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Il grillino che è in noi

Il grillino che è in noi: qualche considerazione psicologica sul fenomeno. [Paolo Bartolini]

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16 Aprile 2014 - 16.49


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di Paolo Bartolini

L’unica opposizione in Italia negli ultimi anni è stata quella del Movimento 5 Stelle. Non possiamo nascondercelo, né possiamo disconoscere l’impegno dei cinquestelle nella lotta quotidiana contro la degenerazione del ceto politico di centro-destra e centro-sinistra. Eppure, l’intero progetto del M5S sembra minato alle fondamenta, su un piano psico-sociale prima ancora che politico.

Alla base del rinnovamento auspicato e propagandato da Grillo e Casaleggio, ci sono infatti tre convinzioni incrollabili:

1. il Sistema dei partiti e il sistema paese sono destinati a sfaldarsi in tempi brevi. Per questo il MoVimento deve essere intransigente, politicamente egemone e massimalista quanto basta per non compromettersi in sterili accordi con altri soggetti

2. la democrazia diretta, resa possibile dalla nuova tecnologia della Rete, è il modello di partecipazione politica che dovrà gradualmente sostituire la democrazia rappresentativa o quantomeno affiancarla riducendo drasticamente la distanza tra cittadini e “decisori”

3. chi abbraccia la battaglia del MoVimento si mette l’elmetto e partecipa alla guerra dei puri (onesti, incensurati ecc.) contro gli impuri (disonesti, ladri, morti che camminano ecc.)

Da queste tre premesse segue fatalmente che il Capo (autodefinitosi “portavoce”) ha il compito di:

a. sostenere la crescita del MoVimento fino al raggiungimento del 100% in Parlamento ([url”leggi qui”]http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/07/governo-grillo-vogliamo-100-in-parlamento-senza-di-noi-violenza/523439/[/url])

b. garantire la purezza della sua creatura evitando alleanze e mediazioni politiche sullo scacchiere politico nazionale

c. liquidare – democraticamente, s”intende! – i dissidenti che non aderiscono totalmente alla linea

d. attaccare periodicamente, in modo duro e mediaticamente accattivante, i nemici che stanno portando il paese alla rovina

In altre parole, Grillo si trova a gestire, in nome della democrazia, uno stato d’emergenza che lo costringe a ridurre la democrazia interna ai minimi termini e a squalificare gli avversari come antidemocratici.

La logica è immancabilmente dicotomica: “tutto bianco o tutto nero”. Le sfumature non esistono. Ne è la prova lo stile comunicativo che Grillo, pur di intercettare voti, mette in campo ogni settimana scegliendo la modalità dell’iperbole comunicativa (lo shock & spot pubblicitario al servizio della politica 2.1) con lo scopo di dividere nettamente l’opinione pubblica tra ipocriti (gli altri) e fedeli alla causa (i suoi).

Che milioni di europei siano in condizioni di emergenza, va detto, è fuor di dubbio. Che tale emergenza debba giustificare l’imbarbarimento delle idee, del linguaggio e della riflessione politica, conferma però solo la tendenza ad acconsentire alla “cultura” istantanea e irriflessa della velocità telematica.

Colpisce allora come, passando dal macrocosmo dei rapporti sociali al microcosmo della psiche individuale, si registri un pericoloso indebolimento delle capacità di dialogo tra coscienza e inconscio, tra l’Io e i contenuti rimossi che abitano la nostra soggettività profonda. La confusione che si genera è foriera di catastrofi.

Accade ad esempio, come prima accennavamo, che molti degli aspetti intollerabili di un sistema oppressivo (culto della persona, autoritarismo, spregiudicatezza, violenza verbale, semplificazione della complessità del reale ecc.) diventino caratteristiche portanti del progetto di liberazione che gli si oppone.

Con questo vogliamo qui affermare che il grillino intransigente e i suoi fantasmi di purezza – [url”come li ha definiti Massimo Recalcati”]http://www.ibs.it/code/9788875214913/recalcati-massimo-zzz99-raimo/patria-senza-padri-psicopatologia.html[/url] – non sono fenomeni che interessano primariamente la sociologia, ma appaiono ai nostri occhi come personificazioni di una tendenza psicologica presente, in gradi diversi, dentro ognuno di noi.

Il grillino che ci abita non tollera i tempi necessari per cambiare la realtà, non concepisce la negoziazione, urla e strilla contro le persone sulle quali ha proiettato tutta la sua negatività. Si vive poi sempre in opposizione e ha deciso inconsciamente che rinuncerà alla battaglia solo quando tutti (il famigerato 100%!) la penseranno come lui.

Il grillino dentro di noi ha progetti vaghi, pieni di buone intenzioni, ma sempre traducibili in slogan privi di approfondimento. Il grillino dentro di noi ha energie da vendere, sa essere travolgente e seduce chiunque sia talmente stanco o poco formato da aver bisogno di semplificazioni estreme.

Tutto questo e molto altro è il grillino in noi. A lui, a Beppe e a noi tutti dedichiamo queste righe emblematiche scritte da Carl Gustav Jung:

Il conflitto proiettato all’esterno, per essere sanato deve tornare nella psiche del singolo, da dove inconsciamente era nato […] Questo è senza dubbio il significato dell’insegnamento di Cristo, secondo cui occorre che ciascuno si prenda su di sé la propria croce. E quando uno deve già farsi carico di se stesso, come potrà ancora straziare l’altro? (C. G. Jung, Aforismi dell’inconscio, Bollati Boringhieri, Torino, 2014, p. 187).

(16 aprile 2014) [url”Torna alla Home page”]http://megachip.globalist.it/[/url]

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