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La vera Siria e la possibile rinascita del Levante

'Reportage tra Beirut e Damasco. La battaglia del Qalamoun, la ricostruzione rapida, l''ISIS che incombe, le azioni di Hezbollah contro le bande jihadiste, la voglia di normalità'

La vera Siria e la possibile rinascita del Levante
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8 Settembre 2015 - 20.30


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di Talal Khrais.

DAMASCO
РQuantӏ vicina Beirut a Damasco. Lasciamo la capitale libanese per raggiungere
la capitale siriana, assieme ad alcuni reporter. Nei giorni scorsi avevamo
parlato della profonda crisi politica che vive il Paese dei Cedri, che pure mantiene
il suo complicato mosaico di identità a un passo dalla Siria, dove invece il
mosaico è scomposto dalla guerra. Appena 110 chilometri separano le due capitali.
Lungo il tragitto vediamo le tante ville che punteggiano le due città turistiche di Aley e
Bhamdoun, nel territorio del Monte Libano. Antiche case libanesi dallo stile
quasi veneziano, o toscano, sopravvissute miracolosamente agli avidi immobiliaristi
che radono al suolo gli edifici storici. L”identità e la storia resistono a
fatica. Quel che non fanno le bombe a volte fa il denaro, e lo fa troppo in
fretta.

Passiamo
nella Valle della Beqaa, il paniere alimentare del Libano. Un tempo fu terra di
riserva del grano per i romani che dominarono questa regione.

La
guerra è dietro l”angolo. La mancanza di accordo nell’elezione del capo dello
Stato ha approfondito le linee di frattura preesistenti nella società
libanese, e ha rallentato le politiche sociali ed economiche, con gravi conseguenze
sull’economia del Paese, che subisce una fase assai stagnante, dovuta anche
agli alti livelli di corruzione. Ma su tutto incombono gli avvenimenti in
Siria. Nel territorio libanese ormai una persona su cinque è siriana. Data la
difficoltà di censire i rifugiati, c”è chi dice sia già una su tre. Qualsiasi proporzione
demografica è direttamente minacciata dalla tenuta o meno del grande vicino.

È
dopo un ora di viaggio che arriviamo al confine con la Siria. Il primo passo è
ottenere il visto al confine. E’ tutto tranquillo. I funzionari siriani di
frontiera, sorridenti, ci chiedono per quale squadra italiana tifiamo. La
maggior parte tifa Juventus, uno solo la Roma.

Ci
lasciamo dietro il confine, certi che l’autostrada verso Damasco è tranquilla poiché
vaste aree che prima erano occupate da bande armate sono state liberate. Poco
dopo si odono però alcuni boati. Passiamo infatti vicino alla strada che porta
a Zabadani nella regione del Qalamoun, quasi tutta liberata da Hezbollah e
dall’Esercito siriano. L’esercito e gli alleati libanesi stanno infatti lanciando
l’offensiva finale contro l’ultima roccaforte del gruppo terroristico Ahrar Al-Sham. Si sentono colpi di artiglieria pesante e attacchi aerei. Nei giorni
scorsi sono state inflitte pesanti perdite ai vari gruppi legati ad al-Qa”ida.

Zabadani
è una zona strategica situata sulla strada tra Beirut e Damasco e
rappresenterebbe un baluardo strategico decisivo per il presidente Bashar Al-Assad. I
terroristi jihadisti occupavano la città dal luglio 2012, minacciavano sia
Damasco a 30 km, sia i villaggi libanesi che si trovano a soli 12 km dalla località
turistica.

Ci
fermiamo a un posto di blocco militare e i soldati ci invitano a non scattare foto.
Il morale appare alto perché le zone più strategiche del Paese sono state
liberate. Prima i militari dicevano ”viva Assad”, oggi dicono ”viva Assad e
Putin”. Recentemente i russi hanno infatti fornito armi sofisticate
all’Esercito siriano. E stanno funzionando. Parliamo con un ufficiale, Said. Ci
porta in una casetta dove dormono i soldati e ci racconta: «nonostante lo
spargimento di sangue e la grave pressione economica, la Siria avanza verso la
vittoria militare e strategica che trasformerà il Medio Oriente».

I
siriani non nascondono affatto l’aiuto russo. L”ufficiale siriano ne parla
tranquillamente: «è normale che la Russia ci aiuti. Quel che non è normale è il
sostegno che anche il vostro Paese fornisce a gruppi di miliziani che agiscono
per sabotare il nostro Stato e ottenere il suo smembramento per linee
confessionali, ma grazie a Dio hanno fallito.»

Poi
l’ufficiale continua: «sapete perché la Siria vince? Vince perché la nostra
vittoria è una combinazione di solido sostegno popolare all”esercito nazionale,
di fronte al circolo vizioso di distruzione che dimostrano invece i settari
islamisti (taqfiri).»

È
tardi quando arriviamo a Damasco. La vita appare normale e piena di energia. Nonostante
anni di terrorismo e di gravi sanzioni occidentali, lo Stato siriano funziona sorprendentemente
bene.

Durante
la notte c’è silenzio, solo i rumori delle macchine. La città è molto sicura, i
vigili sono presenti notte e giorno, offrendo quasi l”ennesima – forse banale –
testimonianza del fatto che uno Stato che esiste è infinitamente migliore e certo
più protettivo di uno Stato fallito: al contrario di quel che si racconta, i
siriani hanno tanta voglia di vivere e di restare nel loro Paese. Scopriamo che
i profughi siriani che partono dai campi installati in Turchia sono fuggiti
dalla zona di confine dove l’ISIS e al-Nusra sono penetrati quando qualche scriteriato
ai piani alti del potere di Ankara chiudeva un occhio, o anche due.

L’85%
della popolazione siriana vive nel territorio dove lo Stato mantiene il controllo,
tutto sembra normale malgrado le difficoltà, tutto è aperto, centri sportivi,
scuole e ospedali, con milioni di giovanissimi siriani che tuttora frequentano
la scuola e con centinaia di migliaia di persone che studiano ancora nelle
università.

I
terroristi, proprio quelli che una volta l”ex ministro degli esteri
italiano Giulio
Terzi aveva gratificato del titolo di “opposizione democratica”, laddove
colpiscono, prendono di mira gli ospedali, le scuole e le centrali elettriche. Lo
Stato, laddove ha il controllo del territorio, ricostruisce con sbalorditiva
rapidità dopo ogni distruzione. Sarebbe criminale voler spegnere questa
vitalità di Damasco, questa Siria pronta a rinascere ogni giorno.

Fonte: [url”http://www.assadakah.it/dettaglio-attivita514/La-vera-Siria-e-la-possibile-rinascita-del-Levante”]http://www.assadakah.it/dettaglio-attivita514/La-vera-Siria-e-la-possibile-rinascita-del-Levante[/url]

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