Fake News: alcuni consigli a Boldrini e i suoi futuri balilla digitali | Megachip
Top

Fake News: alcuni consigli a Boldrini e i suoi futuri balilla digitali

'Nell''epoca del Maccartismo 2.0, i sostenitori della campagna BastaBufale invocano soluzioni rigide e frettolose di fatto non conformi alla Costituzione. [Glauco Benigni]'

Fake News: alcuni consigli a Boldrini e i suoi futuri balilla digitali
Preroll

Redazione Modifica articolo

29 Aprile 2017 - 21.32


ATF

di Glauco Benigni *

Il 26 aprile
a Montecitorio il Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, ha
convocato quattro tavoli di lavoro sulle cosiddette fake news.  Dispiace, ma 
viene subito in mente la citazione orwelliana sul Ministero della Verità
che «ha il compito di produrre tutto ciò che ha a che fare con l”informazione:
propaganda di partito, editoria, programmi radiotelevisivi, ma anche la
letteratura. Oltre che di realizzarlo, questo ente si occupa di rettificarlo …»

Fortunatamente
la scena non è proprio così drammatica.

L”operazione
si colloca infatti all”interno della Campagna “Basta Bufale“.
Nel sito si definiscono bufale: «quelle a scopo commerciale e di propaganda
politica e il giornalismo acchiappaclick» più altri esempi quali «il caso dei
vaccini pediatrici, le terapie mediche improvvisate, le truffe online.»

«È necessario
mobilitarsi» – si legge ancora – «fare qualcosa per contrastare la
disinformazione … tutelare la libertà nel web» (magari! ndr) … «a chi vi opera chiediamo uno sforzo aggiuntivo.»

Ma nel Web
operano forze diversamente schierate sul fronte Vero/Falso. A chi è rivolto
l”appello? Vediamo.

L”appello è
rivolto a Scuola e Università per insegnare a usare gli strumenti digitali e
distinguere tra fonti affidabili o meno. Affidabili secondo chi ?

Poi è rivolto
a giornalisti e operatori dell”informazione affinché si aumenti il fact
checking e il debunking
e si
dotino di un garante della qualità.  Evidentemente
chi ha scritto l”appello non ha chiaro che i Media Mainstream prendono ormai
ordini dagli inserzionisti pubblicitari, non possono più permettersi una alta
etica e sono troppo indaffarati a fare titoli acchiappaclick visto che in
edicola vendono sempre meno.

Poi è rivolto
alle Aziende. Quali? Alle PMI italiane? Non credo. Al cartello delle
multinazionali che delocalizzano per pagare 0,50 centesimi all”ora gli operai?
A quelle che usano i minorenni? A quelle che evadono le tasse ? … Affinchè
con la pubblicità non finanzino siti che creano e diffondono fake news.
Ma se sono proprio le aziende che per prime, quasi tutte, diffondono fake
news
sui loro Prodotti?

Infine è
rivolto ai Social network. Definizione ambigua che non chiarisce. Agli Utenti o
alle Piattaforme degli Over the Top ? Affinché assumano responsabilità di media
company
e contrastino le fake news e i discorsi di odio.
Ecco, finalmente qui saremmo d”accordo. Molta parte della mia generazione era
per il peace and love , ma sono stati poi alcuni illustri Capi di Stato
e di Governo quelli che non hanno denuclearizzato, che hanno aumentato in
continuazione le spese della cosiddetta Difesa e che di quando in quando hanno
mandato, anche solo per provarli, gli ultimi modelli di bombardieri a sganciare
(per sbaglio) sui civili indifesi. Se va avanti così sarà difficile
interrompere la catena dell”odio solo con una Campagna contro le fake news.

E infine
l”appello si rivolge – come se fosse un prodotto di largo consumo – ai testimonial del mondo della Cultura,
Sport e Spettacolo e chiede loro letteralmente di “spendersi” per la
causa, ottenendo l”adesione gioiosa di un cast ideale per il nuovo
cinepanettone del 2017, ma un po” esile per testimoniare competenza riguardo ad
una questione così spinosa.

