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Breve cronaca del lungo addio

Sul G20 di Hangzhou in Cina - Potpourri di notizie su come stanno andando le cose nel mondo nuovo, ora che ci lascia Obama. [Pierluigi Fagan]

Breve cronaca del lungo addio
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6 Settembre 2016 - 20.00


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di Pierluigi Fagan.


Stampa (Riotta), Corsera (Venturini), Repubblica (Rampini), IlSole24Ore (molto distratto); come hanno letto i mainstreamers, il G20 di Hangzhou? 

C’è sostanziale unanimità, con più o meno onestà intellettuale (più Corsera, meno Repubblica) e sempre evitando di trarre le più realistiche conseguenze. Il sentiment è quello della tristezza da declino: declino americano, declino europeo. 

L’elenco dei colpi, tra quelli che son noti, è notevole. 

La Brexit non ha provocato nulla del paventato disastro e come anticipato, sembra aver liberato una Gran Bretagna libera e disinvolta che non solo decisa a rinforzare il suo secondo posto di venditore d’armi al mondo ma decisa anche ad aprire a “nuove relazioni” con Mosca. 

Vladimir Putin già il “triste, solitario y final” dei precedenti meeting, ora cinguetta con Xi Jinping ed Erdogan, manda in bianco Obama alla ricerca di un finale di partita siriano diverso da quello incompiuto che lascerà in eredità al successore, invita israeliani e palestinesi a trattare una soluzione che sposta la geografia dei colloqui di pace da Camp David a Oslo a forse Mosca, tenta l’accordo con Salman Al Sa’ud per rilanciare il prezzo del greggio che salverebbe il pericolante Venezuela ed i suoi stessi bilanci, continua a mandare documentini speziati ad Assange

Angela Merkel, non sa se si ripresenterà alle prossime elezioni, non sa più cosa fare dell’Europa e dell’euro, non sa cosa fare della Brexit se non chiedere tempo. Intanto perde una elezione locale ma il campanello, per quanto piccolo, trilla. Io penso che Merkel mediti di finire in bellezza, i prossimi quattro anni son solo dolori, chi glielo fa fare a sporcare un sì brillante curriculum? 

François Hollande chiede sanzioni draconiane ai paradisi fiscali e l’intero G20 approva rimandando all’OCSE la verifica di una stretta, già più volte annunciata e mai compiuta davvero. Stretta su i paradisi fiscali? Ma se sono tutti britannici o americani? 

Matteo Renzi delizia con la sua impareggiabile mimica la CCTV e prende a calci i pesci finendo a culo in terra. 

Donald Tusk si appella accorato al Mondo per aiutare la povera Europa a gestire i flussi migratori (francamente, trovo quest’ultima, l’uscita più surreale di tutte, ma ci rendiamo conto?)

La Cina, si presenta con la firma apposta sull’accordo sul clima di Parigi, strapazza il protocollo diplomatico con Obama, Hollande e quasi anche Renzi, segna +6,7% di crescita nell’ultimo trimestre, invita – special guest – l’Egitto che per altro ha anche fatto domanda di ammissione alla SCO, apre alla discussione su gli eccessi produttivi dell’acciaio, stringe a sé tutti i non occidentali e gli occidentali globalisti (B20) nella richiesta di non alzare barriere protezionistiche (colloca Jack Ma, ossia Mr. Alibaba, come consulente speciale alla crescita del governo indonesiano) e dichiara finita l’era della politica economica su base solo fiscale e monetaria nel mentre pare abbia mandato una squadra di una decina di mezzi navali a prendersi l’ennesimo scoglio strategico nel Sud del suo mare. 

Intanto, i nord-coreani hanno tuffato tre missilotti nel Mar del Giappone.

Il lungo addio è quello di Obama che dal prossimo Gennaio diventa scrittore e lancia le sue memorie. Obama ha il Senato che non gli approva il TPP, l’Europa che si chiama fuori dal TTIP, la Apple sanzionata che rivela a gli americani stessi quanto introito fiscale federale è evaso ed eluso, soldi la cui mancanza pesa su i già molto suscettibili contribuenti stelle e strisce. 

Si becca anche un clamoroso “figlio di puttana” da Rodrigo Duterte, presidente di quelle Filippine sulle quali gli americani avevano fatto vari progetti per usarla come base di disturbo per la guerra nel Mar della Cina, con conseguente annullamento del viaggio presidenziale. 

L’americano a fine mandato ha invero incassato un accordo con l’India per collaborazioni navali ma la stessa India, a giugno, è entrata in procedura finale di cooptazione nella Shanghai Cooperation Organization

Ha anche incassato il mezzo golpe brasiliano (ma per il momento i BRICS si sono riuniti regolarmente in formazione a margine del G20), nonché l’interesse della Corea del Sud a piazzare un sistema missilistico difensivo (sebbene cinesi e russi abbiano avvertito Seul che non la prenderebbero bene). 

Obama rassicura Erdogan che verrà fatto di tutto (ma non tutto) il possibile per individuare eventuali responsabilità golpiste ma intanto Erdogan gli bombarda i curdi. 

Erdogan sa che l’anno prossimo si vota in Germania e Francia ed avendo le mani sul rubinetto migratorio, sa di poter allagare l’Europa come e quando vuole, posizione ideale per trattare,  altro che piani “b”.

Deroghiamo in chiusura dai big four mainstream riprendendo le Formiche che riportano la squillante dichiarazione del Primo Ministro australiano ex Goldman Sachs Malcom Turnbull, secondo il quale è giunta l’ora di “Civilizzare il capitalismo”. 

Invece, ABC News informa che Turnbull ha incontrato Theresa May dichiarando alla fine dell’incontro che i due vogliono farsi un free-trade-agreement tutto loro, ora che il Regno Unito si è liberato dell’Europa: Commonwealth 2.0, la vendetta. Questa l’ho già sentita da qualche parte…


Fonte: CRONACA N.489 (06.09.16) 


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