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Grazie, signor questore, ma non lo faccia più!

Lettera aperta di un giurista al Questore di Cagliari, dopo la sua fallimentare gestione della manifestazione anti-NATO di Teulada

Grazie, signor questore, ma non lo faccia più!
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5 Novembre 2015 - 06.15


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di Andrea Pubusa.


Signor questore, se fossi un pubblicitario, non baderei a spese pur
d’ingaggiarla. Sì, signor questore perché, se questa manifestazione contro l”esercitazione NATO Trident Juncture ha avuto una grande copertura mediatica, il merito è
tutto suo. Quale amplificazione hanno dato all’iniziativa i suoi
inappropriati proclami alla stampa! E quali le sue maldestre iniziative!
S’immagini se la manifestazione si fosse svolta, con un questore
normale, di buon senso. 

Mi creda, non avrebbe fatto notizia. 

I pacifisti
avrebbero sfilato in corteo verso S. Anna Arresi o nella spiaggia,
gridando tranquillamente i loro slogan “A foras is basis”, “No a sa
gherra!”
“Boleus trabballai in paxi” e simili. E tutto sarebbe andato
liscio. Trafiletto su L’Unione sarda e su La Nuova e niente più. 

Lei
invece ne ha fatto un evento nazionale e forse persino internazionale.
Grazie per questo impagabile contributo alla causa. L’Italia sa e il
mondo sa che in Sardegna c’è opposizione alle basi e ai giochi di
guerra.
 

Se invece, guardo la sua condotta da cittadino e da
giurista democratico, debbo essere severo. Lei, signor questore, ignora
la Costituzione e, nonostante i miei inviti, si rifiuta di leggerla o se
la legge, la  legge alla rovescia. Trasforma una manifestazione di
gente tranquilla e perfino allegra, con la presenza pure d’intere
famigliole, in un momento di tensione.

 Lei è stato preavvisato per
tutelare i manifestanti, per consentir loro di esercitare il loro
diritto, senza intralci o pericoli connessi. Doveva, ad esempio,
controllare la circolazione stradale a garanzia della sicurezza e
dell’incolumità. 

Cosa c’entra con tutto questo l’invasione dei pullmann
dei partecipanti per un controllo occhiuto dei documenti? Forse in
questo modo si tutela qualcuno o qualcosa? O si è creata un’inutile
tensione? E’ questo il segnale che lei, signor questore, voleva dare?

Anche il pestaggio di un drappello di una quarantina di pacifisti, che
ha deviato la marcia e si è diretta nello sterrato verso il poligono, è
del tutto sproporzionato. Lei non può far manganellare manifestanti che
può controllare e contenere in altro modo. Si tratta di eccessi, che
nulla hanno a che vedere con la sicurezza e l’incolumità pubblica che
lei deve tutelare. Anzi, sono proprio queste condotte a violarle. 

Del
resto, questo piccolo gruppo di pacifisti. a fini puramente
dimostrativi, ha imboccato uno dei percorsi usuali degli abitanti e dei
turisti, stradelli che portano fin dentro l’area del poligono, ma sono
lontani qualche miglio dai luoghi dove si spara. Lei sa, signor
questore, che nel perimetro della base rientrano anche “le montagne di
sabbia”, le bellissime e bianche dune, visitate d’estate da migliaia di
gitanti? In realtà la base è tanto grande che queste aree limitrofe
sono, per volontà delle stesse gerarchie militari, prive di custodia e
normalmente accessibili a tutti senza limitazioni. E poi, signor
questore, all’esercitazione partecipano 36 mila soldati, dotati delle
armi più sofisticate al mondo. Quale pericolo potevano creare 40 giovani
armati solo di scritte e cartelli?

Lei in questi giorni ha ribaltato la prospettiva costituzionale anche in
altro modo. La Carta ripudia la guerra, ossia enuncia il principio
pacifista, e i pacifisti vengono compressi con le milizie, mentre  viene
protetto chi fa giochi di guerra in vista di una guerra vera. E si badi
i sistemi d’arma adottati e le esercitazioni non riguardano una
attività di difesa del nostro territorio, attività ammessa dall’art. 11
della Carta, ma sono mirate ad attacchi in territori lontani, ossia sono
del tutto fuori dallo spirito della legge fondamentale. 

E, allora,
visto che siamo in tempi di segnali, un segnale lo lanciamo anche noi,
noi normali cittadini democratici: a questa violazione della lettere e
dello spirito della Carta non ci stiamo, lo diciamo tranquillamente ma
con fermezza a lei signor Questore pro tempore, come lo dicemmo a piè
fermo a quel prefetto che intendeva vietare i cortei nelle vie centrali
di Cagliari, per relegarli nella periferia. 

Non ci stiamo, a prescindere
dal merito delle iniziative, perché le libertà non sono buone se ne
condividiano i contenuti concreti e cattive se dissentiamo. No, sono
inviolabili sempre, sono buone e sacrosante in sé, a prescindere. E noi
non consentiremo che vengano conculcate. Chiaro?

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