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Droni. Dalla Sicilia con Slancio

Grandi ampliamenti a Sigonella: con il suo centro UAS SATCOM assicurerà un backup alle trasmissioni della stazione di Ramstein, Germania. [A. Mazzeo]

Droni. Dalla Sicilia con Slancio
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17 Marzo 2016 - 19.47


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di Antonio Mazzeo

Grandi manovre a
Sigonella. E grandi ampliamenti. La costruzione di una
SATCOM Antenna Relay facility necessaria per
collegare le stazioni terrestri presenti negli Stati Uniti con gli aerei
senza pilota operativi nella regione
dell’Oceano atlantico. Sigonella con il suo centro
UAS SATCOM assicurerà un vero e proprio backup – una copia di riserva – alle
trasmissioni della
stazione di
Ramstein. Il bando, con il codice n. 3319116r1007, prevede la demolizione e la
rimozione delle vecchie infrastrutture
ospitate nell’area e la realizzazione del nuovo centro per
il controllo dei droni con relative
strade d’accesso per un importo compreso tra i dieci e i
venticinque milioni di dollari, a cui si
aggiungeranno 1.225.000 dollari per varie ed eventuali…


 

La piattaforma di lancio dei
raid USA e NATO con i droni killer viene promossa sul campo al terzo centro
strategico mondiale per il controllo via satellite di tutte le operazioni di
guerra dei velivoli senza pilota delle forze armate degli Stati Uniti
d’America. Entro due anni, la grande stazione aeronavale di Sigonella in
Sicilia ospiterà
l’UAS SATCOM Relay Facility per
coordinare insieme all’installazione “sorella” di Ramstein, Germania,
le
operazioni di telecomunicazione satellitare con tutti i droni USA impiegati nei
più sanguinosi conflitti planetari, dall’Ucraina al Caucaso, dal Corno d’Africa
allo Yemen, dalla Libia al Mali, dall’Iraq alla Siria, dall’Afghanistan al
Pakistan. Concretamente, il centro
UAS SATCOM di Sigonella
assicurerà un vero e proprio backup alle
trasmissioni della stazione di Ramstein, una copia “indispensabile” nel caso in
cui si registrassero interruzioni o difficoltà nel flusso dei segnali diretti ai
satelliti militari operanti nello spazio in banda Ku, alla grande base aerea di
Creech (Nevada), la principale installazione di US Air Force per le operazioni con
gli aerei senza pilota e alle numerose basi aeree da cui decollano
quotidianamente i più moderni strumenti di guerra automatizzati (Akrotiri, Cipro; Ali Al Salem, Kuwait;
Batman, Incirlik e Sivrihisar, Turchia; Niamey, Niger; Chabelly, Gibuti;
Risalpur, Pakistan; Balad, Iraq; Al Dhafra, Emirati Arabi Uniti; Arba Minch,
Etiopia; Jalalabad, Kandahar e Khost, Afganistan; Um Almalh, Arabia Saudita).

Si deve dunque guardare all’UAS SATCOM Relay
Facility
di Ramstein per comprendere quali saranno le funzioni, le responsabilità, gli
interventi e i conseguenti crimini che saranno affidati dal Pentagono alla
grande infrastruttura siciliana. Realizzato dopo una specifica autorizzazione del
ministero tedesco della difesa nell’aprile 2010,
il centro di controllo delle operazioni di volo dei droni di Ramstein ha
operato sin dall’anno successivo per conto di US Air Force e di US Africom (il
comando delle forze armate statunitensi per le operazioni nel continente
africano, attivato a Stoccarda nel 2008) nell’individuazione dei target e nella
pianificazione degli attacchi in Africa e Medio Oriente.

