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Niente di nuovo (Panico!) sul fronte occidentale

Davos: dove un nutrito elenco di multimiliardari, capi di stato e beniamini aziendali (di proprietà di BlackRock, Vanguard, State Street e altri) "si impegnano" nella vendita di pacchetti di DDD (Distopia Da Dementi) alle masse inconsapevoli.

Niente di nuovo (Panico!) sul fronte occidentale
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16 Gennaio 2023 - 15.53


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di Pepe Escobar.

Shadows are falling / And I’ve been here all day / It’s too hot to sleep / And time is running away / Feel like my soul / has turned into steel /I’ve still got the scars / That the sun didn’t heal / There’s not even room enough / To be anywhere / Lord, it’s not dark yet, / but it’s getting there

[Le ombre stanno calando/ e io sono stato qui tutto il giorno/ Fa troppo caldo per dormire e il tempo stringe/ Mi sento come se la mia anima si fosse trasformata in acciaio/ Ho ancora le cicatrici che il sole non mi ha permesso di guarire/ Non c’è nemmeno abbastanza spazio per essere ovunque/ Signore, non è ancora buio, ma ci sta arrivando.]

Bob Dylan, Not Dark Yet

Luci! Azione! Reset!

Il Freak Show del World Economic Forum (WEF) di Davos è tornato all’opera lunedì.

I media principali dell’Occidente collettivo, all’unisono, condizioneranno ininterrottamente, per una settimana, lo “spin” di tutte le “notizie” pronte per la stampa in modo da esaltare nuove declinazioni del Grande Reset, ora ribattezzato La Grande Narrazione, ma in realtà inquadrato come un’offerta benevola proveniente dal “capitalismo dei portatori di interessi“. Queste sono le assi principali della losca piattaforma di una losca ONG registrata a Cologny, un elegante sobborgo di Ginevra.

L’elenco dei partecipanti a Davos è stato debitamente fatto trapelare. Proverbialmente, è uno spassoso Festival dell’eccezionalismo anglo-americano, completo di caporioni dei Servizi come il direttore dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti, Avril “Madama Tortura” Haines; il capo dell’MI6 Richard Moore, nonché il direttore dell’FBI Christopher Wray.

Potrebbero essere scritte delle enciclopedie di Diderot e D’Alembert in versione remix sulla patologia di Davos: quel posto in cui un nutrito elenco di multimiliardari, capi di stato e beniamini aziendali (di proprietà di BlackRock, Vanguard, State Street e altri) “si impegnano” nella vendita di pacchetti di DDD (Distopia Da Dementi) alle masse inconsapevoli.

Ma andiamo al sodo e concentriamoci su alcune tavole rotonde della prossima settimana, che potrebbero essere facilmente scambiate per Sessioni di Dritti all’Inferno.

L’elenco di martedì 17 gennaio è particolarmente coinvolgente. Vi si presenta una tavola rotonda intitolata “De-globalizzazione o ri-globalizzazione?”, i cui relatori sono Ian Bremmer, Adam Tooze, Niall Ferguson, Péter Szijjártó e Ngaire Woods. Spiccano tre Atlantisti/Eccezionalisti, in particolare l’ultra-tossico Ferguson.

Dopo un panel “In Difesa dell’Europa”, con un gruppo di nullità tra cui il polacco Andrjez Duda, i partecipanti saranno accolti con una Stagione Speciale all’Inferno (scusami, Rimbaud) che prevede nientepopodimeno che la dominatrice della Commissione europea Ursula von der Leyen, conosciuta dalla stragrande maggioranza dei Tedeschi come Ursula von der Leichen (“Ursula delle Salme”) in un duetto da picchiatori con la mente del WEF, l’emulatore del Terzo Reich Klaus “Nosferatu” Schwab.

Si vocifera che Lucifero, nella sua privilegiata dimora sotterranea, sia verde d’invidia.

Non ci facciamo mancare nemmeno un “Ucraina: cosa accadrà ora?” con un altro ammasso di nullità, e “Guerra in Europa: Anno 2” con la ragazza del risveglio ‘woke’ della Moldavia Maia Sandu e la festaiola finlandese Sanna Marin.

