‘
Intervista di Fabio Franchini a Giulietto Chiesa
“È
tutto spettacolo”. Così Giulietto Chiesa, giornalista e politico
storicamente di sinistra, commenta l”operazione Renzi, spinto a Palazzo
Chigi dalla mano degli States per rispondere agli interessi di Wall
Street e per amicarsi Italia, preziosa pedina, nello scacchiere che vede
contrapposti gli Usa alla Germania della Merkel. “Io credo che Renzi
sia la persona più adatta per fare una politica filoamericana.
D’altronde lo ha rivelato lui stesso quando si è paragonato a Tony
Blair, che è stato un servo degli Stati Uniti” continua Chiesa.
Dietro
l’ascesa di Matteo Renzi a Palazzo Chigi non c’è solo De Benedetti.
Pare che una spinta importante sia arrivata anche dagli States,
direttamente dalla Casa Bianca…
Io
credo che Renzi sia la persona più adatta per fare una politica
filoamericana. D’altronde lo ha rivelato lui stesso, senza esitazioni,
quando si è paragonato a Tony Blair, che è stato un servo degli Stati
Uniti: se lo vuole imitare vuol dire che ha questa intenzione. Del resto
il personaggio, per come si presenta, punta molto in alto e siccome i
padroni universali stanno là , dalle parti di Wall Street, immagino che
voglia puntare proprio verso quella direzione. È dunque facile capire
perché Obama è ben felice che Renzi sia al potere (e che possibilmente
vi rimanga).
Prima c’era Letta che è sempre stato etichettato come l’uomo delle banche; a un certo punto non è più andato bene. Perché?
Enrico Letta era un uomo della vecchia guardia. Bisogna fare attenzione
ai particolari: Letta, a differenza di Obama, è andato a Sochi. Queste
cose, per chi ha il comando, sono molto interessanti; si misurano tra di
loro con i dettagli. Letta ha fatto un errore a partecipare alle
Olimpiadi invernali in Russia: ma come? Cosa ci è andato a fare? Non si
devono fare queste cose… Renzi non ci sarebbe mai andato, ecco la
differenza. Da queste piccole cose si possono capire le preferenze dei
padroni del vapore, che un tempo erano più duttili e civili e adesso,
invece, stanno diventando sempre più prepotenti, pretendendo servitori
molto più fedeli.
Renzi, come uomo “scelto” dagli Stati
Uniti, va collocato nel puzzle dello scontro politico economico
Germania-Usa? Obama, più volte, ha criticato la linea Merkel…
Io penso che lo scontro Germania-Stati Uniti sia in corso da tempo ed
entrambi i Paesi fanno i propri rispettivi interessi. Siccome la
Germania è molto forte in Europa, se io fossi al posto di Obama
cercherei di accerchiarla, togliendole ogni aiutante di campo,
isolandola. È un’operazione, ripeto, in corso da tempo. Per esempio…
Prego.
La guerra di Libia è stato un episodio in cui i grandi alleati
americani, Francia e Gran Bretagna, si sono messi in campo, mentre la
Merkel non è andata in Libia a combattere al fianco degli Usa e della
Nato. Il terzo protagonista europeo – di un certo peso economico e
storico – è l”Italia. Conquistare pienamente l”Italia in una visione
esclusivamente atlantica è una mossa che può avere un grande significato
per il futuro. E io credo che a Washington stiano pensando proprio a
questo.
Dunque Renzi come pedina fondamentale in questo scacchiere di rapporti di forza?
Io non ho un solo documento a sostegno di questa tesi – sono cose che
rimangono all’interno di colloqui segretissimi –, ma la mia impressione
generale è che se Enrico Letta fosse uguale a Renzi non lo avrebbero
certo cambiato; lo hanno fatto perché Renzi è molto più filo-americano.
Dovrà dare qualcosa in cambio?
È al potere con tutti i vantaggi del caso. Lo scambio è: “tu stai al
potere e noi facciamo quello che vogliamo fare”. In questi casi non è
mai questione di gratitudine: quanto dai, tanto avrai…
Qualche settimana fa il Financial Times e il Wall Street Journal
hanno speso belle parole per Renzi. Ultimamente il fondo (americano)
Blackstone ha acquistato partecipazioni in Versace e Intesa San Paolo e
il magnate (americano) George Soros il 5% di Immobiliare grande
distribuzione. È un caso?
Mi sembra che, appunto,
siano tutti elementi che vadano in questa direzione. I grandi
proprietari universali – come li chiama Luciano Gallino – si consultano,
si parlano e si danno segnali. Ecco, questi sono tutti segnali in
questo senso: maggiore simpatia e sicurezza verso un governo (meno
tedesco e più americano) che dà garanzie più precise e complete.
Quello degli Stati Uniti potrebbe essere una sorta di nuovo “Piano Marshall”?
Ma qui non c”è alcuna politica di investimenti a difesa della libertà .
Adesso si devono fare le privatizzazioni, a questo starà pensando il
nostro premier. Si deve vendere l”Italia: questo è il progetto. I grossi
pescecani della finanza aspettano proprio questo. A dire il vero, lo
aveva detto anche Letta, ma siamo al discorso di prima: ci sono quelli
che eseguono gli ordini senza tirare le briglie e chi – poco gradito –
le tira. Semmai…
Dica.
L’unico
Piano Marshall possibile in questo momento sarebbe cambiare le regole
della finanza internazionale: mettere fuori legge gli off-shore,
congelare per i prossimi 50 anni un”ingente massa di derivati e così
via. Insomma, tutta una serie di medicine – inevitabili e inesorabili –
che naturalmente modificherebbero il quadro degli equilibri finanziari a
svantaggio di Wall Street, motivo per il quale non si faranno mai.
Cosa si farà invece?
All’ordine del giorno, ribadisco, ci sono le immediate privatizzazioni
di quasi tutto il patrimonio industriale (e anche immobiliare e
artistico-culturale) italiano: è questo che ci dobbiamo aspettare
secondo la strategia dei 50 miliardi del Fiscal Compact. Gli orizzonti
sono questi. Renzi è qui per eseguire i compiti che furono assegnati a
Mario Monti.
È un bene o un male per l’Italia?
Se ci si riferisce alla finanza internazionale è un bene, ma se ci si
riferisce alla condizione umana e materiale del popolo italiano è un
male. Non può essere un fatto positivo, la gente si aspetta tutt”altro.
Naturalmente molti non hanno ancora capito, perché le dinamiche
mediatiche con le quali si promuovono queste operazioni convincono
milioni di persone che questo sia un uomo nuovo, giovane e affascinante
che mette otto donne del governo. Figuriamoci…
Il suo giudizio è dunque negativo.
È tutto uno spettacolo, e la gente, che non ne conosce le regole, ci
casca. Poi piange, a danno fatto. Nell”immediato Renzi prenderà un sacco
di voti, tutti dovuti alla speranza disperata della gente di cavarsela.
Una volta per svelare gli altarini ci volevano 5 o 6 anni, oggi in
molto meno tempo: fra un anno saremo già lì a fare i conti.
L’accelerazione della crisi rende il tutto molto trasparente…
‘