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Silvio può restare senatore. In carcere

In uno Stato di diritto non è necessario che le sentenze siano rispettate, è invece inderogabile che siano applicate. [Massimo Fini]

Silvio può restare senatore. In carcere
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2 Settembre 2013 - 13.54


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di Massimo Fini

Ai berluscones non entra nella zucca che il consenso non autorizza a commettere reati. Altrimenti bisognerebbe stabilire un tariffario. Con due milioni di voti si potrebbe fare un furto semplice, con quattro un furto con scasso, con sei una rapina, con dieci una frode fiscale, con dodici commettere un omicidio, con venti compiere una strage.

Già è grave che Pdl e Pd (sia pur questo sottobanco) trattino per trovare una via d’uscita al Cavaliere per permettergli di sfuggire a una condanna definitiva. Perché qui non c’è da dividersi in “falchi” e “colombe”, ma sono in gioco principi indisponibili, come l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, che non è nella potestà di nessuno violare.

In uno Stato di diritto non è necessario che le sentenze siano rispettate, è invece inderogabile che siano applicate. Berlusconi quindi, visto che per motivi d’età non può essere messo al gabbio, deve andare ai servizi sociali o ai domiciliari. Se sceglierà qusta seconda soluzione non potrà ricevere visite, e nemmeno telefonate, se non dagli stretti familiari e potrà uscire, per qualche ora, solo se autorizzato dal Giudice di Sorveglianza. E se cercherà di fare il furbo evadendo da una delle sue ville in orari non autorizzati, troverà due robusti carabinieri che lo acciufferanno per il collo e lo riporteranno a calci in culo a casa o direttamente al gabbio, perché non ha rispettato i limiti imposti dal Giudice. Così van le cose per tutti i cittadini che si trovano nella sua situazione.

Gravissimo sarebbe se Pdl, Pd, Capo dello Stato per non fargli scontare la pena alla reclusione trovassero qualche escamotage.

1) Grazia. Va chiarito che la richiesta di Grazia non implica un”ammissione di colpevolezza e che la Grazia può essere concessa motu proprio dal Capo dello Stato, senza richiesta. La Grazia, in genere, viene concessa per considerazioni umanitarie. E in ogni caso non si vede per quale motivo dovrebbe essere data a un “delinquente naturale”, come lo ha definito il Tribunale di Milano, che ha già un’altra condanna sul gobbo, processi in corso, che non ha mai manifestato pentimenti per le sue malefatte ma, al contrario, continua ad accusare i suoi giudici di un reato gravissimo (aver distorto la legge a fini politici) senza peraltro degnarsi di fornire le prove denunciando i magistrati felloni alla prima procura competente.

2) Commutazione della pena. Vale il discorso fatto per la Grazia.

3) Amnistia. Sarebbe la prima volta al mondo che per salvare un delinquente se ne liberano altri 20 mila. Amnistia e indulto non hanno mai risolto l’annoso problema del sovraffollamento delle carceri che, nel giro di due anni, è tornato al livello precedente. Perché invece di strologare sui Ponti di Messina, in tutti questi anni non si sono costruite carceri nuove e civili? Comunque in questo momento un provvedimento generale di clemenza assumerebbe, di fatto, il carattere grottesco e inaudito di una amnistia [i]ad personam[/i]. Sulla decadenza da senatore di Berlusconi mi pare invece che i suoi difensori abbiano qualche ragione.

La legge Severino non è incostituzionale, perché vale per tutti, e non c’è bisogno di alcun ricorso alla Consulta. Però in penale vale il principio della “irretroattività della legge, a meno che non sia più favorevole al reo”. Che non è il caso di Berlusconi.

Per lui dovrebbe valere il principio della irretroattività perché la decadenza da senatore si configura come una pena accessoria. Berlusconi, visto che non ha la dignità di dimettersi, può rimanere senatore. Ma dal gabbio.

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