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Sogno di una notte di mezza primavera

Siamo diventati un popolo di sciocchi. Un popolo che è imploso nei suoi vizi, privilegi e perversioni. Ci siamo fatti sedurre da quattro paccottiglie. [Glauco Benigni]

Sogno di una notte di mezza primavera
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15 Marzo 2017 - 19.49


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di Glauco Benigni.

Siamo di fronte a una scelta tragica: Europa o Stati Nazionali? E” una scelta “secca”, stretta, irreversibile per chissà quanto tempo. Rischiosa sia nel caso di un esito che nell”altro. Impensabile fino a qualche anno fa. 

Oggi invece “una scelta da non escludere.” Brexit ha rotto la diga del Sogno Europeo. La nostalgia per la Sovranità, anche se molto idealizzata, è dilagata. La lacerazione potrebbe essere molto profonda. In UK sono ancora divisi 51/49. I francesi, gli olandesi e noi, forse stiamo per farlo. Gli ungheresi lo stanno facendo. I polacchi sono tentati dal farlo. Ai greci non glielo hanno fatto fare. 

Povera Europa! Che in fondo, appena nata, le si voleva anche molto bene. Sembrava così gioiosa con quel suo inno e le bandiere che sventolavano contro il cielo azzurro.

E poveri Italiani. Ondeggiamo… in attesa di un altro Referendum (sui vouchers)? In attesa delle elezioni? In attesa del default conclamato che prevede l”applicazione del Fondo Salva Stati. In attesa di ripianare il debito pubblico da 2 trilioni di Euro.

In attesa di Pasqua, della Finale di Campionato e di una nuova App. 

Siamo diventati un popolo di sciocchi. Un popolo che è imploso nei suoi vizi, privilegi e perversioni. Ci siamo fatti sedurre da quattro paccottiglie hollywoodiane, e dall”orgia digitale in mobilità. 

Dal 1991 in poi, anno in cui ci venne annunciata la perdita definitiva della nostra posizione geopolitica, l”Italia-vetrina dell”Occidente NATO si è frantumata. E noi italiani siamo stati costretti a vendere quasi tutti i gioielli di Stato e di famiglia. 

Che peccato! Avevamo messo in piedi, nel bene e nel male, una democrazia nata dalla Resistenza. La visione del futuro era uno sport nazionale praticabile. C”era la crisi della famiglia patriarcale. Questo sì. Però c”erano i Natali e le vacanze, la sanità pubblica, la pensione e le scuole funzionavano. Nei luoghi della produzione si discuteva di diritti, di garanzie e di sicurezza. Anche se poi i salari venivano riconsegnati al mercato e ai supermercati dei padroni. 

Molte donne in maternità ricevevano lo stipendio pur stando a casa. C”erano molti giornali non ancora venduti definitivamente alla pubblicità. Le Tv no! Quelle già agivano da Cavallo di Troia. I marchi che avevano fatto il Made in Italy, erano sì oggetto di scalate ostili, ma resistevano. 

I partiti… vabbè, si sa come sono fatti i politici. Pensavano di poter giocare ancora a lungo sulla rendita di posizione, sulla presenza nel G7 e nella NATO. Pensavano di accontentare le global élites crudeli e spietate con la promessa “adesso facciamo i bravi, adottiamo il maggioritario e facciamo il two parties system“… “eh sì, basta col proporzionale”. 

Nel frattempo sottoscrivevano talmente tanti miliardi di debiti che per conteggiarli c”è stato bisogno di adottare l”euro. Cedevano opzioni sulle future svendite dello Stato e sulla razzia dei nostri risparmi. Hanno anche apparecchiato qui e lì invii di contingenti in armi a sostegno del delirio imperiale e liberista. Ma era ovvio che non sarebbe bastato. 

10 anni fa, a Lisbona, firmando il Trattato spacciato per mini Costituzione Europea, i nostri Rappresentanti Politici hanno firmato la resa incondizionata, hanno concesso in ostaggio il popolo italiano, senza ormai distinzione di classe, a dei Mostri Invisibili rappresentati da esangui “non eletti”, i quali stanno appropriandosi di tutto il nostro essere, avere e fare. In nome dell”Europa e dell”ossequio ai Trattati Internazionali, transitati nei Parlamenti e forse mai letti da coloro i quali li hanno ratificati, ci siamo addentrato in un labirinto. 

Siamo un popolo di santi, poeti, navigatori, ristoratori, aspiranti brokers e sciocchi .

Tuttavia nel web sopravvive la fiamma della consapevolezza e dell”autostima. Viene alimentata dalla libera espressione di qualche decina di migliaia di persone. Purtroppo non credo che siamo molti di più. Che lo si voglia o no la nostra è una battaglia d”avanguardia. Anche se molti credono di rappresentare le idee guida delle moltitudini e anche se qualcuno ci riesce. Per cambiare lo stato in cui si è ridotta l”Italia ci vorranno grandi energie, tanta salute e tanta fortuna. Ci vorranno l”onestà e la tolleranza civile, qualche leader colto non compromesso con i poteri forti che consideri la politica per quello che dovrebbe essere. 

Per fortuna nel web non siamo proprio soli. La Storia e la Geografia ci confortano dimostrando ogni giorno che in tutto il Pianeta le avanguardie della Rete contribuiscono ad una nuova visione del Futuro, alla creazione e alla misurazione di una mente collettiva non più giurassica. Sarà dura, lo so. Ma l”Impero liberista è in crisi e rischia di far esplodere tutto. Bisogna assecondare la sua caduta, ma nel frattempo evitare la Dittatura dei Mercanti che vorrebbe sostituirsi ad esso. Speriamo che i militari di pace, i veri scienziati, gli accademici virtuosi e un numero sempre maggiore di liberi scribi si uniscano alle avanguardie del web.



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