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Yemen, le bombe non fanno notizia

Gli occhi che lacrimano per Aleppo Est restano però asciutti per lo Yemen, dove a far morire adulti non combattenti e bambini sono i nostri alleati e clienti.

Yemen, le bombe non fanno notizia
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23 Novembre 2016 - 19.32


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di Fulvio Scaglione

Dal
2014, Medici senza Frontiere aiuta con forniture mediche, e non solo, otto
ospedali nei quartieri Est di Aleppo,
quelli tuttora sotto il controllo di ribelli e jihadisti. Sono i quartieri dove
da mesi più acuto è lo scontro tra le forze leali a Bashar al-Assad
e i miliziani e MsF non si stanca di denunciare i
bombardamenti che colpiscono anche le strutture sanitarie. Denunce che sono
puntualmente (e giustamente) riprese dalla stampa internazionale.

Immaginiamo
quindi quale debba essere la frustrazione dell’organizzazione nel vedere quanto
sia a senso unico, e quindi poco credibile, la pietà del giornali e delle
televisioni. Gli stessi Medici senza Frontiere, infatti, hanno denunciato
l’analogo andamento della guerra condotta nello Yemen dalla coalizione militare
guidata dall’Arabia Saudita con l’assistenza logistica e di
intelligence degli Stati Uniti. Ma in quel caso gli appelli,
per quanto accorati, sono stati bellamente ignorati e non hanno avuto alcun
riflesso sui media.

Ecco che cosa ha raccontato Djoen Besselink, capo della missione di MsF nello
Yemen: “Da maggio 2015 MSF ha curato più di 10.000 feriti di guerra solamente
nella città di Taiz. A ottobre, gli ospedali supportati da MSF a Taiz hanno
ricevuto circa 500 pazienti con ferite dovute alla violenza, di cui il 23%
erano donne e bambini. Molti dei feriti…erano a casa, al mercato o in cammino
verso i loro campi quando sono stati colpiti da incursioni aeree, bombardamenti
e spari da arma da fuoco”. 

Il 17 novembre, primo di due giorni di cessate il
fuoco, i Medici senza Frontiere hanno dovuto ricoverare 76 feriti e seppellire
21 morti nella sola città di Taiz. Ne avete avuto notizia? Mi sa di no.

Così
come difficilmente avrete saputo che l’Arabia Saudita ha violato 114
volte il cessate il fuoco
di due soli giorni che peraltro era stato
richiesto dall’ex presidente dello Yemen, Habd Rabbuh Mansur Hadi, e
gentilmente concesso da re Salman dell’Arabia Saudita.

Dall’inizio
della campagna saudita (marzo 2015), quasi 12 mila civili yemeniti sono stati
uccisi. Gli sfollati sono più di 3 milioni (su 27 milioni di abitanti), metà
della popolazione vive di aiuti umanitari e solo 1 bambino su 10 arriva all’età
di cinque anni.

Gli occhi che lacrimano per Aleppo Est restano però asciutti per lo Yemen, dove
a far morire adulti non combattenti e bambini sono i nostri alleati e clienti,
quelli ai quali Usa, Francia e in parte anche l’Italia (sono prodotte in
Italia, anche se da aziende straniere, le bombe per i caccia sauditi)
forniscono gli strumenti per ucciderli. Il punto esatto in cui la pietà diventa
ideologia e la compassione puro interesse economico.

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