Nell’aprile 2015 è stata una
lunga inchiesta del
settimanale Spiegel ad analizzare
minuziosamente il ruolo chiave della stazione tedesca di controllo delle
telecomunicazioni
satellitari nella
cosiddetta “guerra globale al terrorismo” scatenata dal presidente premio Nobel per la pace Barack Obama. Grazie
all’acquisizione di documenti top secret
provenienti dalle centrali dell’intelligence USA datati luglio 2012, i
giornalisti di Spiegel hanno
accertato che l’installazione di Ramstein è “al centro di ogni attacco di droni
dell’US Air Force”. “La stazione UAS
SATCOM
di Ramstein è il punto focale per le comunicazioni con i velivoli
senza pilota”, spiegava poi Dan Gettinger, co-direttore del Center for the Study of the Drone del
Bard College di New York. “Anche se i piloti stanno seduti nelle basi aeree in
Nevada, Arizona o Missouri, e anche se gli obiettivi sono localizzati in Corno
d’Africa o nella Penisola Arabica, il quartiere generale dell’US Air Force di
Ramstein è sempre più coinvolto. I diagrammi pubblicati dai servizi d’intelligence
rivelano come esistano al mondo due luoghi indispensabili per la guerra dei
droni: Ramstein e la base aerea di Creech, in un’area ermeticamente sigillata nel
deserto del Nevada a un’ora d’auto da Las Vegas, che serve da hub di
trasmissione per una decina di basi dell’aeronautica militare di diversi Stati
USA. Attualmente i cable in fibra ottica garantiscono la rapida trasmissione dei
dati, che sono anche inviati alla National Security Agency e all’Air and Space
Operation Center (AOC) di Ramstein”.

Al
centro per le operazioni aero-spaziali ospitato in Germania, più di 500 militari
statunitensi effettuano 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, il monitoraggio
dello spazio aereo di tutta Europa e del continente africano. “Una volta che la
connessione è stata stabilita tra i piloti dei droni in Nevada e l’AOC di
Ramstein, i comandi sono dirottati dalla base tedesca ai satelliti”, aggiunge
il settimanale Spiegel. “Dallo spazio
essi sono poi trasmessi ai droni. E qui è quando l’installazione geografica di Ramstein
entra in gioco. Nessun satellite che ruota intorno alla Terra ha l’abilità di
inviare direttamente un segnale dal Pakistan agli Stati Uniti. La distanza è
enorme e la curvature della Terra sono troppo grandi. Senza un secondo
trasmettitore satellitare, accrescerebbe il tempo di latenza del flusso dei
dati e sarebbe impossibile avere risposte celeri e manovre precise perché le
immagini video dal drone non giungerebbero in tempo reale agli Stati Uniti. In altre
parole, senza l’assistenza da Ramstein, è come se i piloti operassero più o meno
alla cieca”. Con l’entrata in funzione dell’UAS
SATCOM Relay Facility
di Sigonella, i sistemi di comando e controllo dei
velivoli-killer opereranno con ulteriore precisione ma soprattutto si eviteranno
gli effetti negativi di eventuali black-out ai network di guerra architettati
dai moderni dottor Stranamore di Washington e dintorni.
   

Il bando di gara per la
realizzazione a NAS 2 Sigonella della “stazione gemella”
per le telecomunicazioni via satellite del Sistema
degli aerei senza pilota (Unmanned
Aircraft System – UAS
) è stato pubblicato il 14 novembre 2015
dal
Naval Facilities Engineering Command Office per l’Europa e l’Asia
sud-occidentale della Marina militare Usa con sede a Napoli
. Il bando, classificato con il codice n.
3319116r1007, prevede la demolizione e la rimozione delle vecchie
infrastrutture ospitate nell’area e la realizzazione del nuovo centro per il
controllo dei droni con relative strade d’accesso per un  importo compreso tra i 10 e i 25 milioni di
dollari, a cui si aggiungeranno
1.225.000
dollari per l’acquisto
delle
apparecchiature destinate al sistema di comando, controllo e telecomunicazione
. La società
contractor
dovrà consegnare i lavori entro 550 giorni dalla stipula dell’accordo con il
Dipartimento della marina statunitense.

