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Il generale Leonardo Tricarico attacca: inutili le manovre NATO

'Il presidente del più autorevole think tank strategico italiano, contro Trident: ''Uno spreco in uno scenario da guerra fredda frutto della sudditanza verso gli USA'''

Il generale Leonardo Tricarico attacca: inutili le manovre NATO
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4 Novembre 2015 - 09.17


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di Gianluca De Feo.


Il presidente dell”Icsa, il più autorevole think tank strategico italiano, si è scagliato contro Trident Juncture, la colossale esercitazione Nato nel Mediterraneo: “Solo uno spreco di risorse in uno scenario da guerra fredda frutto della sudditanza verso gli Stati Uniti”

Mentre in Libia, in Iraq e in Siria proseguono i massacri, in tutto il Mediterraneo la Nato dà vita a un gigantesco wargame chiamato Trident Juncture: per quasi un mese 36 mila militari, 140 aerei e 60 navi di 30 Paesi 
si daranno virtualmente battaglia.

Una colossale esercitazione con ogni genere d’armamento
hi-tech che ha indisposto pacifisti e ambientalisti. E che non convince
nemmeno un ufficiale di lungo corso. «È un inutile spreco di risorse,

che non serve assolutamente a nulla», sentenzia il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa, il più autorevole think tank strategico italiano.

Tricarico è stato comandante dell’Aeronautica e poi consigliere militare
dei premier D’Alema e Berlusconi. 
Ma soprattutto ha avuto la regia
della campagna aerea Nato sul Kosovo nel 1999, l’unico conflitto vinto esclusivamente con l’utilizzo dei raid dal cielo. Un’esperienza che è stata superata dagli insuccessi di quattordici anni di 
lotta contro le insurrezioni islamiste.

«Un’esercitazione per essere definita tale deve operare su uno scenario
realistico, quanto più simile a quello in cui ci si può trovare a
combattere. È lapalissiano.Altrimenti si tratta solo di uno spreco di
risorse ed energie», taglia corto il generale Tricarico. «Il piano di
Trident Juncture conta 203 pagine ma non c’è nessun contatto con le
situazioni concrete con cui ci 
si è confrontati. Si ipotizza un
conflitto simmetrico che io non riesco a vedere all’orizzonte».

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