitare il suo stato
maggiore. Dopo un periodo di incertezza, uno dei diciassette collaboratori di
Alloush, Essam Al-Boudani, ha preso temporaneamente il suo posto ma è stato
subito estromesso a favore di un religioso wahhabita, lo sceicco Abu
Abdarrahman Kaake. Questi ha favorito la nomina di un cugino di Zahran Alloush,
Mohamed Alloush, alla guida della delegazione dell”opposizione saudita nei
colloqui di pace intrasiriani a Ginevra. Quest”ultimo si è distinto facendo
buttare giù dai tetti i siriani accusati di essere gay, laddove la Siria è
l”unico stato arabo a rispettare la privacy e a non penalizzare gli
omosessuali.

Il movimento islamico degli uomini liberi di Sham è ugualmente inquadrato dai britannici. Come l”Esercito dell”Islam, la sua comunicazione è garantita da InCoStrat [6]. Il suo “ministro degli esteri”, Labib al-Nahhas, circola liberamente in Occidente. In realtà è egli stesso un britannico, membro del MI6. Un suo articolo è stato ospitato dal Washington Post [7], e si è recato segretamente a New York lo scorso dicembre per presentare la sua relazione a Jeffrey Feltman.

Il 17 maggio, il Gruppo di sostegno
internazionale per la Siria (ISSG) si è riunito a Vienna. Nella sua
dichiarazione finale [6]
contesta il proseguimento da parte dell”esercito arabo siriano della sua
strategia di assedio dei villaggi controllati dai jihadisti della «opposizione
moderata», ma soprattutto approva nuovamente l’insieme delle decisioni
russo-americane degli ultimi mesi, vale a dire:

– formare un meccanismo di transizione comune tra il
governo siriano e l”intero spettro dell”opposizione verso la fase di
transizione;

– redigere una nuova Costituzione;

– organizzare quindi nuove elezioni presidenziali e
parlamentari su questa base.

Ora, anche se l”Arabia Saudita è un membro
del Gruppo di sostegno internazionale per la Siria, l”opposizione moderata
continua a respingere questi tre punti. Insiste a chiedere l’uscita del
presidente Assad e della maggior parte degli alti funzionari cristiani, sciiti
e alauiti prima della formazione del meccanismo di transizione. Inoltre non
intende confrontarsi in elezioni democratiche con gli attuali leader.

Non è irrilevante che durante l”incontro a
Vienna un diplomatico abbia dichiarato che il suo paese era pronto a combattere
contro Al-Qa”ida, ma chiedendosi chi occuperebbe poi il campo. Il ministro
degli Esteri russo Sergey Lavrov ha rilevato quello che considera un «lapsus»:
il diplomatico ha di fatto ammesso che il suo paese preferirebbe una vittoria
di Al-Qa”ida a una della Repubblica araba siriana, allontanandosi in tal modo
dalla decisione del Consiglio di sicurezza di fare della lotta contro il
terrorismo il suo obiettivo numero uno.

Lo stesso giorno, il 17 maggio, il
rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite, Terje
Roed-Larsen, ha presentato la sua ultima relazione sull”attuazione della
risoluzione 1559 e ha annunciato le proprie dimissioni. La risoluzione era
stata redatta nel 2004 su iniziativa di Stati Uniti, Francia e Arabia Saudita
per chiedere il disarmo dell’organizzazione paramilitare libanese Hezbollah, la
non rielezione del presidente Émile Lahoud e il ritiro della forza di pace
siriana dal Libano. La risoluzione non è mai stata eseguita, anche se la Siria
ha ritirato autonomamente le sue truppe su richiesta della piazza libanese
durante la “rivoluzione dei cedri”. Ban Ki-moon ha subito incaricato
il suo sottosegretario per gli affari politici, Jeffrey Feltman, di assumere
fino alla fine dell’anno le funzioni di Roed-Larsen oltre alle proprie.
Tuttavia molti osservatori ritengono che Feltman, ex ambasciatore degli Stati
Uniti a Beirut, sia il vero autore della risoluzione 1559 e che ora diriga di
nascosto da New York la coalizione militare contro la Siria.

Il 19 maggio Feltman ha partecipato a una
cerimonia a Parigi al fianco dei membri dell”opposizione siriana all”estero
Burhan Ghalioun, Michel Kilo, Bassma Kodmani e Samar Yazbeck.

Sempre in Francia, il generale Benoît Puga ha
annunciato le sue dimissioni da capo di stato maggiore privato del presidente
della repubblica per entrare a far parte della cancelleria della Legion
d”onore. Cristiano integralista, nostalgico della monarchia e del colonialismo,
è stato l”unico soldato a occupare quella posizione con due presidenti
consecutivi, Sarkozy e Hollande. Ha diretto personalmente le operazioni segrete
della Francia in Siria − talvolta contro il parere dello stato maggiore
dell”esercito − soprattutto grazie a ufficiali della Legione straniera
distaccati presso la Presidenza.

Stiamo andando inesorabilmente verso
un’interruzione dei negoziati di Ginevra. Del resto, se anche dovesse
sopravvenire un accordo tra le parti siriane presenti, non sarebbe valido in
base alle precedenti decisioni internazionali, vista l’esclusione – su
richiesta della Turchia – del principale partito curdo. Pertanto il fallimento
di Ginevra dovrebbe essere seguito da una ripresa dei negoziati intrasiriani
con coloro che davvero li vogliono, cioè senza i filosauditi ma con i curdi.
Quindi la formazione di un meccanismo di transizione con questi nuovi
partecipanti. Sul piano militare, l”esercito arabo siriano dovrebbe riprendere
le principali città del paese, ma i combattimenti dovrebbero continuare sul
confine iracheno-siriano.

NOTE

[5] «L’imminente rientro degli aerei russi in Siria», di Valentin
Vasilescu, Rete Voltaire, 17 maggio
2016.

[6] «Così il Regno Unito mette in scena gli jihadisti»,
Rete Voltaire, 13 maggio 2016.

[7] “The deadly consequences of mislabeling Syria’srevolutionaries”, Labib Al Nahhas, Washington Post, July 10th, 2015.

[8] “Statement of the International Syria Support
Group
”, Voltaire Network, 17th May 2016

Thierry Meyssan, 21 maggio 2016.

Traduzione a cura di Emilio Marco Piano.

[GotoHome_Torna alla Home Page]

Native

Articoli correlati