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Aereo russo abbattuto in Siria, gli sviluppi e le conseguenze

'L''agguato turco al Su-24 russo offre ancora la misura dello scollamento dell''Occidente dalla realtà. Piccolo viaggio fra universi orwelliani di una grande guerra [Roberto Quaglia]'

Aereo russo abbattuto in Siria, gli sviluppi e le conseguenze
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26 Novembre 2015 - 00.32


ATF

di Roberto Quaglia.

La Turchia abbatte un bombardiere russo in Siria e i
principali giornali italiani non riescono a fare di meglio che includere nei
titoli la surreale dichiarazione orwelliana di Obama: “La Turchia ha il
diritto di difendersi.” In Germania il quotidiano Bild supera tutti arrivando a titolare nell”edizione online: “Putin attacca la Turchia”.

Ecco la copertina che
Bild ha messo online alle ore 15:41 del 24 novembre 2015
.

Un”ora dopo l”ha cambiata con un”altra copertina in cui
invece si dice che “Putin minaccia la Turchia”.

  

Sono sintomi di un progressivo scollamento dell”Occidente dalla realtà, e sempre più sfacciato. La
Turchia non ha dichiarato di essere stata attaccata o di avere reagito ad
un”aggressione. E allora perché mai la si difende con argomenti che hanno ancor meno senso,
se neppure la Turchia li ha voluti tirare in ballo? Siamo di fronte ad un caso
anomalo di Excusatio non petita, accusatio manifesta.

Il fatto ̬ che le ragioni espresse dalla Turchia Рla
semplice violazione dello spazio aereo, peraltro per pochi secondi – sono
semplicemente inaccettabili. Anche per gli standard ormai orwelliani
dell”Occidente.

Come infatti ha dichiarato subito Putin, è stata una coltellata alla schiena da parte di una
nazione amica. Un conto è subire l”abbattimento intenzionale di un aereo da
parte di un nemico, altro conto ̬ da parte di un amico Рo presunto tale. Al di
là dei discorsi NATO/non-NATO, Russia e Turchia erano nazioni amiche, con
grandi interessi in comune. I cittadini turchi e russi possono viaggiare nei
rispettivi paesi senza bisogno di visto Рe ditemi se questo ̬ poco. Tutti gli
anni cinque milioni di ricchi turisti
russi inondano di soldi le spiagge
turche, per un giro d”affari di 4
miliardi di dollari annui
[1].
Più una miriade di contratti commerciali
di ogni tipo
. Tutto questo è ora messo in discussione.

Tanto bene era stato preparato l”agguato che tra le montagne di Latakia c”erano
già appostati i giornalisti per fotografare e riprendere l”abbattimento:
l”operatore Erdal Turkoğlu
ed il foto reporter Fatih Aktas del canale turco Anadolu. Alcuni giornali
ancora usano la parole “incidente”, forse per minimizzare, ma non è stato un incidente. Un atto
ostile di tale portata da parte di una nazione amica è un tradimento vile e
imperdonabile.

I piloti russi dell”aereo abbattuto si sono lanciati col
paracadute, e mentre uno dei due è stato successivamente tratto in salvo dai
russi l”altro è stato fieramente ucciso a mitragliate dai guerriglieri
turcomanni quando era in volo. I guerriglieri – pardon, “l”opposizione
siriana moderata” come ad alcuni piace chiamarla, si sono infatti
orgogliosamente vantati del mitragliamento essi stessi. Incidentalmente, questo
è un crimine di guerra secondo la
Convenzione di Ginevra, Protocollo 1 dell”articolo 42 (1977): “Nessuna
persona che si lancia in paracadute da un aeromobile che fa naufragio potrà
essere oggetto di attacco durante la discesa.”
Echissenefrega – i
vostri preferiti giornalisti mainstream
di questi dettagli si fanno un baffo e guai a parlarne – e quando giornalisti
di altra caratura hanno chiesto al portavoce americano un”opinione sul tema la
sua elusiva risposta balbettante (“stiamo ancora cercando di accertare i
fatti”
) ti fa quasi provare pena per lui. Vedere il video per
credere.

