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'#LaudatoSi''. Bergoglio sceglie gli ultimi'

La nuova #enciclica del papa rivela un baluardo più solido per una resistenza etica – e poi politica - alla società di mercato. [Paolo Bartolini]

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18 Giugno 2015 - 17.58


ATF

di
Paolo Bartolini
.

Suscita già un grande vocio l’enciclica «Laudato si’» di Papa Francesco (qui
il testo integrale
). Fra i tanti
cronisti potete leggere Francesco
Antonio Grana sul Fatto Quotidiano
.

L’odierno pontefice, possiamo ormai dirlo, rappresenta
di questi tempi il baluardo più solido per una resistenza etica – e poi
politica – alla società di mercato.

La sua “visibilità” (come si usa dire nel
grande show che ci avvolge), la possibilità di parlare con autorevolezza a
milioni di persone su temi di rilevanza mondiale, devono essere salutati con
favore da chiunque desideri una rivoluzione culturale capace di contrastare la
logica nichilista dell’accumulazione economica fine a se stessa.  

In questa constatazione non vi è alcun
intento apologetico verso la Chiesa Cattolica, che grandi passi deve ancora
fare per liberare lo spirito profetico imprigionato nei suoi imponenti apparati
di potere, tuttavia riconosciamo con soddisfazione la qualità di questa voce
che si alza – quasi solitaria – per mettere in discussione non la superficie,
ma le fondamenta stesse del capitalismo finanziario. La parola “decrescita”
improvvisamente è diventata una sfida etica e politica mondiale con cui tutti
si confronteranno.

Nonostante le contraddizioni profonde che
allignano in Vaticano, ci sentiamo di affermare che, dopo il crollo del muro di
Berlino e dopo la fiammata del movimento no global partito da Seattle, Papa
Francesco sembra l’unico ad aver raccolto – certo a modo suo e partendo da una
base spirituale ben definita – l’eredità critica che fu dei movimenti di
liberazione del passato.

L’alternativa al sistema delle merci e del
denaro non giungerà certo da un solo uomo, né da una cultura in particolare, ma
da tutti coloro che sapranno – in forme differenti e compatibili – lavorare per
l’obiettivo comune.

L’impressione, inaspettata e quindi tanto
più preziosa, è che Francesco, con il suo esempio, stia testimoniando di aver
compreso davvero e finalmente la direzione precisa verso cui orientare le
nostre forze. Non spaventi nessuno il fatto di riconoscere al Papa questo
merito e l’utilità, su alcuni temi, di mettersi sulla sua scia.

La conversione a cui siamo chiamati, sia
ben chiaro, non riguarda alcuna credenza o dichiarazione di fede, bensì la
possibilità stessa di salvarci salvando ciò che è intorno e tra di noi.

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