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Il Pulitzer Seymour Hersh: “Gli USA hanno fatto saltare il gasdotto Nord Stream”

L'esplosione nei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico sarebbe stata un’operazione segreta ordinata dall’amministrazione Biden e portata avanti dalla CIA. La Casa Bianca nega. Esplode la bomba del grande decano del giornalismo d'inchiesta

Il Pulitzer Seymour Hersh: “Gli USA hanno fatto saltare il gasdotto Nord Stream”
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8 Febbraio 2023 - 22.45


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di Enrica Perucchietti.

«L‘estate scorsa, i sommozzatori della Marina, sotto la copertura di un’esercitazione NATO nota come Baltops 22, hanno piazzato degli ordigni esplosivi ad attivazione remota che tre mesi dopo hanno distrutto tre dei quattro gasdotti di Nord Stream».

La bomba questa volta l’ha sganciata uno dei più noti giornalisti investigativi statunitensi, Seymour Hersh. Gli effetti di questa deflagrazione a livello mediatico sono ancora da accertare, ma gli strascichi si fanno già sentire a livello internazionale, generando imbarazzo nella diplomazia statunitense.

[LEGGI QUI L’INTERO ARTICOLO DI HERSH TRADOTTO DA MEGACHIP]

Come avevo già riportato, a dicembre 2022, il Washington Post aveva pubblicato un lungo articolo in cui spiegava che non c’erano prove che la Russia fosse in qualche modo coinvolta nelle esplosioni ai gasdotti Nord Stream1 e 2: «Dopo mesi di indagini, numerosi funzionari affermano in privato che la Russia potrebbe non essere responsabile degli attacchi ai gasdotti Nord Stream».

La stampa internazionale aveva individuato da subito il “suo” colpevole: Putin. Per settimane ha insinuato che la responsabilità delle perdite dai due gasdotti Nord Stream fosse russa, sebbene tale pista fosse poco logica e semplicistica e a giovare dell’attacco fossero semmai altri Paesi (Polonia, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna e Stati Uniti).

Dal Cremlino, Putin aveva già rimarcato che il danneggiamento ai gasdotti era «un atto di terrorismo di Stato», aggiungendo che «chi è interessato al fatto che la fornitura di gas russo all’Europa passasse solo attraverso l’Ucraina, ha fatto saltare tutto». Il ministero della Difesa russa, in un rimpallo di responsabilità con Kiev, aveva respinto le accuse di Zelensky, e aveva incolpato pubblicamente la Royal Navy britannica di aver partecipato alla preparazione e attuazione del sabotaggio.

Ora, dai dubbi sulla Russia si passa, con Hersh, alle accuse circostanziate sugli USA.

Secondo l’inchiesta curata dal più volte Premio Pulitzer, pubblicata sul suo blog, ripresa anche dal Times, lo scorso giugno sommozzatori della Marina Usa, utilizzando un’esercitazione militare della NATO come copertura, avrebbero piazzato esplosivi lungo gli oleodotti che sono stati fatti detonare tre mesi dopo. L’esplosione nei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico sarebbe stata un’operazione segreta ordinata dalla Casa Bianca e portata avanti dalla CIA: «Chi ha fatto saltare il gasdotto Nord Stream? Incredibilmente, stampa e politici europei sembrano non interessati a conoscere la verità su questo grave attentato, che ha fatto saltare in aria un’infrastruttura energetica di livello strategico per la Germania in primis, ma anche per l’intera Europea. In realtà ormai è ben chiaro chi ci sia dietro l’attacco e chi aveva l’interesse nel far saltare i gasdotti. I governanti europei preferiscono glissare sulla questione perché non hanno alcuna possibilità di protestare o di giustificarsi davanti ai propri popoli. L’Europa è ormai ridotta a un protettorato di Washington».

Secondo il giornalista, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe deciso di realizzare questo atto di sabotaggio dopo nove mesi di discussioni segrete con la sua squadra di sicurezza nazionale. Il problema principale era sbarazzarsi delle prove: «Per gran parte di quel periodo, il problema non era se portare a termine la missione», ma come portarla a termine senza lasciare prove evidenti «di chi fosse il responsabile», scrive Hersh. La segretezza era essenziale per Washington, per evitare uno scontro diretto con il Cremlino.

Hersh sostiene inoltre che Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del leader statunitense, sia stato coinvolto nella preparazione del piano di sabotaggio, per assecondare «i desideri del presidente. Con l’acuirsi delle tensioni tra Ucraina e Mosca, l’amministrazione Biden si è concentrata anche su Nord Stream. «Finché l’Europa continuerà a dipendere dai gasdotti per l’approvvigionamento di gas naturale a basso costo, Washington temeva che Paesi come la Germania sarebbero stati riluttanti a fornire all’Ucraina il denaro e le armi necessarie per sconfiggere la Russia», spiega Hersh, sottolineando che è stato in quel momento di incertezza che Biden avrebbe autorizzato Jake Sullivan a convocare un gruppo inter-agenzie per elaborare un piano.

«Ciò che è apparso chiaro ai partecipanti, secondo la fonte con conoscenza diretta del caso, è che Sullivan intendeva che il gruppo elaborasse un piano per distruggere i due gasdotti Nord Stream, e che stava assecondando i desideri del presidente”, si legge nell’articolo.

Hersh cita una fonte con diretta conoscenza del piano ma riporta anche la smentita della Casa Bianca e della CIA che hanno definito le notizie sul coinvolgimento di Washington nel sabotaggio del gasdotto una menzogna e una montatura. Adrienne Watson, portavoce della Casa Bianca, ha liquidato tale ipotesi come «una finzione completamente falsa». Similmente, Tammy Thorp, portavoce della CIA, ha commentato i fatti in modo analogo, affermando che «questa affermazione è completamente e totalmente falsa».

Non è la prima volta Seymour Hersh, va controcorrente e accusa la Casa Bianca di inscenare messinscene, orchestrare sabotaggi o false flags. In un’inchiesta al vetriolo pubblicata sulla London Review of Books bollò come talmente falsa la ricostruzione dell’uccisione di Osama Bin Laden che «potrebbe essere stata scritta da Lewis Carroll», l’autore di Alice nel paese delle meraviglie. Secondo Hersh, il governo pachistano – che aveva già catturato bin Laden nel 2006 e lo teneva nascosto ad Abbottabad con la complicità e il sostegno del governo saudita – avrebbe consegnato bin Laden a Washington in cambio di aiuti militari e di un ruolo nel futuro politico dell’Afghanistan. Il blitz sarebbe stato inscenato ad arte e il corpo di bin Laden non sarebbe stato gettato in mare, ma fatto a pezzi e abbandonato sulle montagne dell’Hindu Kush.

Fonti:

L’articolo originale di Seymour Hersh:

La versione italiana dell’articolo di Hersh:

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