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Operazione Isis-Iraq

'Gli USA han preparato l''offensiva su Mosul mediaticamente prima ancora che militarmente. Un''immagine che prevarrà sui russi che han fatto molto di più? [S. Caputo]'

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19 Ottobre 2016 - 04.44


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di Sebastiano Caputo.



La corsa per Raqqa, capitale del Califfato, oltre ad essere una questione militare è soprattutto una questione di comunicazione politica. 


La Russia sembra non aver colto questa sottilissima differenza. Incassa vittorie su vittorie sul piano bellico ma perde la partita dell”informazione. 

Nella lotta al terrorismo, il Cremlino ha fatto in un anno quello che la Coalizione Internazionale guidata dagli Usa non è riuscita (più per mancanza di volontà che altro) a fare in cinque anni di raid. 


Del resto combattere Assad è servito ad accelerare l”avanzata dei miliziani dell”Isis. 


Eppure dai media non traspare tutto questo: gli americani hanno preparato l”offensiva su Mosul mediaticamente prima ancora che militarmente


Li vedete tutti quei giornalisti italiani ed europei paracadutati dagli americani al seguito dei soldati iracheni? 

Sì, proprio quelli che hanno omesso la resistenza siriana contro il sedicente Stato Islamico. 


Ora sono lì, giubbotto anti-proiettile addosso e telecamera in spalla, per raccontare l”avanzata dell”armata Brancaleone verso una città che si è svuotata da sola negli ultimi anni (i combattenti più preparati sono tutti in Siria). 


Una passerella giornalistica mica un reportage di guerra. Guerra che nel terzo millennio si vince sul piano della comunicazione.


L”opinione pubblica invece di ricordarsi il concerto dell”orchestra di San Pietroburgo a Palmira, parlerà solo e soltanto della presa di Mosul. 


Ancora una volta gli Stati Uniti fanno scuola: insegnano al mondo come si può perdere una guerra facendo credere all”opinione pubblica di averla vinta.




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