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Dietro Brexit: fra ragionamenti anti-sistema di testa e xenofobia di pancia

'Diagnosi fatte dall''esterno sul voto referendario in Gran Bretagna e considerazioni interne degli europei residenti nel territorio di sua maestà. [Leni Remedios]'

Dietro Brexit: fra ragionamenti anti-sistema di testa e xenofobia di pancia
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27 Giugno 2016 - 17.27


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di Leni Remedios 


BIRMINGHAM (Regno Unito) – Da europea residente in UK da
pi
ù di cinque anni
mi permetto di fare delle considerazioni.

Tutti noi (e con “noi” intendo forze progressiste che
hanno una visione critica sui rapporti di forza globali) siamo consapevoli delle
falle di questa Unione Europea.

Concordiamo sull”idea di Europa che vogliamo, che non è quella di Cameron, di George
Soros e di Obama, bens
ì quella che auspica giustamente Giulietto Chiesa nel suo ultimo
editoriale su Pandora TV e quella su cui i Labour di Jeremy Corbyn hanno
impostato la campagna elettorale di Remain, per quanto criticabili in termini
di una leadership non sufficientemente forte nel prendere posizione (anche
perch
é esclusa in gran
parte dai media mainstream, va detto, che prima non invitano Corbyn e poi lo
criticano per non essere presente nei loro schermi).

Quello che mi preoccupa è la diagnosi che vedo fare
dall”esterno su questo voto.

E badate che allo stesso modo la pensano praticamente
tutti i connazionali e gli altri europei che vivono qui.

Nel dirvi questo, distinguo nettamente i sentimenti
personali dalla valutazione politica, per quanto le due cose abbiano delle
connessioni intime e pratiche – presenti e future – rilevanti, per me e per gli
altri europei.

Mi permetto di dire che è stato fatto da più parti un grave errore di
valutazione politica.

Si dice che questo voto sia espressione di una chiara
volont
à popolare che ha
capito come questa Unione Europea sia un disastro. In poche parole lo si
interpreta come un voto anti-establishment. Come se quelli che hanno votato
Brexit avessero votato coscientemente contro il TTIP, contro le politiche
americane, la NATO etc.

Vi dico che state prendendo un grosso granchio. Niente di
tutto questo.

L”elettorato brexiteer
che ha scelto Leave coscientemente,
in questa direzione,
è solo una parte davvero minima.

Guardate i dati sui votanti, in termini di età e di provenienza sociale. La
stragrande maggioranza del popolo britannico che ha votato Brexit esprime la
working class pi
ù
povera e meno istruita –  in gran parte vecchi –  che
è stata manipolata anche in maniera
davvero molto grossolana dai vari Farage e Johnson, i quali sono la versione
britannica dei nostri Bossi e Salvini e ripetono i soliti meccanismi di ricerca
del capro espiatorio che abbiamo sempre visto nella storia nei momenti di crisi
economica, n
é più né meno. Dopo il voto hanno
praticamente ammesso candidamente di aver mentito al popolo britannico sull’immigrazione
e sull’ammontare di soldi che, dopo il divorzio con l’UE, arriverebbe all”NHS,
il servizio sanitario nazionale. Un servizio piegato, a sentir loro, dai soldi
che vanno all’Unione Europea invece che alle strutture sanitarie ed alle lunghe
liste d’attesa dovute proprio alla presenza dei migranti (sorvolando sul fatto
che i migranti sono massicciamente presenti nel sistema sanitario anche
dall’altra parte, in veste di infermieri, medici, specialisti, etc) .

Hanno detto questo dopo che, ripeto, la maggioranza
dei Brexiteers ha votato cos
ì proprio per frenare
gli immigrati, non per frenare la NATO
. Sullo spauracchio immigrazione è stata focalizzata tutta la
campagna elettorale. Si
è parlato davvero pochissimo di austerity, di politiche
economiche, di TTIP, etc. La gente non ha votato Brexit per contrastare queste.

Ora, molti di quelli che hanno votato Brexit sulle basi
sopra descritte si sono gi
à pentiti e se potessero rivotare voterebbero Remain, come
si evince dalle numerose interviste ad elettori pentiti disperati, dalle varie
petizioni per un secondo referendum etc. Ma
è troppo tardi. 

Il mondo accademico, che ha votato in grandissima
maggioranza per Remain,
è furibondo. Sono in contatto con
ricercatori italiani che sono davvero arrabbiati e preoccupatissimi. Le
conseguenze di questo voto saranno enormi per tutti: per i Britannici, perch
é sono fra i più abili a prendere i fondi
dall”Unione Europea indirizzati soprattutto a progetti di innovazione tecnologica.
Per i ricercatori locali ed europei, ovviamente, perch
é d”ora in poi ci sarà l”incognita sulla libera
circolazione dei ricercatori all”interno delle accademie europee e sulle tasse
che gli studenti continentali dovranno pagare in pi
ù nel Regno Unito. Per i vostri
figli e nipoti che faticano e faticheranno ad accedere alla ricerca in Italia
su basi meritocratiche. Sapete senz’altro quanti siano i nostri cervelli in
fuga qui: ad Oxford, Exeter, Birmingham, Glasgow, Aberdeen, ovunque ci sono gli
italiani meritevoli, delusi dalla nostra societ
à corrotta, rifiutati, che sono
stati attirati da una Gran Bretagna che, fra tanti difetti, ha sempre per
ò premiato i meritevoli, qualsiasi
sia il loro retroterra, no matter what.
Hai le qualifiche, hai i meriti? Allora ti spetta il posto, non importa di che
colore sia la tua pelle e dove tu sia nato.

Ora, chiarito questo, sappiate che non è che tutto si fermi lì. La montante xenofobia ed il
razzismo becero che
è emerso avranno un peso enorme nella vita futura del
paese e dell”Europa tutta.

Il danno è fatto. La tensione sociale che si respira qui, almeno
come la percepiamo noi, ha tutta l”aria di un conflitto insanabile, di una
lacerazione che sar
à veramente dura da guarire. Sta lacerando famiglie,
comunit
à
intere. Sono tutti sotto shock, arrabbiati, delusi e confusi sul proprio
futuro.

Ma non si ferma al locale,
la maglia si allarga: questo non sta facendo altro che rendere le destre
xenofobe, sia britanniche che europee, sempre pi
ù sicure di sé, come d”altronde avete già avuto modo di apprendere a riguardo di paesi come la
Francia o nell’Europa dell’Est. Sar
à difficile risollevarsi da questa europa xenofoba e
lacerata. Ci vorr
à un tremendo sforzo.  


Paul Mason ci aveva messo in guardia su questo. Aveva ragione. 

 

Ribadisco: non cadete nella trappola, questo voto non è affatto espressione
di un popolo illuminato.

Sicuramente è stato uno schiaffo a Obama e soci. Ciò è un bene.

Ma a quale prezzo.

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