'In Germania non tutti seguono Washington sull''Ucraina' | Megachip
Top

'In Germania non tutti seguono Washington sull''Ucraina'

'Il giornale tedesco ''Die Zeit'' pubblica una proposta tabù per l''establishment: dopo il golpe a Kiev, l’Europa abbandoni gli USA e si apra alla Russia.'

'In Germania non tutti seguono Washington sull''Ucraina'
Preroll

Redazione Modifica articolo

23 Giugno 2014 - 06.50


ATF

da Sinistra.ch.

Il settimanale tedesco â€œDie Zeit” è forse
il prodotto giornalistico di più alta reputazione in Germania
e notoriamente ha una linea editoriale politicamente liberale,
genericamente centrista. Non è insomma da ritenere un organo
“anti-imperialista” o ostile agli Stati Uniti. Ecco perché quanto
successo il 6 giugno scorso ha dello straordinario. “Die Zeit“ ha
infatti aperto il suo portale online con un incredibile attaco frontale
alla politica vigente dell’Unione Europea, in riferimento al conflitto
in Ucrania. Lo ha fatto dando voce a Chris Luenen, direttore del programma geopolitico del Global Policy Institute a Londra, il quale propone all’UE di smetterla di sottomettersi a una strategia made in USA, e imparare piuttosto a difendere i propri interessi: â€œL’Europa sin da sempre è stata debole nel difendere i propro interessi“, ha dichiarato l’autore.

L’UE non deve dipendere dagli USA 

L’articolo, intitolato “Politica estera: L’Europa deve ricalibrare le relazioni con gli USA” (con a pagina 2: “La Grand Strategy statunitense non è nell’interesse dell’Europa“)
constata che l’UE segue una strategia definita unilateralmente da
Washington, invece di definire una strategia in base ai propri
interessi. Interessi, i quali raccomanderebbero a Bruxelles di allearsi
più strettamente con la Russia. L’UE dovrebbe sviluppare pure le
relazioni transatlantiche, secondo l’autore, ma cercare di imporre i
suoi interessi anche verso gli amici.

L’articolo ricorda la strategia formulata tempi addietro dall’ex-consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Zbigniew Brzezinskiche definiva l’Europa quale â€œirrinunicabile testa di ponte geopolitica” degli USA nel territorio eurasiatico“.
In effetti, Brzezinski aveva formulato in forma inequivocabile gli
interessi degli USA nell’Ucrania: â€Senza l’Ucrania, la Russia non è più
un impero euro-asiatico (…) Se invece Mosca dovesse riconquistare il
dominio sull’Ucrania con 52 millioni di abitanti, importanti risorse
naturali e l’accesso al Mar Nero, la Russia otterrebbe automaticamente i
mezzi per diventare un impero potente di estensione euro-asiatica.” (Brzesinski, The Grand Chessboard, 1997). 

Per Chris Luenen: â€sarebbe abbastanza
facile cercare di assicurare gli interessi occidentali in fatto di
energia e di sicurezza tramite la costruzione di un partenariato con la
Russia (e con l’Iran), pittosto che che continuare a mirare di
sottomettere la Russia agli interessi e strutture occidentali”. L’autore
continua ritenendo â€œla decisione di allargare la zona di
influsso occidentale verso Est, tramite una progressiva espansione
dell’UE e della NATO” come il più grave â€errore strategico
dell’Occidente sin dalla fine della guerra fredda”. Chiarissimo. Prima
di lui era stato il ministro degli esteri di Cuba, il comunista Bruno Rodriguez
che, proprio a seguito del golpe a Kiev in febbraio chiaramente
eterodiretto, aveva dichiarato: â€La volontà di estendere la NATO sino
alle frontiere della Federazione Russa costituisce una grave minaccia
per la pace, la sicurezza e la stabilità internazionale”. Una
constatazione ragionevolissima per chiunque non sia accecato da una
visione neo-colonialista della geopolitica, ma che né la neutrale
Svizzera né i liberi mezzi di informazione europei si erano degnati di
sottoscrivere.

