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'Il mondo di mezzo è lercio. Ma il mondo ''di sopra''?'

'Nel ''mondo di mezzo'' stanno quelli chiamati a fare il lavoro sporco per il ''mondo di sopra'' a discapito di chi sta sotto. Le inchieste romane e i santuari intatti [Sergio Cararo]'

'Il mondo di mezzo è lercio. Ma il mondo ''di sopra''?'
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5 Dicembre 2014 - 08.16


ATF

di Sergio Cararo.

I magistrati che hanno avviato la clamorosa inchiesta
sull’intreccio tra malavita, politica e affari nella Capitale, hanno
chiamato questa operazione “Mondo di mezzo”.

La denominazione è stata
mutuata dall’intercettazione di un boss della fascio-malavita che così
definiva la propria “posizione di rendita”. Ci sono quelli che stanno
sopra e quelli che stanno sotto, nel mondo di mezzo ci sono quelli
chiamati a fare il lavoro sporco a favore del “mondo di sopra” a tutto
discapito di quelli di sotto. Sintesi perfetta, ancorché involontaria,
del ruolo storico dei fascisti: braccio armato dei padroni (un secolo fa
i latifondisti e poi gli industriali, oggi palazzinari e finanzieri).

A fare questo lavoro sporco, come abbiamo denunciato e documentato in
questi quattro anni su Contropiano, c’è un’area grigia fatta da
malavitosi e fascisti, mazzieri e pistoleri, soldati e boss che
interagiscono con “la politica”, il mondo delle imprese – cooperative,
industriali, finanziarie o di servizi – o le aziende municipalizzate per
ottenerne benefici economici in cambio di fette di consenso politico,
gestione dei “problemi” non sempre risolvibili a rigor di legge, ecc.
Con le spicce quando serve, oliando con i soldi funzionari, dirigenti,
assessori o sindaci quando è possibile; e in modo totalmente trasversale
con la destra (dove ci sono vecchi amici e camerati), con la “sinistra”
(dove identità e dignità politiche sono state soppiantate da figure
mediocri ma rampanti).

Il mondo di mezzo appare dunque lercio per autodefinizione,
soprattutto quando è fatto da personaggi (fascisti o meno che siano) che
animano i pogrom contro immigrati e rom nelle periferie e poi si scopre
che ci campano sopra, gestendo il “business dell’accoglienza”.

“Si
guadagna di più con gli immigrati che con il traffico di droga”
, dice in
un”intercettazione uno degli arrestati, a modo suo un boss
dell’”assistenza sociale”, nuova e purulenta piaga coincidente con
aziende e cooperative del “terzo settore”, l’unico beneficiario –
privato – dello smantellamento del welfare e dei servizi sociali
pubblici. Quello a cui Renzi vorrebbe affidare tutto in nome di una
sussidiarietà alla rovescia, tanto per intendersi; eliminando lo Stato a
favore dei “mezzani”.

Ma questo è ancora soltanto il mondo di mezzo.

Dalla conferenza stampa della Procura di Roma la sensazione è che sia
ancora poca roba.

Manca infatti il convitato di pietra: il mondo di sopra, quello citato esplicitamente da Carminati come il “committente” della sua personalissima “intermediazione non convenzionale”.

Diciamola così: è possibile un”indagine a Roma sull’intreccio tra
malavita, affari, politica, amministrazioni locali, aziende del terzo
settore, che non incontra mai i palazzinari

Può tenere fuori il
nucleo centrale di quella borghesia romana atipica che su rendita
fondiaria e cemento ha fondato fortune e imperi economici che fanno
ancora il bello e il cattivo tempo nella Capitale? 

Si può evitare di
vedere quelle cene o feste di compleanno in cui trovi insieme assessori
di destra o “di sinistra”, consiglieri regionali-provinciali-comunali
“ambidestri” e costruttori vecchi e nuovi, magari imbronciati tra loro e
bisognosi di un “aiutino”, un terreno da rendere edificabile, uno
scambio? 

E si può evitare di dare un’occhiata al piano regolatore della
Giunta Veltroni o alle varianti urbanistiche di Alemanno e Polverini, in
parte riprese anche da Zingaretti, che hanno gettato sul territorio
milioni di metri cubi di cemento, tirando su palazzi senza servizi che
oggi rimangono vuoti in attesa di tornare utili per qualche “emergenza” o
una banale “sanatoria”?

