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Crisi ucraina : Putin, NATO, Europa, chi sono i veri responsabili?

Dalla prospettiva della vecchia destra liberale, su le Figaro si critica il discredito addossato a Putin sull’Ucraina, che nasconde pesanti responsabilità di UE, USA e NATO

Crisi ucraina : Putin, NATO, Europa, chi sono i veri responsabili?
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19 Agosto 2014 - 15.33


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di Alexis Feertchak.

Nel 2012, Mitt Romney, candidato repubblicano per la Casa Bianca, aveva
dichiarato
che la Russia era il
principale avversario geopolitico degli Stati Uniti, il che aveva lasciato sbalorditi
i commentatori politici. Davanti a un
uso così imbarazzante dell’obsoleto pacchetto software della Guerra fredda, Barack Obama si era mostrato leggermente
beffardo, mentre per il popolo americano,
la minaccia islamista probabilmente pesava di più di quella dell’ex
Unione Sovietica.

L”attuale inquilino della
Casa
Bianca ora deve far buon viso a cattivo gioco: mentre lo Stato islamico ricorda agli Stati Uniti che la minaccia islamista non è morta con Bin
Laden, gli Stati Uniti si sono messi ironicamente nella
scomoda posizione di Mitt Romney, nel quadro di un
confronto diretto con
la Russia. Ma
in questo gioco, è probabile che alla fine resteranno
solo dei
perdenti e un sacco di
vittime, a cominciare dagli stessi ucraini.

Il centenario della guerra del 1914 viene commemorato
ovunque con una certa intensità, ma abbiamo forse
dimenticato
che la Germania nazista
è stata costruita in gran parte sul sentimento di umiliazione nato dalle ceneri della Prima Guerra Mondiale e sui trattati di pace scritti in modo che la Germania fosse messa sul lastrico?
Abbiamo inoltre dimenticato
la lezione delle due
guerre mondiali, sul fatto che le
democrazie
non si combattono tra
loro
e che, di conseguenza,
si deve fare di tutto per incoraggiare
la Russia a
farsi strada verso la democrazia?

L”implosione morbida dell”URSS fu un
miracolo
laddove si pensi ai
mille altri modi in cui avrebbe potuto concludersi
la Guerra fredda
. E come ha notato
Vladimir
Federovski, il merito
dei russi in questa
rivoluzione
pacifica che ha fatto
cadere
il totalitarismo sovietico
è immenso. In che modo questo merito fu
ricompensato, se non con il
motto millenario dei vincitori, «Guai ai
vinti
»? Dal 1991, quando il
Patto di Varsavia è crollato, l”ossessione americana di
far avanzare
la NATO ai confini
della Russia
non è mai stata
smentita dai fatti. Nonostante la promessa fatta da Reagan a Gorbaciov, l”Ungheria,
la Polonia e la Repubblica
ceca
sono entrate nella NATO
nel 1999, seguite da Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Slovenia
nel 2004. Con la Rivoluzione
arancione
in gran parte finanziata
dagli Stati Uniti, l”Ucraina, a sua volta, ha espresso il desiderio di aderire alla NATO, cosa
che fu infine respinta
in occasione del
vertice di Bucarest nel 2008. Quali che siano le buone intenzioni degli ucraini, la rivoluzione di Maidan
entra,
così come la Rivoluzione arancione, in questo contesto, sperato da parte degli Stati Uniti, volto a un allargamento della NATO all’Ucraina. Come si può credere che la Russia non avrebbe reagito a un simile assedio?

George Kennan, che pure era all’origine
della dottrina
Truman del “contenimento”
contro l”Unione Sovietica, già spiegava nel 1998
che l”espansione sconsiderata della NATO produrrebbe un
nuovo confronto
tra gli Stati Uniti e la Russia: «I russi reagiranno
progressivamente e
questo influenzerà
le loro politiche. Penso che sia un tragico errore. Nessuno è stato minacciato. Questa estensione [della NATO] farà rivoltare nella tomba
i padri fondatori di questo paese».
E aggiunse: «Sono stato particolarmente infastidito dalle rimostranze
fatte
alla Russia, come se questo
paese volesse a
tutti i costi
attaccare l”Europa
occidentale
. La gente non capisce?
Le nostre differenze erano con il regime comunista sovietico. E ora, voltiamo
le spalle alle stesse persone che hanno organizzato la più grande
rivoluzione
della Storia per
porre fine
al regime sovietico,
e senza spargimento di sangue!».

Nello stesso articolo pubblicato
sulla rivista Foreign
Affairs
, George Kennan osservava che esiste una “disonestà“
nel ragionamento americano. Gli Stati Uniti spiegano da un lato che la NATO deve continuare ad avanzare per evitare il rischio
di un intervento russo nelle ex repubbliche sovietiche,
sapendo dall’altro che l’avanzata della NATO
sarebbe vissuta dai
russi
come un’aggressione diretta
alla quale dovrebbero necessariamente rispondere. In realtà, gli
americani
mettono i piedi nella tagliola del paradosso
filosofico della profezia
che si autoavvera
: X attacca
preventivamente Y pensando che Y lo attaccherà, così
che Y si
difende e attacca
a sua volta. Alla fine, X può effettivamente dire:
«Y mi ha proprio attaccato,
avevo ragione a prevenire il suo attacco»,
senza vedere che l”attacco di Y, che era l’intera causa della sua aggressione preventiva, è soprattutto il suo effetto.

Non si potrà che condannare la Russia qualora entri in
Ucraina
per difendere la Repubblica
Autonoma
popolare di Donetsk,
vicina alla sua caduta. Limitandosi
a questa evidente convinzione, ci si dimenticherebbe di chiedersi chi siano tutti i giocatori che
hanno spinto le pedine così lontano. E si
ometterebbe allora di riconoscere
che al di là della responsabilità diretta della Russia, la responsabilità
americana, ancorché indiretta, non è
affatto nulla nelle crescenti tensioni
che l”Ucraina
potrebbe continuare a vivere domani.

L’Europa, anch’essa impegnatasi
fin dall”inizio del
conflitto
dando voce al confronto
contro la Russia, non fa eccezione.
Attraverso le sue sanzioni economiche,
il vecchio continente solleva con zelo
la spinta verso gli estremi
, senza vedere che la politica di demonizzazione
della Russia
va in senso contrario alle lezioni duramente apprese nelle due guerre mondiali: anche se solo le democrazie non
si fanno la guerra, ogni sentimento di
umiliazione allontanerà la Russia dalla democrazia e attizzerà semmai il nazionalismo.
Coloro che criticano unilateralmente Putin senza
cercare
tutti i dettagli del caso
sono davvero di cortissime vedute: la
questione non è tanto Putin quanto chi gli succederà nel 2022.
Fino ad allora, vogliamo che Vladimir Vladimirovic sia
superato
dai democratici alla sua sinistra o dai
nazionalisti alla sua destra?

L”Unione europea, nel chiedere all”Ucraina di scegliere tra l”Europa e la Russia attraverso il suo accordo di associazione, e gli Stati Uniti, nel desiderare a tutti i costi di espandere la NATO, hanno scelto il
percorso dello scenario catastrofico.
La questione è se si tratti di un errore o
di
malafede da parte dell”Occidente.

Alexis Feertchak
è fondatore del sito web e l”applicazione
I-philo. Collabora con la rivista Philo magazine.


Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.



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