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La settimana geopolitica (dal 15/4 al 21/4) in 10 punti

'I ''ribelli'', per incanto, diventano ''terroristi'' una volta varcato il confine siriano... e altri 9 miracoli della lettura occidentale di una normale settimana di guerre'

La settimana geopolitica (dal 15/4 al 21/4) in 10 punti
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21 Aprile 2017 - 23.34


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di Massimo Ragnedda.


1) Nell”attentato del 15 aprile, ad opera dei “ribelli siriani”, sono morte centinaia di persone, in buona parte bambini attirati con dolci e patatine, prima che il “ribelle moderato” sostenuto dall’Occidente si facesse saltare in aria. Uno dei momenti più bassi per l’umanità. Ribelli che, per incanto, diventano terroristi una volta varcato il confine siriano.

 

2) Continua la guerra per procura in Siria: USA, GB e Francia, con l’ausilio del Sultanato turco e le petrodittature arabe fomentano i terroristi dell’ISIS contro gli interessi russi e iraniani in Siria. Sullo sfondo i civili siriano muoiono. Effetti collaterali di una guerra mondiale combattuta a livello locale.


3) Il referendum turco trasforma la laica Turchia in un Sultanato. Il dittatore turco continua la sua opera di islamizzazione della Turchia e di repressione interna. Gli Stati Uniti “minacciano” di spostare le basi militari ora presenti in Turchia (capaci di trasportare ordigni nucleari) nel Kurdistan siriano. Difficile prevedere come si evolveranno i rapporti tra la Turchia (membro NATO) e gli Stati Uniti. Sullo sfondo Putin cerca di trarne vantaggio. 

4) L’Armada invincibile americana (come l”ha definita Trump) inviata in Corea del Nord ha sbagliato rotta: ha navigato per quasi una settimana verso un’altra destinazione. Non male per un’armata invincibile. Non male. 

5) La Russia ha spostato militari, armamenti, elicotteri d’assalto ai confini con la Corea del Nord. In caso di guerra potrebbe trovarsi a gestire centinaia di migliaia di profughi. Meglio non farsi cogliere impreparati. 

6) Anche la Cina fortifica i suoi confini con la Corea del Nord. Così, a scanso di equivoci. Non sfugge a nessuno, infatti, che il vero obiettivo della politica estera di Trump sia la Cina. E la cosa non è, ovviamente, sfuggita alla Cina. Che di conseguenza si attrezza. E arma

7) Continua il golpe organizzato in Venezuela. Aumenta la tensione, aumentano gli assassini, aumentano i fomentatori. Tira brutta area da quelle parti. Sullo sfondo, il petrolio venezuelano. 

8) Trump decide di aprire un altro fonte, di comune accordo con Israele, con l’Iran. Per ora solo uno scontro verbale. L’Iran, per ora, non ha intenzione di farsi trascinare in questa “polemica”, ma i rapporti sono sempre più tesi. La guerra invece tra Hezbollah (sostenuto dall”Iran) e Israele è, invece, solo uno questione di tempo. Non appena si “calmano” le acque in Siria, insomma. Da qui l”interesse israeliano a “prolungare” la guerra in Siria, aiutando chiunque combatta contro Hezbollah. ISIS compreso. 

9) A tre giorni dalle elezioni francesi un terrorista islamico (un “ribelle”, per intenderci, quando opera sul suolo siriano) fredda un poliziotto nel cuore della capitale francese. Tre giorni prima a Marsiglia sventato un grosso attentato, con l’arresto di alcuni terroristi e il ritrovamento di esplosivi e armi. La Francia resta uno dei posti meno sicuri in Europa (assieme al Belgio). Eppure continuano a sostenere, anziché combattere, l’ISIS in Siria. 

10) Un influente think tank americano, la “RAND Corporation”, ha consigliato al Pentagono di “neutralizzare”, ovvero bombardare, le basi militari russe a Kaliningrad (quel pezzettino di terra tra la Polonia e la Lituania e che si affaccia sul Baltico). Cosi, per alleviare la tensione. Come gesto distensivo, insomma.

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