Nella sezione Criminali di guerra, il posto d’onore spetta a “Una Conversazione con Henry Kissinger: prospettive storiche sulla guerra”, dove il Dott. K. venderà tutte le sue permutazioni d’autore del ‘divide et impera’. Lo zolfo aggiunto sarà fornito dallo strangolatore di Tucidide Graham Allison.

Nel suo discorso speciale, il cancelliere “Salsiccia di Fegato” Olaf Scholz sarà al fianco di Nosferatu, sperando che non venga – letteralmente – grigliato.

Poi, mercoledì 18 gennaio, ecco l’apoteosi: “Ripristino della sicurezza e della pace” con i relatori Fareed Zakaria – il cucciolo di colore dell’establishment statunitense; Jens Stoltenberg ossia il sig. “La Guerra è Pace” della NATO; Andrzej Duda – rieccolo; e infine la guerrafondaia canadese Chrystia Freeland (si dice che diventerà il prossimo segretario generale della NATO).

E tutto diventa più succoso: il comico della coca che si atteggia a signore della guerra potrebbe unirsi tramite Zoom da Kiev, in attesa di debuttare a Sanremo.

L’idea che questa tavola rotonda abbia il diritto di emettere giudizi sulla “pace” merita niente di meno che il suo apposito Premio Nobel per la Pace.

Come monetizzare il mondo intero

I cinici di tutte le convinzioni possono essere scusati se si lamentano che il sig. Zircon – attualmente in viaggio in una pattuglia oceanica che comprende l’Atlantico, l’Oceano Indiano e naturalmente il “Mare Nostrum” Mediterraneo – non presenterà il suo biglietto da visita a Davos.

L’analista Peter Koenig ha sviluppato una tesi convincente secondo cui il WEF, l’OMS e la NATO potrebbero gestire una sorta di sofisticato culto della morte. Il Great Reset si mescola allegramente con l’agenda della NATO come agente provocatore, finanziatore e armatore della guerra per procura dell’Impero contro Russia nel buco nero Ucraina. NAKO – un acronimo di North Atlantic Killing Organization – in questo caso suonerebbe meglio.

Come riassume Koenig, “la NATO entra in qualsiasi territorio in cui la macchina della menzogna dei media ‘convenzionali’ e l’ingegneria sociale stanno fallendo o non riescono a completare i loro obiettivi di ristrutturazione delle persone abbastanza in fretta”.

Parallelamente, pochissime persone sono a conoscenza del fatto che il 13 giugno 2019 a New York fu concluso un accordo segreto tra l’ONU, il WEF, una schiera di ONG armate dagli oligarchi – con l’OMS in prima linea – e, ultimo ma non per ultimo, le più grandi aziende private del mondo, che sono tutte di proprietà di un labirinto interconnesso che vede Vanguard e BlackRock al centro.

Il risultato pratico dell’accordo è l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Praticamente ogni governo nell’area del NATOstan e dell’«emisfero occidentale» (definizione dell’establishment statunitense) è stato dirottato dall’Agenda 2030 – che si traduce, essenzialmente, come accaparramento, privatizzazione e finanziarizzazione di tutti i beni della terra, con il pretesto di “proteggerli”.

Traduzione: la commercializzazione e la monetizzazione dell’intero mondo naturale (vedi, per esempio, qui, qui e qui.)

Gli scagnozzi superstar di Davos come quell’insopportabile noia di Niall Ferguson sono solo vassalli ben ricompensati: intellettuali occidentali usciti dallo stampino di Harvard, Yale e Princeton che non oseranno mai mordere la mano che li nutre.

Ferguson ha appena scritto un editoriale su Bloomberg intitolato “Non tutto è tranquillo sul fronte orientale” – fondamentalmente per spacciare il rischio della terza guerra mondiale, a nome dei suoi padroni, dando ovviamente le colpe “alla Cina in quanto arsenale dell’autocrazia”.

