Capita che un cittadino italiano – un cittadino europeo – venga sbattuto in carcere perché non lo si vuole far parlare.
E cosa avrebbe potuto dire di così criminale? Che siamo di fronte a una catastrofe annunciata dalla quale sembra ormai non ci sia più scampo? Che l’avidità delle banche e degli affari finanziari internazionali ci sta portando alla fame? Che la politica di Bruxelles e gran parte di quella che agita le salme degli Stati nazionali è corrotta e complice del disastro che abbiamo sotto gli occhi? Che un impero in declino – qual è quello statunitense – in un disperato tentativo di salvare per sé l’american way of life sta trascinando interi popoli – il suo per primo – alla forca di una sanguinosa guerra planetaria? Che il fascismo e il nazismo hanno dilagato in più parti d’Europa?
Di questo è accusato Giulietto Chiesa? Ma se fosse così, tutti noi siamo in pericolo d’arresto. Le porte dei penitenziari e delle caserme, non soltanto quelle estone – forse sovvenzionate dai dollari della NATO – dovrebbero essere aperte a una folla di rei confessi.
Dunque, capita anche questo. Capita a chi, ostinatamente, continua a dichiararsi un uomo libero e un cittadino europeo ma che con questa Europa liberticida e parruccona non vorrebbe averci più niente a che fare.
(16 dicembre 2014) [url”Torna alla Home page”]http://megachip.globalist.it[/url]