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'L''urgenza di uscire dalla NATO'

Il Comitato No Guerra No NATO: un giudizio e un appello sulla situazione attuale, in cui crescono ogni giorno i pericoli di guerra. Prima di una nuova guerra in Libia

'L''urgenza di uscire dalla NATO'
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21 Febbraio 2016 - 22.57


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Il 20 febbraio si è tenuta l’assemblea
nazionale del Comitato No Guerra No NATO,
che ha approvato il documento che sottoponiamo alla vostra attenzione. Il documento
sintetizza un forte giudizio sulla situazione attuale, in cui si stanno accrescendo
ogni giorno i pericoli di guerra.

Sono stati nominati due coordinatori
nazionali, Vincenzo Brandi e Giuseppe Padovano. La discussione è stata
interamente dedicata ai preparativi di una risposta popolare alla imminente
prospettiva di un’entrata in guerra dell’Italia in Libia.

Buona lettura.

COMUNICATO
DEL COMITATO ”NO GUERRA NO NATO”

SULLA SITUAZIONE
ATTUALE

Siamo in stato di guerra, impegnati su due
fronti
che di giorno in giorno divengono sempre più incandescenti e
pericolosi.

Accusando la Russia
di «destabilizzare l’ordine della sicurezza europea», la NATO sotto comando USA
ha riaperto il fronte
orientale
, trascinandoci in una nuova guerra fredda, per certi versi più pericolosa della precedente, voluta
soprattutto da Washington per spezzare i
rapporti Russia-UE
dannosi per gli interessi statunitensi.

Mentre gli USA
quadruplicano i finanziamenti per accrescere le loro forze militari in Europa,
viene deciso di rafforzare la presenza militare «avanzata» della NATO nell’Europa
orientale. La NATO – dopo aver inglobato tutti i paesi dell’ex Patto di
Varsavia, tre della ex Jugoslavia e tre della ex URSS – prosegue la sua espansione a Est, preparando l’ingresso
di Georgia e Ucraina (questa di fatto già nella Nato), spostando basi e forze,
anche nucleari, sempre più a ridosso della Russia.

Tale strategia
rappresenta anche una crescente minaccia
per la democrazia in Europa
. L’Ucraina,
dove le formazioni neonaziste sono state usate dalla NATO nel putsch di EuroMaidan, è divenuta il centro
di reclutamento di neonazisti da tutta
Europa
, i quali, una volta addestrati da istruttori USA della 173a divisione
aviotrasportata trasferiti qui da Vicenza, vengono fatti rientrare nei loro
paesi con il «lasciapassare» del passaporto ucraino. Si creano in tal modo le
basi di una organizzazione
paramilitare segreta
tipo «Gladio».

USA e NATO preparano
altre operazioni sul fronte meridionale, strettamente connesso a
quello orientale. Dopo aver finto per anni di combattere l’ISIS e altri gruppi, rifornendoli segretamente di armi attraverso
la Turchia, gli USA e alleati chiedono ora un cessate il fuoco per «ragioni
umanitarie». Ciò perché le forze governative siriane, sostenute dalla Russia,
stanno liberando crescenti parti del territorio occupate da ISIS e altre
formazioni, che arretrano anche in Iraq.

Allo stesso tempo
la NATO rafforza il sostegno militare alla Turchia,
che con l’Arabia Saudita mira a occupare una fascia di territorio siriano
nella zona di confine. A tale scopo la Nato, con la motivazione ufficiale di
controllare il flusso di profughi (frutto delle guerre USA/NATO), dispiega
nell’Egeo le navi da guerra del Secondo gruppo navale permanente, che ha appena
concluso una serie di operazioni con la
marina turca. Per lo stesso scopo, vengono inviati anche aerei radar Awacs,
centri di comando volanti per la gestione del campo di battaglia.

