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Espresso Book Machine: la riscossa del libro di carta

'Rivoluzione nel mondo dell''editoria: una macchina permette di stampare un libro (vero) in soli 5 minuti, attingendo da database di centinaia di migliaia di titoli. [Marco Dotti]'

Espresso Book Machine: la riscossa del libro di carta
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26 Marzo 2015 - 08.08


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di Marco Dotti

Presentata alla Fiera del Libro di Parigi, una macchina permette di stampare un libro (vero) in soli 5 minuti, attingendo da database di centinaia di migliaia di titoli. Forse si prepara una piccola rivoluzione nel mondo dell”editoria, fuori dalla retorica del “tutto in rete”, della novità a tutti i costi e dentro dinamiche di ecocompatibilità e messa a valore del patrimonio editoriale passato, presente e futuro.

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Doveva sparire, deve sempre sparire. La morte della carta è stata ed è sentenziata in vario modo e in varie forme, ma la carta resiste, anzi: si prende le sue rivincite.

Accade così che al Salone del Libro di Parigi (Paris Book Fair), conclusosi lunedì scorso, le Presses Universitaires de France (PUF) abbiano presentato quello che è già più che un prototipo: una macchina trasparente in grado di stampare un libro mediamente in soli cinque minuti.

“Siamo davanti a una grande opportunità, aperta a tutti”, dichiara Frédéric Mériot, direttore generale di PUF.

L”Espresso Book Machine – questo il nome tecnico del dispositivo di print-on-demand – non è una novità assoluta. Molte librerie nel mondo già la usano: dall”Egitto al Giappone, dall”Australia all”Irlanda del Nord agli Stati Uniti.

Non solo librerie, anche le biblioteche: il primo modello fu infatti installato per un mese, con scopi dimostrativi, presso la New York Public Library, sezione di Scienze. Per um mese, gli utenti potevano stampare copie di libri di pubblico dominio, attingendo da un database di titoli organizzati e predisposti dall”organizzazione non-profit Open Content Alliance.

Molte università, biblioteche e librerie americane hanno in seguito installato la book-machine, che permette da un lato di ottimizzare i costi dei magazzino, dall”altro di avere a disposizione centinaia di migliaia di titoli di pubblico dominio e non (quindi, destinati alla vendita). In pratica, una vera biblioteca di Babele a portata di click.

L”esemplare presentato a Parigi da PUF è stato creato dalla Xerox circa dieci anni fa. Un altro modello, più piccolo e dunque più gestibile in termini di spazio, presentato dall”editore La Martinière, è stato messo a punto dalla giapponese Ricoh.

Entrambi i modelli, che operano con software francesi, a detta degli editori “si apprestano a rivoluzionare il mercato del libro”, non solo tagliando i costi di magazzino, ma recidendo di netto il legame – spesso perverso – con i distributori/promotori, che mediamente si prendono tra il 60 eil 75% del prezzo di copertina.

Il libreria saranno sempre disponibili una o più copie di consultazione, ma la gestione avverrà in maniera radicalmente diversa. Anche la filiera costruita attorno alla carta – oggi il vero punto critico – ne potrebbe risultare stravolta, in meglio si spera.

Il costo per il libraio è ancora alto: circa 80mila euro, ma i produttori hanno già predisposto un contratto di locazione che si aggira sui 250 euro al mese, a fronte di un guadagno netto garantito per il librario del 33% sul prezzo di copertina. Ovviamente, eliminando alla radice il problema dei resi e del magazzino.

Il catalogo di un grosso editore conta migliaia di titoli, quello di un piccolo-medio qualche centinania, spesso esauriti, difficili da reperire e fuori catalogo. Sono, di conseguenza, “titoli morti”, che non fruttano e non circolano. L”esistenza del fenomeno delle “rese” e dei “fondi di magazzino” è tutto qui: nella difficoltà di localizzare, intercettare, raggiungere e soddisfare i lettori.

Le rese sono “libri che non incontrano il loro lettore”. Un lettore che, agli ipermercati (specialmente quelli italiani), del tutto e del nulla preferisce l”acquisto online. Oggi, infatti, anche con tutta la buona volontà possibile, anche per un libraio indipendente è impresa ardua ottenere in tempi ragionevoli titoli pubblicati anche solo 8-9 mesi fa.

La book-machine permetterebbe di innestare un processo di ricreazione e rigenerazione di valore, a un costo praticamente vicino allo zero, permettendo al tempo stesso di fidelizzare gli utenti più esigenti che, oggi, navigano tra download illegali o semilegali e librerie antiquarie.

Con un piccolo, non insignificante particolare: se la book-machine prendesse piede, assisteremmo a una vera riscossa della carta sul digitale puro. Una riscossa – alleata con le nuove tecnologie – che avrebbe anche il crisma della ecocompatibilità.

(25 marzo 2015)

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