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'Il blocco navale di Gaza c''è: lo confermano le forze armate israeliane'

Freedom Flotilla sequestrata: il governo israeliano dimostra di farsi valere solo con la violenza, l’autoritarismo e comprando la complicità di altri governi

'Il blocco navale di Gaza c''è: lo confermano le forze armate israeliane'
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Redazione Modifica articolo

30 Giugno 2015 - 07.52


ATF

di
Marisa Conte
.

Come ormai si sa, il peschereccio “Marianne”, battente bandiera svedese e
facente parte della missione Freedom Flotilla III, è stato fermato dalle Forze
navali israeliane in acque
internazionali
. Un vero e proprio atto di pirateria, come risulta dal comunicato
dell’IDF
(le forze armate israeliane).

I contatti della Coalizione con la barca si
sono interrotti alle ore 22,57 (UTC) di ieri. Posizione della barca: 31°43” N,
32°22”, a circa 105 miglia nautiche dalla sua destinazione, Gaza.

Quando assalta una Flotilla, Israele taglia
tutte le comunicazioni.

Sono stati quindi diffusi i video
preregistrati di alcuni dei passeggeri, intitolati “#S.O.S. Flotilla: se vedete questo video, vuol dire che”:

Passeggeri, barca e carico di aiuti sono,
in questo momento, in viaggio verso il porto israeliano di Ashdod, dove le
persone verranno interrogate e le cose sequestrate. Ship to Gaza Sweden,
proprietaria della barca, ha emesso un comunicato di protesta, con cui chiede che
passeggeri ed equipaggio di Marianne vengano rilasciati, subito, per poter
riprendere il viaggio verso la loro vera destinazione: Gaza City.

Subito dopo l’interrogatorio o tra qualche
giorno, i partecipanti alla missione verranno rilasciati, augurandoci che
nessuno di loro abbia subito violenza.

I palestinesi
della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, invece, sono prigionieri a vita
. È
il Governo israeliano che decide per loro: quando e quanto possono mangiare,
quando e se possono recarsi all’estero, se e quanti aiuti possono ricevere, se
possono andare in un ospedale a farsi curare o se devono morire, a un
checkpoint, in attesa del permesso.

Come scrive oggi il parlamentare israeliano
che era su “Marianne”, Basel Ghattas,
Israele vuole che i palestinesi siano divisi tra loro (i rifugiati della
Striscia di Gaza e quelli della Cisgiordania, i residenti in un villaggio
divisi da un muro da quelli di un altro villaggio, i profughi costretti a
lasciare la Palestina, a seguito della pulizia etnica, i Palestinesi che
vivono, discriminati, in Israele).

Per Ghattas, il rifiuto di Israele della
soluzione due Stati sta spingendo, sempre più, i Palestinesi a unirsi e a
chiedere un unico Stato con eguali diritti (http://www.huffingtonpost.com/dr-basel-ghattas/the-flotilla-question_b_7674866.html).

Ma Israele, che persegue da circa 70 anni
una politica di pulizia etnica della Palestina, vuole che i Palestinesi siano
divisi anche dal resto del mondo e contro ogni evidenza nega costantemente che
ciò sia vero. Nega di aver imposto un blocco sulla Striscia di Gaza e liquida
le missioni della Freedom Flotilla come missioni terroristiche e bugiarde
(anzi, nell’ultima sua esternazione, Netanyahu ha parlato di “stupro della
verità”).

Fa molto piacere, quindi, leggere,
stamattina, il succitato comunicato
dell’IDF
sull’azione di ieri, in cui si dice:

“Dopo
(aver provato) tutti gli estenuanti canali diplomatici, il Governo israeliano
ha ordinato alla Marina Militare israeliana di dirottare una barca per prevenire
la violazione del blocco navale della Striscia di Gaza.”

“dirottare” e
“violazione del blocco navale”.
Esplicito, no?

Chi ha vinto e chi ha perso, quindi?

Ha vinto la Freedom Flotilla (e con essa i
milioni di cittadini del mondo che si sentivano, virtualmente, a bordo). È riuscita,
ancora una volta, a puntare i riflettori sulle ambiguità e la violenza di
Israele. È riuscita, ancora una volta, a dimostrare
che il blocco israeliano della Striscia di Gaza è illegale
, come sancito
dalla legislazione internazionale e dalle numerose risoluzioni dell’ONU, e che Israele impedisce la libera navigazione,
nel Mediterraneo, dove ha esteso la sua sovranità.

Vincono i palestinesi che hanno avuto una nuova prova che le loro lotte per la libertà e la giustizia
non sono dimenticate
e, soprattutto, non sono inutili.

Perde il Governo israeliano che dimostra di
non saper far valere le proprie ragioni (se ne ha) se non con la violenza,
l’autoritarismo e comprando la complicità dei Governi di altri Paesi, che
dovrebbero essere sovrani, e di istituzioni
internazionali
, che dovrebbero essere super
partes
e rispettose solo della legalità. Capaci, invece, di contraddire
anche se stessi. Perdenti, anche loro.

Perdono i giornalisti, in particolare quelli nostrani, che, in uno slancio di
autoesaltazione massima, quest’anno, non si sono limitati a dare poche
informazioni su una missione di grande rilievo politico, come di solito fanno.
Quest’anno, non ne hanno mai, minimamente, accennato. Qualche notizia uscita,
oggi, sui fatti di stanotte non è poco: è niente.

Israele ha ordinato il silenzio e lo ha ottenuto.

Alla prossima!

Fonte: “We are
all on the Freedom Flotilla 2 – News”

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