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Gli Stati Uniti si riformeranno o si lacereranno?

Il modello puritano USA è in fase di rottura, con il rischio di rompere il paese stesso. In pochi mesi la campagna elettorale ha rivelato una scissione [T. Meyssan]

Gli Stati Uniti si riformeranno o si lacereranno?
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25 Ottobre 2016 - 18.51


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«Sotto
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°208

di Thierry
Meyssan
.

Analisi del cambiamento d”ordine
mondiale

Nell’osservare
la campagna elettorale presidenziale statunitense, Thierry Meyssan analizza il
risorgere di un vecchio e pesante conflitto di civiltà. Hillary Clinton ha appena
dichiarato che queste elezioni non si giocano sui programmi, ma sulla domanda «Chi
sono gli americani?». Non è in merito a questioni politiche che gli alti
papaveri repubblicani hanno ritirato il loro sostegno al loro candidato, Donald
Trump, ma in merito alla sua condotta personale. Secondo il nostro autore,
finora, gli statunitensi erano migranti di diversa provenienza che accettavano
di sottomettersi all”ideologia di una comunità particolare. È questo modello ad
essere in fase di rottura, con il rischio di rompere il paese stesso.

DAMASCO (Siria) – Durante l”anno di campagna
elettorale statunitense che abbiamo appena attraversato, la retorica è cambiata
profondamente e una scissione inaspettata è apparsa tra i due campi. Se,
inizialmente, i candidati hanno parlato di temi propriamente politici (come la
distribuzione della ricchezza o la sicurezza nazionale), oggi trattano
principalmente di sesso e denaro.

È questo discorso, e non le questioni
politiche, a far esplodere il partito repubblicano – i cui principali leader
hanno ritirato il loro appoggio al candidato – e che ricompone lo spettro
politico, riesumando un antico divario di civiltà. Da un lato, la signora
Clinton si vuole politicamente corretta, mentre da parte sua “The
Donald” manda in frantumi l”ipocrisia della ex “first lady”.

Da una parte, Hillary Clinton promuove la
parità uomini/donne, anche se non ha mai esitato ad attaccare e diffamare le
donne che rivelavano di essere andate a letto con suo marito; benché lei si
presenti non tanto per le sue qualità personali, quanto come la moglie di un ex
presidente, e benché accusi Donald Trump di misoginia perché egli non nasconde la
sua predilezione per il genere femminile. D”altra parte, Donald Trump denuncia
la privatizzazione dello Stato e il pizzo richiesto alle personalità straniere da
parte della Fondazione Clinton per ottenere un appuntamento presso il
Dipartimento di Stato; la creazione dell’ObamaCare non nell”interesse dei
cittadini, ma a profitto delle assicurazioni mediche; e va a mettere perfino in
discussione l’autenticità del sistema elettorale.

Sono perfettamente consapevole che il modo
in cui si esprime Donald Trump incoraggi di fatto il razzismo, ma non penso
affatto che ciò sia il cuore del dibattito elettorale, nonostante il battage che
ne fanno i media filo-clintoniani.

Non è indifferente che, in occasione del
caso Lewinsky, il presidente Bill Clinton abbia chiesto scusa alla nazione e abbia
riunito i pastori affinché pregassero per la sua salvezza. Laddove, messo in
causa per fatti simili da una registrazione audio, Donald Trump si è
accontentato di chiedere scusa alle persone che aveva offeso, senza coinvolgere
il clero.

La scissione attuale riprende la rivolta
dei valori dei cattolici, degli ortodossi e dei luterani contro quelli dei
calvinisti, rappresentati principalmente negli Stati Uniti dai presbiteriani, dai
battisti e dai metodisti.

Se entrambi i candidati sono stati allevati
nella tradizione puritana (Clinton come metodista e Trump come presbiteriano),
la signora Clinton è tornata alla religione alla morte di suo padre e ora
partecipa ai gruppi di preghiera dei capi di stato maggiore delle forze armate,
The Family, mentre Trump pratica una
spiritualità più interiorizzata e non frequenta granché i templi.

Naturalmente, nessuno è rimasto bloccato entro
gli schemi in cui è stato cresciuto. Ma quando qualcuno agisce senza pensare,
essi sono riprodotti a sua insaputa. La questione dell’ambiente religioso di
ciascuno può dunque essere importante.

Per capire che cosa sia in gioco, dobbiamo
tornare all’Inghilterra del XVII secolo. Oliver Cromwell rovesciò con un colpo
di Stato militare re Carlo I. Pretese di stabilire una Repubblica, di purificare
l”anima del paese, e fece decapitare l”ex sovrano. Creò un regime settario
ispirato alle idee di Calvino, massacrò in massa gli irlandesi papisti, e impose
uno stile di vita puritano. Inoltre concepì il sionismo: convocò gli ebrei in
Inghilterra e fu il primo capo di Stato al mondo a reclamare la creazione di
uno Stato ebraico in Palestina. Questo episodio sanguinoso è conosciuto con il
nome di “Prima guerra civile britannica”.

