Ma l'Estonia è Europa? | Megachip
Top

Ma l'Estonia è Europa?

Caso Estonia-Giulietto: Il Tribunale di Tallin respinge la richiesta formale di Giulietto Chiesa di cancellazione della decisione di detenzione ed espulsione. Un tema europeo.

Ma l'Estonia è Europa?
Preroll

Redazione Modifica articolo

23 Luglio 2015 - 21.59


ATF

di Giulietto
Chiesa
.


Il Tribunale Amministrativo di Tallin ha respinto ieri la mia richiesta
formale di cancellazione della
decisione di mettermi in stato di detenzione e di espellermi, eseguita lo
scorso dicembre dal Ministero degl’interni della Repubblica di Estonia.

Le motivazioni di questo rifiuto – che sostanzialmente ratifica una decisione
illegale eseguita in violazione delle più elementari norme di rispetto dei
diritti umani – non sono ancora note. Ma la sostanza è chiara: un atto di
arbitrio è stato compiuto nei confronti di un cittadino europeo, impedendogli
di tenere una conferenza che aveva il seguente, pericolosissimo titolo: “L’Europa deve avere paura della Russia?”


In effetti una delle ragioni ufficiali della mia espulsione dall’Estonia è
stata proprio questa: il sottoscritto costituiva una “minaccia alla sicurezza
nazionale dell’Estonia”. Tecnicamente ogni paese dell’Unione Europea ha il
diritto di difendere la propria sicurezza nazionale e di prendere le opportune
misure in tal senso. Resta dunque da dimostrare in che cosa io avrei
rappresentato una tale minaccia. E, per giunta, resta da dimostrare il fatto, davvero
singolare, che io avrei rappresentato una tale minaccia, ma solo per la durata
di un mese. Dopodiché io avrei smesso di essere “minaccioso”. Infatti il
decreto di fermo e di successiva espulsione aveva una data di scadenza,
precisamente il 15 gennaio 2015.


Io, al fine di verificare il senso del pericolo del governo estone, mi
recai nuovamente a Tallin una settimana circa dopo la scadenza della “minaccia”
attribuitami. E scoprii che non ero più “minaccioso”, ma solo “sgradito”.
Tant’è che
mi lasciarono fare la stessa conferenza che mi avevano impedito a dicembre, mafuori dalla capitale, in una cittadina distante qualche chilometro. E scoprii
che qualcuno aveva “suggerito” agli hotel cittadini di non ospitarmi in alcun
senso


Ma c’è altro da ricordare alle autorità giudiziarie estoni. Io fui
prelevato dal mio albergo da un gruppo di agenti, che non avevano – e infatti
non esibirono, su mia richiesta – alcun mandato di fermo. E già questo fu un
atto di totale arbitrio. Solo diversi giorni dopo il mio ritorno in patria
ricevetti le motivazioni. Seconda violazione delle norme (anche di quelle
estoni, oltre che di quelle europee). Fui trattenuto in camera di sicurezza
alcune ore e, infine, liberato, dopo perquisizione personale e dei miei
bagagli, e dopo sequestro del mio cellulare – solo per il deciso intervento
dell’Ambasciatore italiano a Tallinn, Marco Clemente (che qui torno a
ringraziare per la sua intransigente difesa dei miei diritti di cittadini
europeo). Tutto questo senza che io venissi messo a conoscenza delle ragioni di
un tale trattamento.


Il Tribunale di Tallinn ritiene evidentemente che una tale procedura sia
corretta e legittima. Mi spiace anche per i miei concittadini estoni. Ma c’è un
terzo punto da evidenziare. Quali le “ragioni” addotte, a posteriori, per il
mio fermo e la successiva espulsione? Ne elenco solo alcune che, da sole,
dimostrano l’incongruo pasticcio in cui l’Estonia si è cacciata. Io avrei
costituito (per un tempo, chissà perché, limitato a un mese) una minaccia per
l’Estonia in quanto mi proponevo di «ricostituire, con ogni mezzo, l’Unione
Sovietica». Un piano del genere non si può realizzare in un mese. E allora
perché limitare a un mese la mia espulsione e non renderla permanente? Mistero.
Ma poi bisogna dimostrare questa accusa. E cioè bisogna portare le prove.
Ovviamente queste prove, per un mese o per l’eternità, non esistono.

La seconda accusa che ricordo è la seguente: io avrei «incoraggiato e
sostenuto il genocidio del popolo estone». Questa accusa è stata imbastita
sulla base di
un’intervista che io feci, anni prima, a Arnold Meri, eroe
dell’Unione Sovietica, ora defunto senza essere stato condannato da nessun
tribunale estone. In quella intervista – che esibirò nelle successive istanze
giudiziarie – non esiste una sola riga che possa giustificare una tale, del
tutto infamante, accusa.


In realtà, come ben si capisce, le raffazzonate accuse sono servite per
impedirmi di tenere la conferenza che avevo in programma. Cioè per impedirmi di
esprimere le mie opinioni politiche. Ciò in patente violazioni delle norme
vigenti nell’Unione Europea.

A gennaio, lasciando l’Estonia, dichiarai che, se il Tribunale
Amministrativo avesse riconosciuto l’illegalità dell’azione nei miei confronti,
io avrei rinunciato a proseguire l’azione legale. Alla luce dei fatti annuncio
che intendo denunciare il Ministero degli Interni di Estonia per le calunnie e
le offese che si è permesso di esibire nei miei confronti. E annuncio che,
nello stesso tempo adirò al Corte Europea per Diritti Umani. Come chiunque
comprende, questa vicenda trascende la mia persona e implica vaste e rilevanti
questioni politiche. L’Estonia dovrà dimostrare se è parte dell’Europa
antinazista. E l’Europa dovrà dimostrare su quale territorio sono validi i
principi che essa proclama come fondanti.



[GotoHome_Torna alla Home Page]

[GotoHome_Torna alla Home Page]

SOSTIENI LA CRESCITA DI PANDORA TV:

Native

Articoli correlati