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'Iran, l''onda moderata investe il cinema'

Chiusa per due anni su ordine del governo Ahmadinejad, riapre la Casa del Cinema, corporazione cinematografica iraniana. Segno di una "rivoluzione" culturale e politica?

'Iran, l''onda moderata investe il cinema'
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14 Settembre 2013 - 10.10


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Nena News – L”ondata moderata che ha
investito l”Iran post-Ahmadinejad è arrivata fino al cinema. Ha riaperto
i battenti ieri la Casa del Cinema, House of Cinema, la principale
corporazione cinematografica iraniana. Una decisione presa un mese dopo
l”elezione del nuovo presidente, Hassan Rouhani, che ha vinto le
elezioni anche dietro la promessa di una maggiore apertura verso temi
sociali e culturali.

A riordinare l”apertura di un”organizzazione indipendente che conta
circa 5mila membri è stato il Ministero della Cultura, dopo uno stop
delle attività lungo quasi due anni. All”epoca, nel gennaio 2012, la
House of Cinema era stata accusata dalle autorità politiche di essersi
allontanata dai principi fondanti la costituzione della Repubblica
Islamica, attraverso la modifica del suo statuto interno.

Ieri, alla cerimonia di riapertura il vice ministro della Cultura,
Hojatollah Ayoubi, puntando il dito contro la precedente amministrazione
(“Quando una questione culturale – come quella sulla Casa del Cinema –
diventa politica, è perché la situazione non è stata gestita
correttamente”), ha chiaramente affermato che dietro la decisione di
Teheran c”era la mano del nuovo presidente e la sua volontà di sostenere
il cinema nazionale. Un”industria, ma più che altro un”arte
ricchissima: tanti i film iraniani che hanno raggiunto i vertici del
cinema internazionale,
assicurandosi premi in tutto il mondo.

Tanto da guadagnarsi un sostegno internazionale al momento della
chiusura della Casa del Cinema, due anni fa. A guidare la protesta era
stato il regista iraniano Asghar Farhadi, vincitore dell”Oscar e
dell”Orso d”Oro a Berlino nel 2012 con il film “Una separazione”. Una
protesta vasta contro la pervasiva politica di censura imposta dal
governo di Teheran, che ha sempre considerato la House of Cinema uno
strumento in mano occidentale per diffondere nel Paese contenuti non
appropriati alla cultura islamica.

A febbraio il noto regista Jafar Panahi non aveva potuto partecipare al
Festival del Cinema di Berlino, dove avrebbe dovuto presentare il suo
ultimo film “Closed curtain”, perché agli arresti domiciliari (con
divieto di rilasciare interviste e di girare un nuovo film per 20 anni)
con l”accusa di propaganda anti-governativa. Un”accusa che seguiva al
suo arresto durante le manifestazioni popolari del 2010 contro la
rielezione di Ahmadinjead.

Ma il caso Panahi non è certo l”unico: negli ultimi anni il governo è
intervenuto sempre più frequentemente per bandire la
commercializzazione di film non conformi politicamente o a livello
religioso, per impedire la partecipazione di attori e registi a festival
internazionali, non solo arrestandoli ma anche infliggendo loro
punizioni corporali
. Come accaduto nel 2011 all”attrice Marzieh
Vafamehr, condannata ad un anno di prigione e a 90 frustrate per
l”apparizione in un film proibito dalle autorità, “My Teheran for Sale”.
La condanna, dietro pressione internazionale e dopo l”intervento di
Amnesty International, cadde in appello e la Vafamehr fu rilasciata.

Fonte: http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=86270&typeb=0&Iran-l%27onda-moderata-investe-il-cinema.

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