Oltre ai testimonial la Campagna esibisce 4 primi
firmatari: sono Paolo Attivissimo, Michelangelo Coltelli, David Puente e Walter
Quattrocchi, i quali si accreditano presso l”opinione pubblica quali “Cacciatori
di bufale”. No comment!  Andate a
guardare i loro C.V. e le loro gesta in Internet e fatevi un”idea di tale alta
rappresentanza e guida verso il Futuro. C’è chi si è chiesto, portando esempi concreti: è a loro che
dovremmo affidare le chiavi dell’informazione su Internet?


A questo
punto bisogna dare un”occhiata anche alle sintesi video apparse sul blog di Attivissimo.
E qui cӏ da notare una serie di questioni.


1) Non viene
esplicitamente attaccata l”informazione antagonista nel web  fondata sulle fonti rinvenibili e
sull”autorevolezza dei tanti opinionisti non conformisti. Meno male! 

2) Ovviamente
c”è un “siluro”contro alcune interpretazioni del
“terrorismo”, però gli argomenti rilevanti quali: Russia, Siria,
Europa, Banche, Finanza, Global Power Elites in genere, non vengono menzionati
(almeno nelle sintesi). Ciò fa ritenere che la Campagna abbia obiettivi
soprattutto interni e non si ponga invece (da una parte è meglio) la questione
dell”arbitraggio Vero/Falso sui grandi temi strategici.   

3) Tra gli
intervenuti alcuni restano “dialoganti”, ancorché a distanza, con il
web, in quanto si ritengono “giornalisti”. Anche qui meno male. 

4) Grottesca
invece, veramente ai limiti del buon gusto, l”affermazione di una signora
targata Sky, secondo la quale la sua Company – di proprietà del maggior
inventore di fake news del secolo e grande elettore del Presidente
Trump, ovvero Mr. Murdoch –  sarebbe in
grado di intervenire a far chiarezza. Ciò è da considerare altamente
pericoloso, perché Sky è uno snodo di relazioni potenti e internazionali che
potrebbero avere piani ben diversi e più crudeli di quelli della nostra amata
Presidente della Camera.

5)
Striscianti e anche pericolose, a mio avviso, sono le menzioni ricorrenti
all”alleanza con gli Over the Top, dai quali, sebbene volendo affrontare la
stessa battaglia contro le fake news, perfino la Cancelliera Merkel
prende le distanze e anzi attribuisce loro, giustamente, pesanti
responsabilità. Ambigue e decisamente ingenue appaiono le menzioni all”uso
degli algoritmi che rimandano alla allegra dittatura digitale . 

Mentre si ventila
di multe e sanzioni agli utenti (moltissimi disoccupati), spavaldamente si
ipotizza anche di “liberalizzare il mercato degli algoritmi lasciando che
le Verità si facciano concorrenza tra loro.” Ancora liberalizzazioni,
concorrenza, evocazioni di scenari imposti dalla Global Power Elite alle
popolazioni nate e cresciute con l”IRI e il salario garantito.

6)
Preoccupante è l”ipotesi della formazione di un centinaio di “balilla
digitali” da allevare e tramutare in fact checkers .

Io comunque
sono contento che ci si ponga la questione del cosa e perché
affrontarlo. Spero che ci si accorga, grazie ad un dibattito aperto e allargato
su  scala internazionale, che “la
piaga fake news
” non è curabile con pie dichiarazioni di buone
intenzioni.

Il fenomeno è
epocale come ben sanno e affermano gli analisti più consapevoli.

Se casca
l”Impero Occidentale, e sta lentamente cascando; se bisogna confrontarsi con
una visione non più NATO-centrica; se il Pensiero Unico e i valori monoteistici
si stanno desertificando; se le Democrazie nate nel dopo Bretton Woods
agonizzano insieme alle loro grandi istituzioni (Fondo Monetario, World Bank ,
World Trade Organisation); se l”ONU soccombe sotto gli attacchi del G20; se il
baricentro dello sviluppo si sposta verso l”Asia; se i cittadini della maggiore
potenza mondiale sono stati chiamati a scegliere tra i 2 peggiori candidati alla
Casa Bianca della storia ; se ogni maggioranza si ottiene per il rotto della
cuffia 51/49 e le nazioni si spaccano a metà… è ovvio che casca tutto il
castello di carta dei valori occidentali. E” ovvio che ciò che era Vero si
impasta e si confonde con il suo opposto e si ricolloca nell”indeterminazione.

