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Il Califfato voluto dagli Usa

Gli Usa sono divenuti militarmente impotenti? No: se l’ISIS sta avanzando in Iraq e Siria, è perché a Washington vogliono proprio questo. [Manlio Dinucci]

Il Califfato voluto dagli Usa
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30 Maggio 2015 - 21.59


ATF

di
Manlio Dinucci
.

Mentre
l’Isis occupa Ramadi, la seconda città dell’Iraq, e il giorno
dopo Palmira nella Siria centrale, uccidendo migliaia di civili e
costringendone alla fuga decine di migliaia, la Casa Bianca dichiara
«Non ci possiamo strappare i capelli ogni volta che c’è un
intoppo nella campagna contro l’Isis» (The New York Times,
20 maggio)

La
campagna militare, «Inherent Resolve», è stata lanciata in Iraq e
Siria oltre nove mesi fa, l’8 agosto 2014, dagli Usa e loro
alleati: Francia, Gran Bretagna, Canada, Australia, Arabia Saudita,
Emirati Arabi Uniti, Bahrain e altri. Se avessero usato i loro
cacciabombardieri come avevano fatto contro la Libia nel 2011, le
forze dell’Isis, muovendosi in spazi aperti, sarebbero state facile
bersaglio. Esse hanno invece potuto attaccare Ramadi con colonne di
autoblindo cariche di uomini ed esplosivi. Gli Usa sono divenuti
militarmente impotenti? No: se l’Isis sta avanzando in Iraq e
Siria, è perché a Washington vogliono proprio questo.

Lo
conferma un documento ufficiale dell’Agenzia di intelligence del
Pentagono, datato 12 agosto 2012, desecretato il 18 maggio 2015 per
iniziativa del gruppo conservatore «Judicial Watch» nella
competizione per le presidenziali 1.

Esso
riporta che «i paesi occidentali, gli stati del Golfo e la Turchia
sostengono in Siria le forze di opposizione che tentano di
controllare le aree orientali, adiacenti alle province irachene
occidentali», aiutandole a «creare rifugi sicuri sotto protezione
internazionale». C’è «la possibilità di stabilire un principato
salafita nella Siria orientale, e ciò è esattamente ciò che
vogliono le potenze che sostengono l’opposizione, per isolare il
regime siriano, retrovia strategica dell’espansione sciita (Iraq e
Iran)». Il documento del 2012 conferma che l’Isis, i cui primi
nuclei vengono dalla guerra di Libia, si è formato in Siria,
reclutando soprattutto militanti salafiti sunniti che, finanziati da
Arabia Saudita e altre monarchie, sono stati riforniti di armi
attraverso una rete della Cia (documentata, oltre che dal
New
York Times
2,
da un rapporto di «Conflict Armament Research»).

Ciò
spiega l’incontro nel maggio 2013 (documentato fotograficamente)
tra il senatore Usa John McCain, in missione in Siria per conto della
Casa Bianca, e Ibrahim al-Badri, il «califfo» a capo dell’Isis 3.

Spiega
anche perché l’Isis ha scatenato l’offensiva in Iraq nel momento
in cui il governo dello sciita al-Maliki prendeva le distanze da
Washington, avvicinandosi a Pechino e Mosca
.

Washington,
scaricando la responsabilità della caduta di Ramadi sull’esercito
iracheno, annuncia ora di voler accelerare in Iraq l’addestramento
e armamento delle «tribù sunnite». L’Iraq sta andando nella
direzione della Jugoslavia, verso la disgregazione, commenta l’ex
segretario alla difesa Robert Gates. Lo stesso in Siria, dove Usa e
alleati continuano ad addestrare e armare miliziani per rovesciare il
governo di Damasco. Con la politica del «divide et impera»,
Washington continua così ad alimentare la guerra che, in 25 anni, ha
provocato stragi, esodi, povertà, tanto che molti giovani hanno
fatto delle armi il loro mestiere. Un terreno sociale su cui fanno
presa le potenze occidentali, le monarchie loro alleate, i «califfi»
che strumentalizzano l’Islam e la divisione tra sunniti e sciiti.
Un fronte della guerra, al cui interno vi sono divergenze sulla
tattica (ad esempio, su quando e come attaccare l’Iran), non sulla
strategia.

Armato
dagli Usa, che annunciano la vendita (per 4 miliardi di dollari)
all’Arabia Saudita di altri 19 elicotteri, per la guerra nello
Yemen, e a Israele di altri 7400 missili e bombe, tra cui quelle
anti-bunker per l’attacco all’Iran.

Fonte:
il manifesto.



NOTE

2. 
«
Arms
Airlift to Syria Rebels Expands, With Aid From C.I.A.
»,
di

C. J. Chivers
e
Eric Schmitt, 
The
New York Times
,
24 mar
zo
2013.

3. â€œJohn McCain, maestro concertatore della “primavera araba”, e il Califfo”,
di Thierry Meyssan, 
Megachip-Globalist(Italia), Rete
Voltaire
,
18 agosto 2014. “
John
McCain ammette di essere in contatto costante con l’Emirato
islamico
”,
Rete
Voltaire
,
23 novembre 2014.

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