Dopo la restaurazione della monarchia, i
puritani di Cromwell scapparono dall’Inghilterra. Si stabilirono nei Paesi
Bassi, da dove alcuni di loro partirono a bordo del Mayflower diretti in America (i “Padri Pellegrini”),
mentre altri fondarono la comunità Afrikaneer in Africa australe. Durante la
guerra d”indipendenza degli Stati Uniti nel XVIII secolo, abbiamo rivisto lo
scontro dei calvinisti contro la monarchia britannica, tanto che nei manuali
attuali di storia britannica viene indicato come la “Seconda guerra
civile.”

Nel XIX secolo, la Guerra di secessione oppose
gli Stati del Sud (prevalentemente abitati da coloni cattolici) a quelli del
Nord (prevalentemente  abitati da coloni
protestanti). La Storia dei vincitori presenta questo confronto come una lotta
per la libertà dalla schiavitù, il che è pura propaganda (gli Stati del Sud abolirono
la schiavitù durante la guerra quando stipularono un’alleanza con la monarchia
britannica). In realtà, si ritrovava il confronto dei puritani contro il trono
inglese, ragione per cui alcuni storici qui parlano addirittura di “Terza
guerra civile britannica”.

Nel corso del XX secolo, questo confronto
interno della civiltà britannica sembrava sparito tranne che per la rinascita
dei Puritani nel Regno Unito con i “cristiani non conformisti” del
primo ministro David Lloyd George. Questi divisero l’Irlanda e si impegnarono a
creare il “focolare nazionale ebraico” in Palestina.

In ogni caso, un consigliere di Richard
Nixon, Kevin Philipps, che ha dedicato una tesi voluminosa a queste guerre
civili, ha constatato che nessuno dei problemi è stato risolto, e ha annunciato
un quarto round [1].

I seguaci delle chiese calviniste, che per 40 anni
hanno votato massicciamente per i repubblicani, sostengono ormai i democratici.

Non dubito che la signora Clinton sarà il
prossimo presidente degli Stati Uniti, né del fatto che se Trump venisse
eletto, verrebbe rapidamente eliminato. Ma nel giro di pochi mesi, si assiste a
una vasta redistribuzione elettorale in mezzo a un’evoluzione demografica
irreversibile. Le Chiese di emanazione puritana non rappresentano che un quarto
della popolazione e sgorgano nel campo democratico. Il loro modello appare come
un incidente storico. È scomparso dal Sud Africa e non sopravvivrà più a lungo,
né negli USA né in Israele.

Al di là delle elezioni presidenziali, la
società statunitense deve evolversi rapidamente o lacerarsi di nuovo. In un
paese in cui i giovani rifiutano in maniera massiccia l”influenza dei
predicatori puritani, non è più possibile spostare la questione dell’uguaglianza.
I Puritani mirano a una società in cui tutti gli uomini sono uguali, ma non
equivalenti. Lord Cromwell voleva una repubblica per gli inglesi, ma solo dopo
aver massacrato i papisti irlandesi. È così che attualmente negli Stati Uniti
tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, ma in nome degli stessi testi
i tribunali sistematicamente condannano i neri mentre trovano circostanze
attenuanti per i bianchi che commettono crimini o delitti analoghi. E, nella
maggior parte degli Stati, una condanna penale, anche per un eccesso di
velocità, è sufficiente per vedersi spogliati del diritto di voto. Pertanto,
bianchi e neri sono uguali, ma in certi Stati la maggior parte degli uomini
neri è stata legalmente privata del diritto di voto. Il paradigma di questo
pensiero, in politica estera, è la “soluzione dei due Stati” in
Palestina: uguali, ma soprattutto non equivalenti.

È il pensiero puritano ad aver guidato le
amministrazioni del pastore Carter, di Reagan, dei Bush (Sr. e Jr. sono
entrambi diretti discendenti dei Padri Pellegrini), di Clinton e di Obama a
sostenere il wahhabismo in contraddizione con gli ideali esibiti dal loro
paese, e ora a sostenere Daesh.

In precedenza, i Padri Pellegrini fondarono
delle comunità a Plymouth e Boston, che sono state idealizzate nella memoria collettiva
statunitense. Gli storici sono tuttavia formali, dicevano di formare il
“nuovo Israele” e hanno scelto la “Legge di Mosè”. Non
collocarono la Croce nei loro templi, ma le Tavole della Legge. Ancorché
cristiani, attribuivano più importanza alle Scritture ebraiche che ai Vangeli. Obbligarono
le donne a coprirsi il capo con un velo e ripristinarono le punizioni
corporali.

NOTA

[1] The Cousins’ Wars, Kevin Philipps, Basic Books, 1999.

Thierry
Meyssan, 24 ottobre 2016

Traduzione
a cura di Matzu Yagi.

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