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La comunicazione secondo il presidente Trump

Il nuovo presidente USA non risponde più alle domande della grande stampa, ma comunica su twitter. Un cambiamento epocale. [Thierry Meyssan]

La comunicazione secondo il presidente Trump
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16 Dicembre 2016 - 21.28


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«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°215

di Thierry Meyssan.

Con il sito Voltairenet.org, abbiamo
dimostrato a lungo che è possibile comunicare su temi politici senza dover
subire l”anatema dei principali media, Donald Trump ha ormai imboccato la
strada che noi abbiamo aperto e che anche molti altri hanno intrapreso. Se volete
notizie in merito alla prossima amministrazione americana, non leggete il New
York Times, che spreca il suo tempo con le caricature, ma i siti internet come
Breitbart.com. Il presidente non risponde più alle domande della grande stampa,
ma comunica sul twitter.com/realdonaldtrump.

Damasco
(Siria) – Le regole che disciplinano la comunicazione politica moderna sono
state imposte dagli Stati Uniti, che finora hanno visto prevalere l”ideologia
puritana (espressioni politicamente corrette, scuse pubbliche per le colpe che
valgono un”assoluzione, la fede nell’essere stati scelti da Dio per illuminare
il mondo, la separazione tra gli WASP e le minoranze, la fede nella ricchezza
come un dono di Dio per coloro che Lo servono, etc.). Rovesciando l”ideologia puritana
incarnata da Washington in generale, e la dinastia Clinton in particolare,
Donald Trump ha anche messo fine alle attuali regole di comunicazione politica.

Da
parte sua, non ha basato la sua campagna elettorale su grandi spettacoli, a
metà fra intrattenimento e politica. Mentre i suoi concorrenti sfilavano sul
palco con le stelle dello show-business, sperperando bilanci faraonici, lui si
è concentrato sul suo messaggio e ha speso 10 volte meno rispetto agli altri.

Si
consideri che i media gli erano generalmente ostili, che non ha loro concesso quasi
nessuna intervista, e in ciascuno dei suoi incontri, non ha mai smesso di
denunciare i loro pregiudizi. Il suo portavoce non ha mai cercato di sedurre i
giornalisti, ma, al contrario, faceva riferimento a siti internet anti-sistema,
avessero un pubblico o meno. Il suo direttore della campagna dirige uno di
questi siti,
Breitbart.com.

Puntando
la sua campagna contro la classe politica a Washington, non vi ha preso in
affitto degli spazi per organizzare la campagna, ma è rimasto a casa sua nella
Trump Tower, a New York. Fedele alla sua propria logica, non ha affittato spazi
a Washington neanche per installare il suo team di transizione. Di conseguenza,
mentre l”amministrazione Obama gestisce gli affari correnti da Washington, il
futuro si decide a New York.

Una
volta eletto, non ha tenuto alcuna conferenza stampa e nessuna intervista, ma si
è rivolto ai cittadini statunitensi direttamente
via Twitter e YouTube. Questa è la prima
volta che un capo di Stato si rivolge al suo popolo in questo modo,
cortocircuitando i principali media.

Come
se la campagna elettorale non fosse finita, ha intrapreso un giro di ringraziamento
fatto di nuovi incontri, che la stampa ha evitato di menzionare. Nei suoi
discorsi ha prima di tutto ringraziato gli elettori dei gruppi di minoranza
(donne, ispanici, afro-americani e gay) che hanno votato per lui nonostante
l”immagine razzista che i grandi media avevano cercato di appiccicargli. Ha
ripetuto il suo messaggio, non contro le élite, ma contro i metodi che hanno
adottato a Washington e l”ideologia puritana che incarnano. Infine, ha
annunciato le sue prime decisioni. In materia di politica estera, ha confermato
che metterà fine al Trattato Transpacifico stipulato a scapito della Cina; porrà
fine alle politiche di cambio di regime (compresa la Siria); ove possibile,
sostituirà gli duelli attuali (Russia inclusa) con la cooperazione; e infine riformerà
i servizi segreti, la cui unica funzione di oggi è quella di assassinare i
leader del terzo mondo.

(Si veda a partire
dal 46° minuto)

In
passato, la Stampa Presidenziale disponeva di uffici confortevoli alla Casa
Bianca e decideva sui temi che dovevano essere discussi. Oggi, la maggior parte
dei suoi membri hanno disertato Washington, e aspettano tutto il giorno, ai
piedi della Trump Tower, fino a quando «il» Donald se la senta di scendere,
accompagnando uno dei suoi ospiti alla sua auto, lasciando cadere un paio di
commenti lungo i propri passi.

I
principali media, sia della carta stampata che audiovisivi, persistono nello
sbeffeggiare il Presidente eletto, accusandolo di incompetenza ed estremismo,
ma a lui non importa. È riuscito a passare sopra le loro teste e ora comunica
direttamente con i suoi compatrioti.

Thierry Meyssan

15 dicembre 2016

Traduzione
a cura di Matzu Yagi

Fonte:
Al-Watan (Siria)

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