Il nuovo
sito di trasmissione occuperà un’area di 1.200 metri quadri circa.
“Nel nuovo centro saranno installati dodici ripetitori
UAS SATCCOM con antenne, macchinari e generatori di potenza con la possibilità
di aggiungere altri otto ripetitori della stessa tipologia”, è riportato nella
scheda progettuale fornita dal Dipartimento della difesa. “Il progetto prevede
inoltre tutti i sistemi infrastrutturali, meccanici, elettrici, stradali, di
prevenzione incendi ed allarme per supportare il sito per le comunicazioni
satellitari”.

“La
costruzione di una SATCOM Antenna Relay
facility
a Sigonella è necessaria per supportare i link di comando dei
velivoli controllati a distanza, in modo da collegare le stazioni terrestre
presenti negli Stati Uniti con gli aerei senza pilota operativi nella regione
dell’Oceano atlantico”, aggiunge il Pentagono. “Il sito di Sigonella garantirà
la metà delle trasmissioni del Sistema dei velivoli senza pilota UAS e opererà
in appoggio al sito di Ramstein (Germania). Con il completamento di questo
progetto saranno soddisfatte le richieste a lungo termine di ripetitori SATCOM
per i “Predator” (MQ-1), i “Reaper” (MQ-9) e i “Global Hawk” (RQ-4). Il nuovo
sito supporterà inoltre il sistema si sorveglianza aeronavale con velivoli
senza pilota UAV Broad Area Maritime
Surveillance (BAMS)
di US Navy e le missioni speciali del Big Safari di US Air Force”. Il
programma BAMS vede l’acquisizione di
una quarantina di droni di ultima generazione “Global Hawk” da schierare nelle
stazioni aeronavali di Jacksonville (Florida), Kadena (Giappone), Diego Garcia,
Hawaii e Sigonella; il Big Safari è
invece un articolato programma di acquisizione, gestione, potenziamento di
speciali sistemi d’arma avanzati (velivoli senza pilota, grandi aerei da trasporto
e per le operazioni d’intelligence e riconoscimento, ecc.) coordinato dal
645th
Aeronautical Systems Group dell’US Air Force con sede a Wright-Patterson (Ohio)
e
infrastrutture di supporto nelle basi aeree di Hanscom (
Massachusetts) e
Greenville (Texas).

All’implementazione del programma che sancirà il ruolo
di Sigonella come capitale mondiale dei
droni
partecipano ancora una volta le società statunitensi e italiane che
hanno progettato quasi tutte le installazioni di proprietà e uso esclusivo delle
forze armate USA in Italia.
La
scheda progettuale dell’
UAS SATCOM Relay Facility di Sigonella è stata predisposta dalla
società di architettura, ingegneria e design RLF and Transystems con sede a Winter Park, Orlando, Florida. Fondata
nel 1935 dal noto architetto James Gamble Rogers II,
la RLF and Transystems è
una dei maggiori contractor del Dipartimento della difesa per il design di
installazioni militari in territorio italiano (8.552.071
dollari di contratti firmati negli ultimi quattro anni)
.

Quasi tutte le infrastrutture
realizzate a Sigonella nell’ultimo ventennio grazie allo stanziamento di oltre
un miliardo di dollari con il cosiddetto programma “Mega”, recano la firma dei
progettisti di RLF and Transystems.
In particolare, la società della Florida ha disegnato l’Aircraft Hangar Maintanance and Operations Complex, il complesso
per le operazioni e la manutenzione dei veicoli da guerra – aerei e terrestri –
che le forze armate USA schierano nella base siciliana, utilizzato anche dalle
forze NATO; il P-635 Base Ops Support I,
otto infrastrutture primarie in tre diverse aree di NAS 2 destinate ad ospitare
officine riparazione veicoli, uffici vari, stazioni di carburante, depositi per
il trasferimento di rifiuti pericolosi, ecc.; il Morale, Wellness and Recreation (MWR) Complex, il complesso
destinato alle attività ricreative, sportive e culturali del personale USA, con
due sale di proiezione cinematografiche, palestre, un superbowling, ristoranti,
fast food e una piscina all’aperto. Per la cronaca, la realizzazione di tutte
queste opere è stata affidata sempre e solo alla CMC – Cooperativa Muratori
Cementisti di Ravenna, azienda leader di LegaCoop.

