‘di Giulietto Chiesa
Qualche giorno fa Furio Colombo ha risposto così, sul “Fatto” alle rimostranze degli autori (A.D. Arcostanzo, E. Bartolomei, D.Carminati, A.Trabandi) del libro “L”industria israeliana della violenza”. I sopannominati non hanno gradito di essere stati definiti, da Furio Colombo, degli antisemiti. A Colombo il libro non è piaciuto ed è normale. Singolare è però l”argomentazione dell”editorialista del “Fatto”, il quale scrive così: Poiché “tutto il male viene esclusivamente da Israele (…) e poiché Israele è lo Stato degli ebrei, il sillogismo è inevitabile: tutto il male del mondo viene dagli ebrei”.
Il “sillogismo alla Colombo” può produrre tutta una serie di conseguenze, alcune delle quali spiacevoli. Per esempio: qualunque critica all”azione dello Stato d”Israele diventa una critica agli ebrei, cioè antisemitismo.
Allora facciamo un altro esempio: supponiamo (solo supponiamo, per un attimo) che i servizi segreti israeliani abbiano partecipato alla catastrofe dell”Airbus russo nei cieli del Sinai. Vorrebbe dire che la responsabilità sarebbe del popolo ebraico nel suo complesso? Chiunque capisce che ragionare così è una mostruosa assurdità . Eppure Furio Colombo, usando un tale sillogismo, crea una mostruosità logica e politica. Il suo è il vecchio trucco usato mille volte per mettere lo Stato d”Israele al riparo da ogni critica. Trucco autolesionista, che, invertito, esporrebbe il popolo ebraico di Israele all”accusa di essere responsabile di decisioni assassine e genocidarie decise e attuate dallo Stato d”Israele.
(12 novembre 2015)Infografica: © Philippe Geluck ([url”http://www.geluck.com/”]http://www.geluck.com/[/url]).
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