Tra tante arroganti follie seriali, questa si distingue. Ferguson scrive: “Ci sono due ovvi problemi con la strategia degli Stati Uniti (…) Il primo è che se i sistemi di armi algoritmiche sono l’equivalente delle armi nucleari tattiche, Putin potrebbe alla fine essere spinto a usare le seconde, poiché chiaramente gli mancano le prime”.

L’ignoranza qui è un eufemismo. Ferguson chiaramente non ha idea del significato di “armi algoritmiche”; se si riferisce alla guerra elettronica, gli Stati Uniti potrebbero essere stati in grado di mantenere la superiorità per un po’ in Ucraina, ma è finita.

Bene, questo è tipico Ferguson: il quale ha scritto un’intera agiografia dei Rothschild proprio allo stesso modo del suo editoriale, bevendo dagli archivi Rothschild che sembravano essere stati ben ripuliti perché non sa quasi nulla di significativo sulla loro storia.

Ferguson ha “dedotto” che la Russia è debole e la Cina è forte. Senza senso. Entrambi sono forti – e la Russia è tecnologicamente più avanti della Cina nel suo avanzato sviluppo di missili offensivi e difensivi, e può battere gli Stati Uniti in una guerra nucleare poiché lo spazio aereo russo è sigillato da difese stratificate come l’S-400 fino agli S-500 già testati e i progettati S-600.

Per quanto riguarda i chip semiconduttori, il vantaggio che Taiwan ha nella produzione di chip è nella produzione in serie dei chip più avanzati; ma la Cina e la Russia possono fabbricare i chip necessari per l’uso militare, pur non impegnandosi nella produzione commerciale di massa. Gli Stati Uniti hanno qui un importante vantaggio commerciale con Taiwan, ma non è un vantaggio militare.

Ferguson svela il suo gioco quando lamenta la necessità di “dissuadere una nascente combinazione simile all’Asse – formata da Russia, Iran e Cina – dal rischiare un conflitto simultaneo in tre teatri: Europa orientale, Medio Oriente ed Estremo Oriente”.

Qui abbiamo la tipica demonizzazione atlantista dei tre principali vettori dell’integrazione dell’Eurasia mescolata con un cocktail tossico di ignoranza e arroganza: è la NATO che sta alimentando il “conflitto” nell’Europa orientale; ed è l’Impero che viene espulso dall’«Estremo Oriente» (oh, suona così coloniale) e presto dal Medio Oriente (in realtà l’Asia occidentale).

Un racconto dai territori occupati AMGOT

Nessuno con un QI superiore alla temperatura ambiente si aspetterà che a Davos la prossima settimana si discuta seriamente di qualsiasi aspetto della guerra esistenziale tra NATO ed Eurasia, per non parlare della proposta di diplomazia. Quindi vi lascio con un’altra tipica storia pacchiana su come l’Impero – che governa Davos – tratta in pratica i suoi vassalli.

Mentre ero in Sicilia all’inizio di quest’anno ho appreso che un alto papavero del Pentagono era atterrato a Roma, in fretta e furia, come parte di una visita non programmata. Pochi giorni dopo il motivo della visita è stato stampato su ‘La Repubblica’, uno dei giornali del tossico clan Agnelli.

Si trattava di una stangata mafiosa: un faccia a faccia in forma di “suggerimento” al governo Meloni affinché fornisse imperativamente a Kiev, il prima possibile, il costoso sistema antimissile Samp-T, sviluppato da un consorzio europeo, Eurosam, che unisce MBDA Italia, MBDA Francia e Thales.

L’Italia possiede appena 5 batterie di questo sistema (non proprio brillante contro i missili balistici ma efficiente contro i missili da crociera).

Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan aveva già chiamato Palazzo Chigi per annunciare “l’offerta che non puoi rifiutare”. A quanto pare non è bastato, da qui il frettoloso viaggio dell’inviato. Roma dovrà mettersi in riga. O altrimenti… Del resto, non dimenticate mai la terminologia usata dai generali USA per designare la Sicilia, e l’Italia nel suo complesso: AMGOT. Ossia Territorio occupato dal governo americano.

Divertitevi con il freak show di Davos.

Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.

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