RLF
and Transystems
ha pure progettato la moderna versione di
NAS 1, la porzione di stazione aeronavale che la Marina USA installò in Sicilia
a fine anni ’50 in un’area poco distante dall’odierno scalo aeroportuale, già
utilizzata dalle forze alleate dopo lo Sbarco in Sicilia del 1943. Dopo la
demolizione di ben 39 vecchi edifici militari, a Sigonella – NAS 1, la società
d’architettura ha previsto sette grandi costruzioni da adibire ad alloggi,
uffici, centri comunitari, amministrativi ed educativi e una cappella per le
funzioni religiose, con annessi due grandi impianti per la produzione e la
distribuzione di energia elettrica.

Al design dell’UAS SATCOM Relay
Pads and Facility
di Sigonella ha
pure collaborato in qualità di “consulente italiana” la Nesco International Srl,
una società di ingegneria costituita a
Roma nel 1986, in grado di offrire un’ampia gamma di servizi, dalla
progettazione di opere infrastrutturali, alle indagini e agli studi di
fattibilità, alla direzione lavori. Anche nel caso della Nesco International
siamo di fronte ad un’azienda di assoluta fiducia del Dipartimento della difesa
degli Stati Uniti d’America: dal 2000 ad oggi, essa ha ottenuto infatti ben 13
contratti per studi, consulenze e servizi per un ammontare di
5.587.649 dollari nelle basi
militari USA di Napoli Capodichino, La Maddalena,
Sigonella, Camp Ederle (Vicenza), Camp Darby (Livorno),
Aviano (Pordenone) e del nuovo complesso “Dal Molin” di Vicenza, dove è stata
trasferita
la 173^ Brigata di fanteria aviotrasportata dell’esercito
USA proveniente in buona parte dalla Germania.

A
certificare la “qualità ambientale”
dell’UAS SATCOM Relay
Pads and Facility
di Sigonella è
stato infine l’architetto romano Paolo Bongi. “Avendo partecipato alla
progettazione del progetto nella Naval Station II, Sigonella, Sicily, Italy, e
avendo esaminato accuratamente i documenti contrattuali completi, dichiaro che
il progetto delle infrastrutture è conforme a tutte le norme e leggi italiane
applicabili”, ha dichiarato per iscritto il professionista il 25 luglio 2014.
Project
Manager presso Banca Mediolanum, l’architetto Paolo Brogi vanta nel suo
curriculum “un’esperienza pluriannuale come progettista e consulente per
certificazioni in conformità alle norme e alle leggi italiane applicabili per
progetti USA/NATO/US NAVY in Italia”. In verità, dal gennaio 1994 al febbraio 2002, cioè per 8 anni e 2
mesi, Brogi è stato alle dipendenze della Nesco
International
in qualità di “project manager, disegnatore,
progettista e coordinatore capitolati tecnici Italiani e USA per diverse basi
NATO presenti in Italia: Capodichino, Camp Derby, Caserma Ederle, Aviano,
Sigonella”. Nel febbraio 2000, l’architetto-certificatore ambientale del
super-centro dei droni di Sigonella ebbe pure l’onore di relazionare sulle normative tecniche USA e italiane in una
conferenza internazionale organizzata proprio nella sede della RLF and Transystems di Orlando, Florida.

 

Pubblicato in Casablanca, n. 43, gennaio-marzo 2016
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