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Il Minculpop del giorno dopo

La Repubblica si conferma leader nella rielaborazione creativa delle tecniche di propaganda di guerra. Ecco due eccellenti esempi recenti. [Piotr]

Il Minculpop del giorno dopo
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1 Novembre 2014 - 22.57


ATF

di
Piotr
.

La
Repubblica
si conferma leader nella rielaborazione creativa delle
tecniche di propaganda di guerra. Il 31 ottobre scorso ne ha
fornito due eccellenti esempi.

Primo
esempio.

Pagina
18. Titolo: «Gas, accordo Kiev-Mosca …». Sommario: «…
Nuovo attacco dei ribelli nell’Est: sette morti».

Contenuto,
verso la fine:

«[Il
debito per la fornitura del gas costringe gli ucraini] a ridurre, per
mancanza di soldi, l’offensiva contro i ribelli nell’Est del
Paese che proprio ieri hanno lanciato un nuovo contrattacco a Donetsk
e a Mariupol uccidendo sette militari di Kiev
».

Dunque
gli ucraini, intesi come esercito regolare e battaglioni di
volontari nazisti
– se
si vuol essere precisi e documentati – devono ridurre l’offensiva
contro le milizie della Novorussia. Poveretti!

Poveretti?

Ma
come? Non c’era una tregua? E se c’era una tregua perché Kiev
ha in corso un’offensiva
che (purtroppo, suggerisce La
Repubblica
) deve ridurre? Il famoso “attacco” del sommario si
rivela poi essere un contrattacco. Che è cosa ben diversa. Perché
un conto è un attacco che spezza una tregua e un altro conto è un
contrattacco che serve a difendersi da chi la tregua l’ha spezzata.

Infatti
è noto, ma non ai lettori della Repubblica, cioè alla
sedicente intellettualità di sinistra, che da giorni i
cannoni di Kiev stanno martoriando a casaccio i civili di Donetsk,
come hanno sempre fatto dall’inizio del conflitto.

Poveretti,
questi ucraini: devono ridurre il massacro!

Secondo
esempio.

A
pagina 19 si continua sullo stesso tono.

Titolo:
«Aereo russo sospetto, paura a Londra. La Nato: “vigiliamo le
provocazioni”
».

Cosa
hanno fatto questa volta quei diavoli di Russi? Nulla. Esattamente
nulla. Se ne stavano a casa loro. Infatti dopo il roboante titolo ci
viene spiegato che l’aereo sospetto era di fabbricazione russa ma
di proprietà lettone, cioè di proprietà di un Paese della Nato!

Se ne
deduce che se la Nato vigila sulle provocazioni, allora vigila su se
stessa. Era l’ora!

A
proposito, cari redattori della Repubblica, si dice “vigilare sulle
( o contro le) provocazioni”, non “vigilare le provocazioni”.
Oppure lo avete detto apposta? Infatti il verbo “vigilare” in
forma transitiva significa normalmente “sorvegliare che una cosa
funzioni”. Era questo che volevate dire?

Se era
questo vi dice male, perché le provocazioni della Nato funzionano
sempre meno. E qui passiamo al secondo capitolo.

Ho
dovuto constatare con desolazione, ma non con stupore, che diversi
amici di sinistra pensano veramente che a creare il caos sia Putin.
“Perché vuole rifare l’Unione Sovietica!”, dicono. Ed erano di
sinistra. Vabbè.

Purtroppo
Putin non ci pensa nemmeno lontanamente.

Se fai
notare che la Russia non ha invaso i Paesi baltici e l’Ucraina
mentre l’Occidente ha stracciato tutti i trattati di sicurezza
collettiva facendo entrare uno a uno i Paesi dell’ex Patto di
Varsavia nella Nato, cosa che si era promesso di non fare coi
trattati di Helsinki e di Parigi, per l’appunto, mi sento persino
rispondere a) che i trattati sono fatti per essere stracciati, b) che
quei Paesi hanno fatto bene ad entrare nella Nato perché così gli
entrano un sacco di soldi.

In
realtà c’è della saggezza in queste cose: c’è sempre
qualcuno che specula sulle guerre e ci guadagna
.

Questa,
dunque, è l’attuale saggezza della sinistra forgiata dal
Minculpop
.

Attenzione,
non è mica detto che essa sia d’accordo con Renzi. Anzi! Ma quando
si passa alla politica estera, ecco che salta fuori la tradizionale
inconsistenza e superficialità italiana per gli affari
internazionali, che ancora riteniamo essere quella cosa di cui nun
ce ne pò fregà de meno
. Chi invece vuole fare qualche
incursione in quel regno sconosciuto attraverso la pubblicistica
mainstream, ha
solitamente a disposizione o la beata evanescenza tendente al nulla o
la versione in prosa (a volte zoppicante) delle veline imperiali.

Ma
sembra che ciò basti.

Così
come la “certa kual kultura”, per dirla con Stefano Benni,
era la cultura del giorno dopo la lettura della terza pagina,
la “certa kual idea geopolitica” è quella del giorno
dopo la lettura di titoli e sommari
.

Per
fortuna ci sono gli analisti italiani della Difesa e l’élite
statunitense a dire le cose come stanno. Infatti noi credevamo di
essere soli nel denunciare l’aggressività americana e Nato, ma non
era vero. Pensavamo di essere soli perché guardavamo dalla parte
sbagliata a causa di un torcicollo pregresso.

Leggete
ad esempio cosa viene detto sul sito “Rivista Italiana Difesa”
nell’articolo di uno dei suoi direttori “
Giù nel Calderone? La nuova Guerra Fredda“.

Analisti
antimperialisti o semplicemente dotati di buon senso, quella
particolare dote che fa difetto alla sinistra e al suo codazzo di
kual akkulturati?

Ma
l’ultimo numero del prestigioso
Foreign
Affairs
è ancora più
impressionante.
John J.
Mearsheimer
,
distinguished professor
di Scienze Politiche all’Università di Chicago, nell’articolo
“
Why the Ukraine Crisis Is the West’s Fault”
afferma che l’offerta all’Ucraina di entrare nella Nato è
l’ultima di una serie di mosse ostili e di provocazioni che
minacciano direttamente la Russia e contro le quali Vladimir Putin
sta reagendo con efficacia ma anche con saggezza.

Ma chi
dice queste cose da noi è guardato con sospetto dalla sinistra kual
akkulturata: “Mica ti piacerà Putin!”. Sì, è il mio ideale di
uomo. Peccato che non sia gay. O magari non vuole fare outing. Sai,
con tutti quei pope tra i piedi!

Scherziamo,
scherziamo, ma siamo finiti su una china pericolosissima e sempre più
ripida.


Tornando
seri e concludendo, le affermazioni più decise provengono da Paul Craig Roberts, l’ex assistente al Tesoro dell’amministrazione
Reagan. Sentite un po’ e capirete perché dico che anche ai piani
alti si inizia ad aver paura della macchina mostruosa che si è messa
in moto:

«Mettete
a confronto Putin col corrotto criminale di guerra alla Casa Bianca o
i suoi burattini in carica in Germania, UK, Francia, Giappone,
Canada, Australia, e vedrete la differenza tra una cricca criminale e
un leader che si batte per un mondo umano e vivibile in cui gli
interessi di tutti i popoli siano rispettati
».

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