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'Un segno della crisi dell''impero USA'

La Cia che lamenta ingerenze esterne negli USA è come se la mafia chiedesse legalità. [Giorgio Cremaschi]

'Un segno della crisi dell''impero USA'
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8 Gennaio 2017 - 07.48


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di Giorgio Cremaschi

Non ho alcuna simpatia per Trump, ma le denunce della CIA sulle interferenze di Putin nella sua elezione a naso mi sembrano una bufala. Ciò che più mi colpisce però è che l”agenzia di spionaggio del paese più potente del mondo lamenti le ingerenze di una potenza estera sulla politica interna. Se fosse vero sarebbe il segno di una crisi dell”impero più potente della storia umana, una sorta di legge del contrappasso che colpisce gli autori di 70 anni di crimini contro la democrazia.

Dal 1945 ad oggi la CIA è intervenuta in tutti i continenti, in decine e decine di paesi, per condizionarne le scelte politiche, rovesciarne i governi, ucciderne i leader. Chi in Asia, Africa, America Latina rappresentasse la libertà e l”indipendenza economica dalle multinazionali USA, entrava nella lista nera dell”Agenzia, che faceva di tutto per eliminarlo. Sono tanti gli assassinati per opera o con il supporto della CIA, possono formare un galleria intera di martiri della democrazia e del socialismo, tra essi Ernesto Che Guevara e Salvador Allende. Fidel Castro è arrivato a 90 anni sventando decine di tentativi dell”Agenzia di eliminarlo. Accanto agli omicidi dei leader ci sono state le stragi di massa, milioni di persone vittime dei massacri nei golpe sostenuti dalla CIA in tutto il mondo. Nel nome della lotta al comunismo nella “civilissima” Europa la CIA ha organizzato veri colpi di stato, come quello dei colonnelli in Grecia nel 1967, e promosso e finanziato interferenze e azioni sporche continue nelle vicende politiche e sindacali, come in Italia prima di tutto.

Crollati l”Urss e il blocco sovietico, la CIA e le altre creature dell”impero americano si sono riconvertite nella lotta al terrorismo e per l”esportazione della democrazia. Gli effetti di queste azioni li subiamo con la guerra mondiale a pezzi in cui ci hanno precipitato. Per non perdere la vecchia mano però, la CIA ha continuato le sue guerre sporche in America Latina e contro la Russia, paese oggi capitalista che nulla ha che vedere con il socialismo reale, ma che comunque resta competitore della potenza USA. Così in Ucraina, grazie anche all”azione dell”Agenzia, si è installato il primo governo europeo con ministri neonazisti. E ora la CIA lamenta le interferenze degli hacker di Putin nella campagna elettorale presidenziale.

Come se la mafia rivendicasse la legalità. Ma non colpisce solo la sfacciataggine di tutto questo, ma che essa venga da uno degli strumenti cardine della capitale dell”impero. Che oggi lamenta interferenze esterne come uno dei tanti paesi sottoposti al suo dominio passato. È un segno che quello degli USA, come tutti gli altri imperi della storia umana, ha avviato il proprio declino. Impariamo ad affrontarlo.

(7 gennaio 2017)

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