Una svolta politica sensazionale

Solitamente il giornale â€œDie Zeit” difende
dei concetti e delle posizioni che sono rappresentati anche
nell’establishment della politica tedesca. Nel conflitto dell’Ucrania il
settimane aveva finora partecipato alla tendenza prevalente, cioè
quella che giustificava il regime golpista di Kiev ad attaccare la
Russia di Vladimir Putin e le forze definite come “separatisti
pro-russi”. Se oggi invece questo giornale, i cui contenuti sono
fortemente controllati, osa pubblicare un tale articolo che di fatto
difende un riorientamento dei principi fondamentali della politica
estera di Berlino (e di Bruxelles), siamo di fronte senza dubbio a
qualcosa di sensazionale.

D’altronde non si tratta del tutto di
una sorpresa, perlomeno per chi sappia analizzare le espressioni
politico-ideologiche da un punto di vista materialista e dialettico: le
forze dell’economia, le leggi dentro le quali si muovono i flussi di
capitale, così come le leggi che determinano le relazioni tra gruppi
capitalisti di diversa composizione nazionale, trovano forzatamente la
loro espressione anche al livello delle sovrastrutture
ideologiche. Importanti settori dell’industria tedesca, infatti, si sono
nettamente opposti alle tendenze di seguire ciecamente il diktat di
Obama, relativo alle sanzioni economiche contro la Russia. La Germania è
oggi il Paese dell’area atlantica che si oppone in maniera più vigorosa
all’egemonia statunitense. E il recente affare di spionaggio da parte
del NSA americano (incluso lo spionaggio industriale) si rivolge non a
caso in prima linea contro la Germania; arrivando addirittura a non
risparmiare nemmeno la sfera privata della cancelleria democristiana Angela Merkel. Il che ha certamente aperto gli occhi all’uno o l’altro.

L’eco dell’articolo in Germania

Osserviamo ancora che la tendenza
fortemente anti-russa dei media tedeschi, viene fortemente contestata
dai lettori. Da mesi, i blogger si rivoltano in massa contro le
direttive informative delle maggiori redazioni. La maggior parte dei
commenti dei lettori sui siti dei vari giornali si pronunciano contro la
politica occidentale. E anche qui troviamo un’eccezione: questa volta,
infatti, i lettori concordano con l’articolo e lo lodano: â€œGrazie, un vero raggio di luce nell’oscurità!” scrivono vari blogger.

Il portale german-foreign-policy.com,
che si è fatto un nome come critico della svolta imperialista e delle
tendenze militariste della Germania riunificata,  trova l’articolo
uscito sul “Die Zeit“ notevole proprio perché nei principali
veicoli di informazione tedeschi (e non solo) prevaleva finora una
narrazione collettiva di matrice chiaramente anti-russa, individuando in
Putin il nuovo nemico della civiltà occidentale. Il contributo di Chris
Luenen invece deroga di maniera significante a questa linea che finora
era seguita anche dalla redazione del “Die Zeit“.

La Neue Rheinische Zeitung (NRhZ, orientata al giornale omonimo fondato nel 1848 da Karl Marx)
fa osservare che le idee espresse dall’articolo dell’esperto in
geopolitica non sono isolate: se ne comincia a parlare, insomma, pure a
Berlino e persino nei circoli tradizionalmente orientati verso
l’atlantismo e alla lealtà verso il governo nordamericano.

[…]

Per leggere l”intero articolo, clicca su questo link:

http://www.sinistra.ch/?p=3523.

Vi si leggeranno le posizioni del Partito Comunista della Svizzera
Italiana, che riunisce molti giovani esperti nello studio delle
dinamiche economiche e nella cooperazione internazionale
.

SOSTIENI LA NASCITA DI PANDORA TV:

[GotoHome_Torna alla Home Page]

Native

Articoli correlati