'L''Italia esca dal gruppo Amici della Siria' | Megachip
Top

'L''Italia esca dal gruppo Amici della Siria'

Ministra, sulla Siria le chiediamo di spiegare la partecipazione italiana a un gruppo che pretende, non di affiancare, ma di sostituirsi all’Onu...

'L''Italia esca dal gruppo Amici della Siria'
Preroll

Redazione Modifica articolo

17 Gennaio 2014 - 00.01


ATF

Roma,
15 gennaio 2014

Ministra
Bonino,

come
cittadini italiani, siamo rimasti delusi da ciò che trapela
dall’ultimo Vertice degli undici paesi cosiddetti “Amici della
Siria”, tenutosi a Parigi domenica scorsa, e La invitiamo a darne
conto in parlamento. In particolare Le chiediamo di spiegare la
partecipazione italiana ad un gruppo che pretende, non di affiancare,
ma di sostituirsi all’Onu, sovvertendo le iniziative di pace
intraprese in passato, prima da Annan e poi da Brahimi. Noi
preferiamo chiamare questo raggruppamento gli “Amici della guerra
in Siria” perché, come è facilmente documentabile, molti fra i
suoi undici componenti da tempo sostengono gruppi armati persino
fanatici nel paese.

Ciò
fa sì che, rimanendo in quel raggruppamento, l’Italia si annovera
tra i sostenitori dei jihadisti e de facto sottoscrive la distinzione
aberrante che viene fatta di recente a Washington (e che viene
denunciata dagli stessi analisti statunitensi come Joshua Landis) fra
“al qaedisti buoni”, da sostenere, e quelli “cattivi”. Siamo
alla follia.

Le
vorremmo porre tre domande, dunque, in merito all’ultima riunione
dei cosiddetti “Amici della Siria”:


perché l”Italia e gli altri componenti del raggruppamento non
spendono neanche una parola per condannare quel che è sotto gli
occhi di tutti, ovvero che la guerra in Siria è alimentata
dall’afflusso, da paesi terzi, di armi, denaro e combattenti, in
genere jihadisti? E” forse perché questi “paesi terzi” fornitori
sono proprio gli “Amici della Siria” (ciascuno con il proprio
protetto)? Il comunicato MAE non menziona i loro nomi, ma essi sono:
l”Arabia Saudita, la Turchia, il Qatar, l”UK, la Francia, gli Usa e
probabilmente anche l”Italia, visto l”enorme sbalzo nella fornitura
di armi italiane, a partire dall”inizio del conflitto siriano,
destinate ufficialmente alla Turchia ma verosimilmente alle forze
ribelli che hanno le loro basi in Turchia (da 1,7 milioni di euro di
armi esportate dall”Italia verso la Turchia nel 2009, si è passato
nel 2012 ad oltre 36,5 milioni, dati OPAL);


come può l’Italia rimanere in un gruppo che dà appoggio logistico
e armato (illegale secondo il diritto internazionale) a gruppi
persino terroristici che cercano una soluzione militare alla crisi
siriana, invece di una soluzione politica?


Non Le pare surreale attribuire ad Assad, come Lei ha fatto durante
la riunione a Parigi, tutti gli (stimati) 130mila morti in Siria? Non
sa che la maggior parte di quei morti fanno parte dell’esercito
siriano, e che fra il 40% stimato dei civili, molti sono caduti
vittima di azioni armate dell’opposizione o sono morti fra i due
fuochi? Perché Lei imputa tutti i morti ad una delle parti soltanto?
Le vostre dichiarazioni non fanno che alimentare la caricatura di un
“regime che stermina il proprio popolo”, legittimando un maggiore
afflusso di armi e, nel contempo, paralizzano qualsiasi protesta
pacifista. O è questo il vero scopo delle Sue dichiarazioni?

Ministra,
se la comunità internazionale non impone un embargo totale al
traffico delle armi, i vari e divisi gruppi armati non deporranno mai
le armi e sarà inutile persino la creazione di “corridoi
umanitari”, che verranno usati per rifornire le milizie e quindi
per far durare la guerra. Se vuole veramente favorire la pace e una
soluzione politica in Siria, il Suo dicastero, a nostro avviso,
dovrebbe lavorare per:

1.
far cessare l”afflusso delle armi – per cominciare, dall”Italia –
e chiedere una tregua immediata;

2.
contrastare i tentativi di sabotare la Conferenza di Pace “Ginevra2”,
ad esempio dichiarando che, chi non partecipa, non verrà più
considerata dall”Italia un interlocutore credibile;

3.
far aprire la Conferenza “Ginevra2” a tutti gli attori, ivi
compreso l”Iran, a pieno titolo;

4.
affrontare seriamente il dramma dei profughi, eliminando le
condizioni disumane in molti campi e facilitando il ritorno in patria
laddove possibile;

5.
far venire in Italia anche le opposizioni siriane non violente, per
spiegare agli italiani che una soluzione politica viene ritenuta
possibile anche da chi vuole cambiare l”attuale governo. Finora in
Italia hanno avuto facili visti d”ingresso e facile accesso ai media
solo i siriani che pretendono che le armi siano l”unica strada.

Rete
NoWar-Roma, nowar@gmx.com – Comitato contro la guerra-Milano,
comitatocontrolaguerramilano@gmail.com
[GotoHome_Torna alla Home Page]

Native

Articoli correlati