Durante la missione di salvataggio un marine russo è stato
ucciso da un attacco effettuato tramite un sistema missilistico americano TOW (e ciò sia detto giusto per quelli che ancora
si interrogano spaesati su chi rifornisca di armi questa bella gente). Esiste un
video di tutto ciò [3].

L”attacco è avvenuto poco dopo che la Russia aveva
finalmente interrotto il traffico di petrolio che l”ISIS da anni vendeva indisturbata
in Turchia, distruggendo 1000 (diconsi mille) autobotti che chissà perché i
satelliti americani erano per anni riusciti a non vedere. La televisione
americana PBS è poi riuscita a mostrare al proprio pubblico i video della
distruzione di queste autobotti dell”ISIS sostenendo con incredibile faccia di
tolla che il merito fosse di un bombardamento americano. Peccato solo per le
scritte in cirillico a margine delle immagini, ma pazienza, si sa che
l”americano medio non legge comunque [4].

                                                          

C”è chi sostiene che uno dei figli di Erdoğan fosse
personalmente implicato nella gestione di questo traffico. Il sospetto che una
certa megalomania neo-ottomana di Erdoğan
sia da imputarsi a tutto ciò è forte.

La Russia ha interrotto tutti i contatti militari con la
Turchia. Il ministro degli esteri Lavrov ha annullato una visita in programma.
La lanciamissili Moskva è stata spostata vicino alla base di Latakia con
l”ordine di attaccare qualsiasi postazione che dovesse costituire un pericolo.
In tutte le prossime missioni aeree i bombardieri russi saranno affiancati dai
caccia. I russi hanno deciso di schierare sul terreno i missili S-400, il
miglior sistema antiaereo del mondo, capace di intercettare anche missili da
crociera che volassero fino a 17.000 km/h. Qualcosa mi dice che gli aerei
turchi faranno bene ad evitare di sconfinare a loro volta sul territorio
siriano. 

Resta da capire cosa accadrà quando aerei NATO di altre
nazioni (Stati Uniti e Francia soprattutto) invaderanno di nuovo lo spazio
aereo siriano. Ricordiamo che le missioni aeree americane e francesi in Siria
sono tutte illegali secondo il diritto internazionale visto che il
governo siriano non le ha mai autorizzate (mentre ha autorizzato le operazioni
russe). Quindi in teoria i russi avrebbero ogni diritto legale di abbattere per
conto della Siria ogni aereo americano o francese che sorvolasse la Siria. Che
poi eventualmente non ne abbiano la convenienza (i russi sono gli ultimi a
volere una guerra mondiale) è un altro discorso.

Per ragioni di Realpolitik la Russia non vuole certo
entrare in conflitto con la Turchia, con la quale ha troppi interessi.
Tuttavia, di certo effettuerà ritorsioni asimmetriche. Il giornalista Pepe
Escobar
ne ipotizza un paio: il 60% del gas necessario alla Turchia è importato
dalla Russia; chissà che qualche problema tecnico non interrompa le forniture
nel bel mezzo dell”inverno. Non si può escludere qualche incursione degli
Spetznaz (le teste di cuoio russe) fra i guerriglieri turcomanni. I separatisti
curdi
dell”Anatolia potrebbero improvvisamente ricevere qualche aiutino
misterioso. In una conferenza stampa Lavrov ha già dichiarato che alcuni
contratti commerciali verranno rivisti. Grosse agenzie di viaggi russe hanno
già cancellato la Turchia dalle loro destinazioni.

Alla lunga i rapporti con la Turchia potranno anche
rinormalizzarsi, ma probabilmente non con Erdoğan. Se in Italia a suo tempo
Craxi finì per pagare caro il dispetto fatto agli americani a Sigonella,
difficile che i russi oggi possano perdonare Erdoğan per uno “sgarbo”
infinitamente più grave
. E i turchi stessi potrebbero finire per farla pagare
cara ad Erdoğan se le conseguenze economiche per la Turchia dovessero farsi
troppo dolorose.

