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Meccanica trasversale del giornalismo cialtrone

Il cialtrone, come la trave nell’occhio, è sempre altrui; ma cerchiamo di capire cosa sia la cialtroneria in sé. Prendiamo due narrazioni mediatiche [Miguel Martinez]

Meccanica trasversale del giornalismo cialtrone
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24 Ottobre 2013 - 15.25


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di Miguel Martinez.

Il cialtrone, come la famosa trave nell’occhio, è sempre dell’altro; ma finché la vediamo così, non riusciremo mai a capire cosa sia la cialtroneria in sé.

Prendiamo due narrazioni mediatiche apparentemente opposte.

Uno.

Sappiamo che in Inghilterra, un gruppo
di persone (poi rivelatesi di nazionalità lituana) è stato coinvolto in
un episodio per ora totalmente incomprensibile, e che è culminato con la
morte di un giovane cameriere italiano.

Vediamo come Gad Lerner racconta questo fatto  sul suo sito:

“Joele Leotta, 19 anni, di Lecco: per loro era uno sporco immigrato

mercoledì, 23 ottobre 2013

Per i suoi
assassini, che lo hanno picchiato a morte insieme a un altro amico
italiano, Joele Leotta (nella foto), diciannovenne di Nibbiano in
provincia di Lecco, era un meridionale che doveva starsene a casa sua. Uno sporco immigrato
che non aveva il diritto di fare il cameriere per pagarsi gli studi,
perchè così rubava il lavoro agli inglesi. L’atroce pestaggio è avvenuto
a Maidstone, capoluogo del Kent, nel Regno Unito. Chi ancora ieri -mi
riferisco al ministro Alfano– brandisce la rozza teoria del “prima gli italiani”, ha di che meditare. Non parliamo di chi distingue fra padani e terroni.”

Due.

A Pozzuoli, tre vigili urbani sentono
delle urla e vedono un gruppo di persone (presumibilmente indigene) che
stanno picchiando energicamente una donna a terra.

Sul giornalino locale, la notizia, in un articolo di Violetta Luongo, riceve questo curioso titolo:

“POZZUOLI/ Slava tenta di rapire un bimbo di 18 mesi. Fermata rischia il linciaggio La donna aveva sottratto il piccolo dal passeggino. Bambino salvato dagli agenti della Municipale in Piazza della Repubblica”

Invito a leggere integralmente l’articolo, che a modo suo è un capolavoro.

La folla ha cercato di continuare il linciaggio anche dopo
l’arrivo dei vigili, affermando che la ragazza, anzi “la slava”,
avrebbe cercato di portare via un bambino in un passeggino; e il padre
del bambino ha pure sporto denuncia contro di lei. Nessun cenno di denunce invece contro gli aspiranti linciatori.

Adesso prendiamo il nostro microscopio e cerchiamo di studiare due diverse incarnazione del Giornalista Cialtrone.

Sulla prima notizia, Farfalle e Trincee ha espresso alcune interessanti considerazioni e quindi diremo poco.

Gad Lerner è un cialtrone di alto bordo, ormai del tutto esente dal dover controllare i fatti: la sua funzione è emanare Giudizi Morali semplici a proposito di fatti noti a tutti. All’incirca lo stesso compito che il dispositivo mediatico assegna al Papa.

Innanzitutto deve informare il lettore che il pestaggio è stato “atroce“,
nel caso non fosse in grado di capirlo da solo; ed è pure stato parco
nell’uso di aggettivi, rispetto al Giudice Morale medio.[1]

Poi – e questo è un tocco molto italiano – deve scagliare il cadavere fresco contro un proprio avversario politico,
in questo caso il ministro Alfano. Anche se c’è un temporale nella
Nuova Zelanda, potete essere certi che un Moralista Ufficiale italiano
troverà sempre il modo di sfruttarlo per la politichetta nazionale.

