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“La revoca della revoca” e il Teatro di Crocetta

Nel caso MUOS il Presidente della Regione siciliana è il protagonista in una pièce di teatro regionale che esalta tutti gli aspetti della sua ambiguità. [Francesco Caudullo]

“La revoca della revoca” e il Teatro di Crocetta
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25 Luglio 2013 - 10.05


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di Francesco Caudullo

Crocetta è un uomo coerente con la propria ambiguità politica, rispetto a quella sua predisposizione che lo induce ad assumere toni gravi, a lasciarsi andare a teatrali atti d’accusa che poi nei fatti ammorbidisce e persino nega.
Cosa avremmo dovuto aspettarci da una simile forgia di Governatore?
Nella vicenda della revoca del MUOS il Presidente della Regione siciliana è stato impeccabile, lasciandosi andare da grande protagonista in una rappresentazione teatrale che ha esaltato tutti gli aspetti della sua ambiguità.

Crocetta ha giocato inizialmente, e assai bene, il ruolo di istrionico e coraggioso anticonformista, vestito i panni della risolutezza e rivendicato i diritti dei siciliani. A tratti è apparso anche un gigante ma è stato solo una parte della rappresentazione che ha messo in scena.

Già perché quella sua risolutezza, quella determinazione che lo ha indotto a dire a Mr Obama che Noi siciliani il MUOS non lo volevamo, nel secondo atto dell’opera ha lasciato spazio al tentennamento di un “vinto” in una performance che a tratti richiama il “verismo siciliano”.

Ed è persino apparso impaurito nel momento in cui ha iniziato a realizzare di avere fatto, per gioco e per facciata, la voce grossa contro la più grande potenza militare mondiale e che questa, con il pieno sostegno del governo nazionale, l’aveva preso sul serio.

Ne è uscito fuori, alla fine, un terzo atto ridicolo nel quale il Governatore ha preferito farsi supportare da Lo Bello. Ma la comica non fa ridere. I due non hanno il talento innato e non sanno improvvisare come erano in grado di fare Franco e Ciccio, Gianni e Pinotto, Ric e Gian, Cochi e Renato, Cip e Ciop e tante altre celebri coppie.

Nessuno ha riso o ride, anzi…. E alla fine l’imbarazzo è stato tale che si è cercata una conclusione affrettata con “la revoca della revoca”. Ovviamente le giustificazioni non sono mancate e non mancheranno.

C’è uno studio dell’Istituto Superiore della Sanità che, nonostante sia considerato lacunoso dagli stessi esperti ai quali la Regione si era rivolta per comprendere la pericolosità del MUOS (in particolare il parere contrario del professore Zucchetti), che viene impugnato.

C’è anche una penale salata da evitare in tempi di crisi.

Peccato, però, che non ci siano gli interessi dei siciliani e che non si rispetti la volontà di un popolo che pacificamente da un anno non fa che ribadire il proprio NO AL MUOS e che spero sostenga adesso, più che mai, i comitati NoMUOS e che si faccia sentire come deve per affermare i propri diritti, la propria libertà.

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