Come ha osservato Putin a caldo, è difficile capire a chi
giovi questo attacco. Cui prodest? Per
la Turchia è un suicidio d”immagine senza precedenti
. Nonostante
l”arrampicarsi sugli specchi dei media atlantisti, anche ai cittadini
occidentali diviene ora sempre più chiaro che la Turchia è di fatto uno dei principali poteri regionali che appoggia
l”ISIS
. Parliamo dei tagliateste, mica di gente che stia simpatica a
qualcuno. Venire associati a loro nell”opinione pubblica del mondo non è certo
un gran guadagno d”immagine.

Gli addetti ai lavori non avevano ormai più alcun dubbio
circa il sostegno di Ankara all”ISIS
Рad attestarlo cӏ addirittura pure uno
studio della Columbia University, che comprende una lista lunga ed
impressionante di prove [5]
– ma il grande pubblico che si nutre di media mainstream non ne sapeva nulla. Adesso un po” di occhi si stanno
aprendo
.

Gli unici a cui sembra che la crisi possa portare un
vantaggio sono gli Stati Uniti: sarebbe per loro un grande successo se venisse
annullato anche il progetto Turkish Stream, il gasdotto che dalla Russia dovrebbe portare il
gas in Europa al posto del South Stream, a sua volta abortito in precedenza su pressioni
americane sulla Bulgaria. L”ex candidato alla presidenza USA Lyndon Larouche ha
accusato apertamente una responsabilità dietro le quinte del governo di Obama [6].

Sergei Lavrov ha fatto osservare una cosa importante: gli risulta che per lanciare in azione un F-16 (il caccia turco che ha
abbattuto l”aereo russo) occorra comunque ottenere
un”autorizzazione dagli USA
. Le dichiarazioni di estraneità degli americani sono un”altra farsa.

Ora che la frittata è fatta, la Turchia sta cercando di
salvare il salvabile, ma non è detto che ci sia qualcosa che possa salvare. Si
nasconde dietro la scusa risibile di non aver saputo che l”aereo in questione
fosse russo
. Lavrov ha avuto buon gioco a dimostrare l”assurdità senza scampo di una simile posizione e ha riferito di una discussione nel merito con il suo omologo turco. Ecco in
conclusione alcune delle dichiarazioni che Lavrov ha fatto,
liberamente riassunte:


«Ho
avuto una conversazione telefonica con il ministro degli esteri turco. (…) Ha
dichiarato che non sapevano che l”aereo era russo (…) e quando gli ho chiesto
“là però volano anche i velivoli della NATO, anche quelli potete
abbatterli in 17 secondi senza identificarli?”
egli non ha risposto.
(…) Ho fatto notare che abbiamo un accordo con gli USA per prevenire incidenti
militari in cui è scritto che tutti gli alleati della coalizione americana
devono rispettarlo. Il ministro non ha saputo rispondere. (…) Ho chiesto se
le azioni turche sono stati coordinate con gli USA. Non ha risposto neanche a
questo. (…) Il collega turco chiedeva di pensare ai buoni rapporti tra i
nostri paesi… ma non si parla di amicizia dopo aver colpito alle spalle.
(…) Il ministro turco ripeteva come mantra del poter rimanere in buoni
rapporti… (…) Io ho ricordato al ministro che quando tre anni fa in Siria è
stato abbattuto un aereo turco, proprio Erdoğan (…) aveva dichiarato in
parlamento che una breve entrata dell”aereo nello spazio aereo non può essere
considerata un attacco. (…) Vorrei aggiungere che la Turchia oltrepassa lo
spazio aereo greco 1500 volte all”anno, ma i greci non abbattono i velivoli,
scrivono proteste ma non ci pensano minimamente a far fuoco»

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