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La spesa a deficit spiegata a un appassionato di motori

Se durante il fine settimana lavi l’auto, controlli l’olio, la pressione dei pneumatici e cosi via, questo post fa per te.

La spesa a deficit spiegata a un appassionato di motori
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14 Aprile 2013 - 00.26


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di Dario De Angelis MEMMT.

Se durante il fine settimana lavi l’auto, controlli l’olio, la pressione dei pneumatici e cosi via, questo post fa per te.
Un’automobile non può funzionare senza il lubrificante, l’olio appunto. Per questo, regolarmente, estrai dal motore l’asta di metallo. Sai perfettamente che il livello dell’olio non deve essere né troppo basso, né troppo alto, quindi all’interno di due limiti (tacca di minimo – tacca di massimo). Il mancato rispetto degli stessi danneggia il motore.
Immagina l’Italia. Il motore di una nazione siamo noi, con le nostre idee, competenze e la nostra volontà. OK, noi siamo il motore, ma l’olio – la spesa a deficit1 –  per far scorrere perfettamente gli ingranaggi chi lo mette? Chi lo controlla? Lo Stato. Compito fondamentale di un governo è garantire che l’olio nel motore (spesa a deficit) sia della quantità adeguata, sopra il minimo, sotto il massimo. Cosi il motore funziona perfettamente e la piena occupazione è possibile.

 

 


Se c’è troppo poco olio, il motore si blocca e la disoccupazione aumenta. Rifletti: la strategia europea attuale, in risposta alla crisi, è l’austerity: eliminare ogni goccia di olio dal motore, fino all’ultimo residuo nel più remoto ingranaggio perché, dicono, cosi funzionerà meglio. Può andare a buon fine questa strategia? L’austerità in risposta alla crisi imposta dalla perdita di sovranità monetaria è una scelta che blocca l’auto.

Cosa accade invece se c’è troppo olio nel “motore Italia”? Compito dello Stato è anche evitare che l’olio trabocchi. Un fraintendimento base relativo alla Me-MMT, è la credenza errata che uno Stato monetariamente sovrano debba spendere all’infinito. Sbagliato. Lo Stato spende, cioè inietta olio, ma mai oltre la tacca di “massimo livello”, che è rappresentata dalla piena occupazione. Utilizzata la piena capacità dei fattori produttivi e delle risorse umane, ulteriore olio motore (spesa a deficit) genererebbe inflazione, una cosa di cui il “motore Italia” non sente la mancanza.

Inoltre lo Stato non deve spendere a caso, ma concentrare i suoi sforzi affinché il motore, che siamo noi, possa esprimere la sua efficienza  nel migliore dei modi possibili, quindi perseguendo esclusivamente l’interesse pubblico.
Capire un malinteso. Possono i cittadini rabboccare l’olio autonomamente? No, perché nessuno di noi è in grado di produrlo. Qualcuno ce lo deve fornire e l’unica azienda che lo produce è lo Stato, a cui non costa nulla. Potrebbero fornircelo anche le banche ma loro lo prestano solo per un arco di tempo, terminato il quale lo rivogliono indietro. Quindi vivremmo sempre con l’ansia costante di cercare qualcun altro che ci venda altro olio, altrimenti il motore si rompe.

Il grafico sopra mostra come, per decenni (rettangolo verde), il governo italiano abbia speso a deficit. La linea rossa (revenue – entrate fiscali) è sempre abbondantemente sotto la spesa primaria (primary expenditure, la spesa dello Stato da cui sono stati decurtati gli interessi sul debito pubblico). All’inizio degli anni ’90 l’ideologia dell’UE, per opera del trattato di Maastricht (rettangolo rosso) ha preso il sopravvento. Da quel momento la tassazione è sempre stata superiore alla spesa. Ogni anno lo Stato ha eliminato denaro dai nostri conti correnti, distruggendo la domanda di beni e servizi. I risultati li vediamo oggi.

Spero che questa metafora sia utile a te, che ti danni a far comprendere al vicino di casa come il ruolo dello Stato sia naturale per far funzionare correttamente il motore.

P.S. Se mentre rabbocchi l’olio, pensi alla spesa a deficit e ne metti troppo, non è colpa mia

1 – La spesa a deficit è la differenza tra la spesa dello Stato e gli introiti fiscali.

 

Fonte: http://memmt.info/site/la-spesa-a-deficit-spiegata-a-un-appassionato-di-motori/.

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