Ci permettiamo di suggerire alla Procura di Roma un “allargamento di
vedute” nelle inchieste sul malaffare a Roma, nel rapporto tra
costruttori, politica, malavita e amministrazioni locali.

Ad esempio: la vicenda dei Piani di Zona per l’edilizia
convenzionata, esplosa di recente anche sul piano giudiziario, o dei
fondi Sgr sulle case degli enti previdenziali, allargherebbe sicuramente
l’orizzonte dal mondo di mezzo al mondo di sopra.

Sarebbe utile buttare un occhio sulla vicenda dei Punti Verde
Qualità, delle cui opportunità di business si parla esplicitamente in
una telefonata tra l’imprenditore “nero” Mokbel e il boss della malavita
del litorale, Fasciani.

Sarebbe interessantissimo non lasciar andare in prescrizione le
indagini sui biglietti dell’Atac clonati, distribuiti parallelamente a
quelli ufficiali, che hanno fruttato 68 milioni di euro ai “fortunati”
beneficiari (bipartisan, naturalmente), invece che alle casse di una
azienda municipalizzata di trasporto oggi alle prese con un deficit
stellare.

Sarebbe auspicabile dare un’occhiata da vicino ai concessionari e
proprietari della “Las Vegas” di case del gioco d’azzardo legalizzato,
delle palazzine gonfie di slot machine, dei casinò all’amatriciana,
sorti come funghi nelle ex fabbriche e capannoni della Tiburtina Valley,
della Prenestina, ecc.

Sarebbe opportuno incrociare le indagini con la Corte dei Conti per
sapere perché, se il Ministero dei Beni Culturali decreta che l’aggio
dei concessionari privati nelle attività di gestione dei beni
archeologico-culturali non deve superare il 30%, ben il 68% del valore
di ogni biglietto per il Colosseo o altri musei riempie le casse di
società private invece di quelle pubbliche.

Sarebbe sensato anche verificare la correttezza del progetto per
l”Autostrada Roma-Latina (già prenotata in “concessione” ai privati) e
la cui gara di assegnazione dei lavori vede i grandi del mondo di sopra asfaltare i piccoli del mondo di sotto.

Infine, ma non per importanza, sarebbe opportuno andare a vedere un
po’ più da vicino il mondo delle cooperative, in cui sono prosperati
specularmente precarietà per chi ci lavora, arricchimenti personali
degli amministratori e degrado dei servizi sociali offerti al posto dei
servizi pubblici.

Ci sarebbe dunque tanto, tanto materiale per esplorare da dentro
anche il “mondo di sopra”. Per i magistrati si pone però un problema. Il
governo, ad esempio, ha varato due decreti – Il Decreto Lupi sulla casa
e il Decreto Sblocca Italia – che consegnano nella mani del “mondo di
sopra” tutte le carte da giocare, impippandosene dei “lacci e lacciuoli”
previsti dalla legge. Su entrambi incombe l”indignazione popolare. E
sul secondo anche le preoccupazioni dell”Autorità Anticorruzione, visti i
varchi che offre al riciclaggio di denaro.

Ma se queste sono le leggi, questa diventa la legalità formale. E se
queste sono le regole, siamo ormai di fronte e dentro un sistema, una governance della politica, dell”economia e della società. Diventa allora troppo facile dare in pasto all”opinione pubblica il solo mondo di mezzo salvaguardando però il Mondo di sopra.

Questo mondo di sopra si presenta ormai come “nè di destra, né
di sinistra”, è contemporaneamente fascista e sedicente antifascista
(come disse un lungimirante Pasolini).

E’ il mondo degli interessi
materiali di quelli che vivono, appunto, nel mondo di sopra e che
– per gestire i sempre conflittuali rapporti tra il proprio mondo e
“quelli di sotto” – hanno arruolato da sempre un lerciaio di mercenari,
mazzieri e mercanti per “mantenere le distanze”. Anche a Roma.

Fonte:  http://contropiano.org/editioriali/item/27910-il-mondo-di-mezzo-e-lercio-ma-il-mondo-di-sopra.

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