Ma queste
considerazioni i Quattro Cacciatori di bufale non le fanno mai?   Strano .

Veniamo al
Quando si dovrebbe risolvere la questione fake news . Non cӏ un
“quando”. Ogni pensatore onesto sa che bisognerà gestire un progress continuo.

E approdiamo
al chi e al come. Qui sono in totale disaccordo alla luce di
quanto espresso prima. Chi decide se è Vero o Falso non può essere il
“public editor” di La Stampa,
né “il tavolo di controllo ” di Repubblica,
nè l”hashtag “#laveritàconta” dell”Agenzia Italia. «Immaginare un
sistema di regole condivise sulla Verità», come semplicisticamente afferma uno
dei 4 cacciatori di bufale, è un”affermazione che non fa nemmeno più un parroco
di provincia. È un”affermazione da integralisti; è il sogno infantile di un
miope che ha perduto gli occhiali e non vede il mondo in cui i mercanti
antepongono i propri interessi a quelli della collettività spacciandoli per innovazione,
non vede il mondo in cui la Giustizia (quando c”è n”è qualche brandello) è
lenta e parziale.

La Campagna è
tutta fondata su concetti astratti che nella Storia non sono mai approdati a
definizioni stabili e condivise. Siamo di nuovo alla caccia alle Streghe senza
accorgersi che le Streghe dettano le Agende dei Masters of War e della Finanza
Speculativa.

I sostenitori
della Campagna si fanno forti di uno schieramento istituzionale che quasi
minacciosamente chiama a raccolta ogni sigla del Potere Italiano, ma si
invocano soluzioni rigide e frettolose che sono di fatto non conformi alla
Costituzione. Quella stessa Costituzione che invece gli italiani hanno
affermato di voler mantenere .

Si invoca la
Scienza quale Arbitro Supremo ma non si capisce a quali fonti scientifiche ci
si riferisca. La stessa Stanford University, tempio di Grandi Sacerdoti
Digitali (e non solo) ha ammesso candidamente che gli utenti, in
particolare i Millennial nativi
digitali non distinguono più tra notizie vere e false e accordano il consenso a
quelle con il packaging grafico che
li convince o li seduce di più. Può sembrare “sconfortante” ma … è
così.

La campagna
vuol far ricorso agli strumenti della Scienza. Ma quale Scienza? Quella parte
che vuole applicare i principi del mondo newtoniano a concetti immateriali quali
Libertà, Verità, Affidabilità?

Se solo si
facesse riferimento a quella parte della Scienza che ha accettato Heisenberg
dovremmo insegnare il concetto di indeterminazione ai futuri “balilla
delle fake news” . Qualsiasi Sociologo, che non sia di regime,  sa benissimo che “l”Osservatore modifica
la realtà osservata”, lo insegnano in Metodologia della Ricerca Sociale.
Figuriamoci quante mutazioni avvengono nel palleggio che i Media fanno (hanno
sempre fatto) a loro piacimento nella narrazione dei fatti e figuriamoci quante
mutazioni del Vero originale sono autorizzate dalla facoltà di condivisione e
riproduzione notizie praticata nel web.

Si giungerà a
dare una Patente a chi vuole accedere al Web e a ritirargliela se commette
infrazioni? Speriamo che questa aberrante idea non ispiri i Quattro Cacciatori
di Bufale e i loro futuri balilla. 

On. Presidente
Boldrini, onestamente : la sua preoccupazione e la sua volontà di mettere
ordine sono comprensibili, però nomini un Comitato di Esperti più adeguato alla
contemporaneità e un addetto stampa che li sostenga quando rilasciano opinioni
e interviste che poi finiscono nel web. Consulti e convochi anche i
rappresentanti dell”opposizione democratica in rete. Probabilmente la battaglia
contro le fake news assumerà contorni più realistici.                 

* Glauco Benigni, giornalista, è presidente della Web Activists Community.

[GotoHome_Torna alla Home Page]
DONAZIONE

Native

Articoli correlati