Nello stesso quadro
strategico rientra l’operazione, formalmente «a guida italiana», che la coalizione
a guida Usa si prepara a lanciare in Libia,
per occupare le zone costiere
economicamente e strategicamente più importanti, con la motivazione ufficiale
di liberarle dai terroristi dell’ISIS. Si prepara così un’altra guerra USA/NATO, dopo Iraq 1991, Jugoslavia 1999,
Afghanistan 2001, Iraq 2003, Libia 2011, Siria dal 2013, accompagnate dalla
formazione dell’ISIS e altri gruppi terroristi funzionali alla stessa strategia.

Tale operazione è
stata concordata dagli Stati uniti non con l’Unione europea, inesistente su
questo piano come soggetto unitario, ma singolarmente con le maggiori potenze
europee, soprattutto Francia, Gran Bretagna e Germania. Potenze che, in
concorrenza tra loro e con gli USA, si uniscono quando entrano in gioco gli
interessi fondamentali.

Oggi 22 dei 28 paesi della UE, con oltre il
90% della popolazione dell’Unione, fanno
parte della Nato
, riconosciuta dalla UE quale «fondamento della difesa
collettiva». Sempre sotto comando USA: il Comandante supremo alleato in Europa è
nominato dal Presidente degli Stati uniti e sono in mano agli USA tutti gli altri comandi chiave della Nato.

Va ricordato a tale
proposito l’orientamento strategico enunciato da Washington al momento dello
scioglimento del Patto di Varsavia e della disgregazione dell’Urss: «Gli Stati
uniti rimangono il solo Stato con una forza, una portata e un”influenza in ogni
dimensione – politica, economica e militare – realmente globali. Non esiste
alcun sostituto alla leadership americana. Fondamentale è preservare la NATO quale canale della influenza e partecipazione statunitensi
negli affari europei
, impedendo la creazione di dispositivi unicamente
europei che minerebbero la struttura di comando dell”Alleanza».

Non si può pensare di costruire una
Europa diversa, senza liberarci dal dominio e dall’influenza che gli USA
esercitano sull’Europa direttamente e tramite la Nato.

Anche
perché l’avanzata USA/ NATO ad Est e a Sud già coinvolge la regione Asia/Pacifico,
mirando alla Cina, riavvicinatasi
alla Russia. È il tentativo estremo degli Stati uniti e delle altre potenze occidentali
di mantenere la supremazia economica, politica e militare, in un mondo nel
quale l’1% più ricco della popolazione possiede oltre la metà della ricchezza
globale, ma nel quale emergono nuovi soggetti sociali e statuali che premono
per un nuovo ordine economico mondiale.  

Questa strategia
aggressiva ha provocato un forte aumento
della spesa militare mondiale
, trainata da quella USA, che è risalita in
termini reali ai livelli della guerra fredda: circa 5 miliardi di dollari al
giorno. La spesa militare italiana, al 12° posto mondiale, ammonta a circa 85
milioni al giorno. Un enorme spreco di
risorse
, sottratte ai bisogni vitali dell’umanità.    

In tale quadro, particolarmente
grave è la posizione dell’Italia che,
imprigionata nella rete di basi USA e di basi NATO sempre sotto comando USA, è
stata trasformata in ponte di lancio
delle guerre USA/NATO
sui fronti orientale e meridionale. Per di più,
violando il Trattato di non-proliferazione, l’Italia viene usata come base
avanzata delle forze nucleari
statunitensi
in Europa, che stanno per essere potenziate con lo
schieramento delle bombe B61-12 per
il first strike nucleare.

Per uscire da
questa spirale di guerra dagli esiti catastrofici, è fondamentale costruire un vasto
e forte movimento per l’uscita
dell’Italia dalla Nato
, per un’Italia libera dalla presenza delle basi
militari statunitensi e di ogni altra base straniera, per un’Italia sovrana e
neutrale, per una politica estera basata sull’Articolo 11 della Costituzione,
per una nuova Europa indipendente che
contribuisca a relazioni internazionali improntate alla pace, al rispetto reciproco,
alla giustizia economica e sociale.

Roma, 20 febbraio
2016.
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