Un commentatore del blog di Lerner raggiunge vette di poeticità in questa impresa:

“Fabio Rossi · mercoledì, 23 ottobre 2013, 2:51 pm

“Una vittima di
Nigel Farage, l’amico della premiata ditta Grillo&Casaleggio quelli
che hanno fondato il M5S, Movimento 5 Svastiche. Le stesse poliche
euroscettiche portate avanti dalla Lega Nord, dal M5S, da Casa Pound, da
Alba Dorata e da Jobbik, dal Vlaams Blok, dal Front National, da Serge Latouche e i decrescisti…”

Se vedete un lituano che si avvicina con un libro di Latouche sotto braccio, scappate di corsa.

 

Serge Latouche spiega a una giovane lituana euroscettica come fare un italiano all’arrosto

La seconda notizia, a prima vista, sembra diversa, perché le conclusioni ideologiche sono opposte: il fatto che un gruppo di italiani sta energicamente picchiando una Rom a terra diventa la prova che le Zingare Rapiscono i Bambini, e se le zingare in questione reagiscono forse è perché si drogano.

Ma a noi interessa guardare la meccanica della cialtroneria, non i suoi occasionali portatori.

C’è una reale differenza tra Gad Lerner e Violetta Luongo.

I mezzi finanziari della stampa locale
non permettono di mantenere oziosi moralisti professionali; la morale
deve essere trasmessa quindi da giovani precari che camminano per strada e cercano di farsi raccontare qualcosa da vigili urbani di cui magari sono parenti prossimi.

Per questo, Violetta Luongo è obbligata a
prestare una maggiore attenzione ai fatti: scrive in una maniera che a
prima vista sembra più neutrale e non si lancia in polemiche partitiche.
Infatti, il giornalino locale cerca sempre di essere il quotidiano di
tutti – succede anche alle redazioni locali dei colossi nazionali, le
cui simpatie politiche emergono solo da sottili dettagli.

Ma in entrambi i casi, il giornalista, prima di accendere il computer, si mette un paio di occhiali dalle lenti fortemente colorate;
i fatti quindi assumono necessariamente la tinta che vuole lui. Il caso
di Gad Lerner è talmente palese, che non merita altri commenti.

Invece, nel caso di Pozzuoli, Violetta Luongo probabilmente non sa
nemmeno di metterseli: sono una specie di lenti a contatto ormai
diventate parte dell’occhio stesso.

 Eppure, sarebbe stato facile per lei trovare altre lenti colorate.

Ad esempio, avrebbe potuto scegliere quelle del Femminicidio da parte del Branco: “branco
di maschi meridionali tenta di massacrare donna sola, forse tentativo
di violenza sessuale…” “La complicità del branco: picchiata e
denunciata”, “Come in Arabia Saudita, la polizia arresta la vittima del
branco”.

C’è tutto un repertorio a disposizione,
magari con la classica foto di una donna piegata su se stessa, il volto
nascosto che cerca di pararsi con una mano.

Questi occhiali Violetta Luongo non li può però indossare, perché il piccolo giornale locale non può attaccare i propri potenziali lettori.

E così il linciaggio diventa

“una storia a lieto fine anche se gli agenti sono stati costretti, loro malgrado, a rilasciarla dopo poche ore.”

Loro malgrado.

Nota:

[1] Un aggettivo di particolare interesse, molto caro alla retorica di sinistra, è sporco.
Viene sempre messo in bocca alla persona che quello di sinistra sta
criticando, come se fosse una tipica espressione della destra. In
realtà, non ho mai conosciuto uno di destra che ce l’avesse con gli
“sporchi comunisti”. Comunisti assassini, sì. Ma sporchi
no. A volte, è vero, si parla della presunta “sporcizia” degli zingari
(non di altri “stranieri”), legata però al loro altrettanto presunto
desiderio di vivere in luoghi oggettivamente tremendi. Che poi, quando
provano a lavarsi, diventa segno di degrado.


A destra, si adopera invece il meccanismo della confusione,
da cui emerge un curioso quadro di fanatico lettore di Marx, drogato,
amante dell’illegalità, statalista, ateo, innamorato dell’Islam,
ciecamente obbediente al Partito e libertino.

Fonte: http://kelebeklerblog.com/2013/10/24/meccanica-trasversale-del-giornalismo-cialtrone.

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