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'Pioggia di diserbanti su Gaza. Israele conferma ''operazione di sicurezza'''

Aerei agricoli israeliani hanno irrorato con erbicidi almeno 150 ettari di terreni fertili palestinesi, distruggendo le coltivazioni di centinaia di famiglie.

'Pioggia di diserbanti su Gaza. Israele conferma ''operazione di sicurezza'''
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31 Dicembre 2015 - 20.15


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[b]Israele/Territori occupati[/b]. Nei giorni scorsi aerei agricoli israeliani hanno irrorato con gli erbicidi almeno 150 ettari di terreni fertili palestinesi, distruggendo le coltivazioni di centinaia di famiglie. Si temono rischi per la salute della popolazione. ONU: nel 2015 sono morti in scontri e attacchi 170 palestinesi e 27 israeliani.

 di Michele Giorgio.

«È un disastro per centinaia di famiglie
contadine e non conosciamo gli effetti che questi prodotti chimici
potranno avere sulla popolazione di Gaza». Scuote la testa Khalil
Shahin, vice direttore del Centro per i Diritti Umani, che sta indagando
sull’irrorazione, con diserbanti e defolianti, fatta nei giorni scorsi
da aerei agricoli israeliani di almeno 150 ettari di terreni coltivati
nella fascia orientale di Gaza, adiacente alle linee di confine. «Non è
la prima volta che accade, l’Esercito israeliano sostiene che
distruggendo la vegetazione si impediscono i lanci di razzi e altri
attacchi» ci spiega Shahin «ma negli anni passati questa irrorazione era
limitata a pochi terreni vicini alle recinzioni di confine. Nei giorni
scorsi gli aerei israeliani invece si sono spinti in profondità, per
molte centinaia di metri. In alcuni casi i liquidi, spinti dal vento,
sono arrivati fino a due km di distanza dal confine, quindi a ridosso
dei centri abitati di Gaza».

Da parte israeliana si conferma l’uso di erbicidi e di inibitori di
germinazione, allo scopo di «garantire lo svolgimento delle operazioni
di sicurezza lungo il confine», ha spiegato un portavoce militare. Anche
gli Stati Uniti, negli anni Sessanta, parlavano di «condizioni di
sicurezza da garantire» quando spruzzavano ampie porzioni del Vietnam
con il famigerato Agente Arancio, per rimuovere le foglie degli alberi e
privare i Vietcong della copertura del manto vegetale. Il conto negli
anni successivi lo hanno pagato tanti civili vietnamiti, soggetti agli
effetti cancerogeni dell’Agente Arancio, senza dimenticare i neonati
malformati. La comunità internazionale intervenne con una convenzione
del 1978 che vieta o limita fortemente l’uso degli erbicidi durante i
conflitti, alla luce alle conseguenze devastanti che hanno sulle
persone. Israele non l’ha firmata.

Cosa significherà questa pioggia di diserbanti peruna porzione della
popolazione di Gaza si saprà solo in futuro. Così come si stanno ancora
studiando le possibili contaminazioni causate dai bombardamenti dal
cielo e da terra compiuti da Israele nell’estate del 2014 — nella stessa
fascia di territorio orientale di Gaza irrorata nei giorni scorsi — e
quelle precedenti provocate delle offensive militari del 2012 e del
2008–9 (sono proprio questi i giorni dell’anniversario dell’Operazione
“Piombo fuso”). La conseguenza immediata è economica: centinaia di
famiglie con i campi nelle zone di Qarara e Wadi al Salqa hanno visto
distrutti in poche ore spinaci, piselli, prezzemolo e fagioli. Contadini
che già devono fare i conti tutto l’anno con le restrizioni imposte da
Israele all’ingresso nella cosiddetta “no-go zone”, la zona lungo il
confine, larga fino a 300 metri (è la più fertile della Striscia), dove i
palestinesi non possono entrare. Qui l’Esercito negli ultimi tre mesi
ha ucciso almeno 16 persone e ferito altre 400 durante le manifestazioni
innescate dall’Intifada di Gerusalemme.

Di cosa potranno ora vivere i contadini palestinesi rimasti senza
raccolto non è un problema che interessa all’esercito israeliano. Senza
dimenticare che raramente le produzioni agricole riescono ad uscire da
Gaza. E quando accade, sempre con l’autorizzazione di Israele, la
spedizione non va sempre a buon fine. Nei giorni scorsi alcune
tonnellate di pomodori sono state rispedite al mittente dagli
israeliani. Perchè, secondo le autorità militari, erano state aggiunte
illegalmente a un carico di altri ortaggi. A Gaza però sono circolate
altre voci. Pare che i pomodori contenessero alte concentrazioni di un
pesticida, usato in modo improprio, quindi pericoloso per la salute. Il
ministero dell’agricoltura palestinese però ha smentito, sostenendo che
queste voci «fanno solo il gioco dell’occupante israeliano».

Intanto Ocha, l’ufficio di coordimento delle attività umanitarie
dell’Onu, ha diffuso alcuni dati sull’anno che finisce oggi. Nel 2015,
fino al 28 dicembre, sono stati uccisi almeno 170 palestinesi e 26
israeliani (ieri è morto un colono ferito a metà mese a Hebron), in
attacchi e scontri nel territorio palestinese occupato e in Israele,
avvenuti in maggioranza dopo il 1 ottobre, data con la quale si indica
l’inizio dell’Intifada di Gerusalemme. Durante il 2015, le autorità
israeliane hanno fatto demolire “per mancanza di permesso” 539 edifici
palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Sono state ridotte in
macerie, a scopo punitivo, altre 19 case appartenenti a palestinesi
accusati di attacchi contro gli israeliani. 

 
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