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Grillo, le alleanze e le trappole

'Uno scambio di opinioni tra un attivista Cinquestelle e Giulietto Chiesa sulla "grande alleanza democratica e popolare" di cui ha bisogno l''Italia.
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Grillo, le alleanze e le trappole
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17 Dicembre 2013 - 23.36


ATF
Carissimo
Giulietto,

sono
Claudio Antonioli, simpatizzante-attivista (critico) del M5S. Ci siamo già incontrati via mail e personalmente
conosciuti a Lugagnano (VR), in occasione di una Tua conferenza,
scambiando qualche battuta e cercando di organizzare un incontro
dalle nostre parti.

Continuando
a seguire le tue attività e il blog, concordo, specie dopo aver
visto il recente ed inquietante video di Salvo Mandarà con Paolo
Ferraro, sulla necessità di formare una “grande alleanza
democratica e popolare”, accomunata da pochi punti programmatici
fondamentali e condivisi, che coinvolga i vari gruppi, comitati e
movimenti, che vanno ora in ordine sparso, e che non possa non
comprendere anche il M5S.

Quello
che però mi pare manchi è una proposta concreta, formale ed
ufficiale. Non credo possiamo aspettarci che l’iniziativa venga da
Beppe Grillo (troppo testardo, orgoglioso egocentrico e
personalistico, nonostante gli innegabili meriti che gli vanno
riconosciuti) e tanto meno da Casaleggio (i cui piani e fini
strategici francamente mi rimangono oscuri e nello stesso tempo
temo).

Ti
invito quindi a prendere concretamente l’iniziativa rivolgendoti
direttamente ai gruppi parlamentari del M5S di Camera e Senato, per
esempio chiedendo una audizione, un incontro, un chiamiamolo come si
vuole. E che la cosa venga ampiamente pubblicizzata.

Occorre
secondo me farlo al più presto, prima che tutti noi si venga
definitivamente e inopinatamente fottuti (se già non lo siamo), dato
il sempre più squallido e desolante panorama generale che oggi ci
offrono la nostra società, la nostra politica e le nostre
istituzioni.

Sperando
in un Tuo riscontro, Ti saluto con affetto e immensa stima.

Claudio
Antonioli

Caro
Claudio,


intanto
grazie per la tua lettera. Alla quale rispondo con ritardo perché
sono stato in viaggio a lungo e perché ti chiesi il permesso di
pubblicarla. Tu mi hai risposto con queste parole, che ora riproduco:

“Ovviamente si,
nessun problema . . . anzi. Tengo anche a precisare che la mia è una
proposta che vuole essere messa in discussione non tanto a nome e per
conto del M5S, che non rappresento, quanto all’interno
dell’assemblea di Alternativa, della quale vorrei sentirmi
partecipe.


Di
certo non temo scomuniche (da chi?, da cosa?). Cerco sempre di
conservare il mio spirito critico, libero e sostanzialmente
anarcoide. Fatico a conservare sensi di appartenenza (e questo è
probabilmente un difetto) e mi sento piuttosto intollerante a certi
integralismi (e dire che tanti mi chiamano” talebano”) e ai
legami troppo stretti, troppo spesso di interesse, che ritengo
impediscano di progredire, di migliorare la rotta e di vedere oltre
L’unica catena che sento di dover avere è quella della
responsabilità del futuro che sto contribuendo a consegnare a mio
figlio”.

E
poi mi hai sollecitato con un’ulteriore serie di considerazioni sui
movimenti di protesta cominciati l’8 dicembre scorso, che condivido
totalmente (come ho scritto e detto
in
un mio recentissimo editoriale
).

Dunque
ora rispondo a tutto lo scambio, e pubblico sui miei siti di
riferimento. 

Infatti la tua lettera contiene cose che è importante
siano in molti a conoscere. Mi chiedi di avanzare una “proposta
formale e ufficiale”
di una “grande alleanza democratica e
popolare”
a Grillo e Casaleggio, poiché ritieni che
l’iniziativa non possa venire né dal primo né dal secondo.


È
una domanda che mi è già stata fatta da più parti, dall’interno
del Movimento 5 Stelle. Alla quale intendo rispondere in tutta
chiarezza. 

 


In
genere mi si chiede come mai io “non telefono a Grillo”. Tu mi
proponi di rivolgermi direttamente ai gruppi parlamentari del M5S di
Camera e Senato chiedendo un’audizione, o un incontro, a cui “dare
il massimo di pubblicità”. In realtà io ho già avuto ripetuti
contatti con i gruppi parlamentari del M5S, sempre su iniziativa di
deputati e senatori o di gruppi di deputati e senatori. L’ho fatto
con piacere e ho riscontrato che si è trattato di incontri utili. Ho
inviato
proposte
politiche concrete sui temi europei
, sui temi della riforma
del sistema radiotelevisivo
in Italia, sui temi della politica
estera in generale.


Oltre
non sono andato e, per il momento, non intendo andare.


Credo
che un gesto, “ampiamente pubblicizzato”, come proponi, sarebbe
interpretato da molti come un’OPA ostile. Non voglio essere
accomunato a coloro che si aggirano come avvoltoi attorno al M5S in
attesa che “qualcuno si stacchi”. Io vedo, e rispetto, il
travaglio cui i gruppi parlamentari del M5S sono sottoposti. Non
intendo esacerbarlo.


Del
resto le mie proposte sono pubbliche, da tempo: quella del “
governo
ombra
” è stata resa nota su tutti i social network, su
Megachip.info, sul mio sito. Impossibile che non sia stata notata.


Se
non viene alcuna risposta vuol dire che non la si considera
praticabile.


Peccato,
perché questo significa che Grillo e Casaleggio si stanno mettendo,
da soli, nella situazione di non poter adempiere agl’impegni che
hanno proclamato. Con il 25% dei voti non si caccia l’attuale
classe politica. 

Ho ricordato – in molte conferenze pubbliche cui il
M5S delle periferie mi ha invitato, l’ultima a Pozzallo, in Sicilia
– il Berlinguer del 1973 che, rivolgendosi al più grande partito
comunista dell’Occidente (allora), mise in guardia, dopo il golpe
cileno in cui Salvador Allende fu ucciso, che “non ci basterà il
51% dei voti”. 

Dunque rimanere fermi all’idea balzana che il M5S
continuerà a restare solo e isolato, significa condannarlo alla
sconfitta. Non ci sarà una seconda spallata risolutiva, dopo quella
del 25 febbraio 2013. Già altre onde arrivano e il M5S verrà cotto
a fuoco lento se non si scuote dalla posizione attuale. Fare alleanze
significa, per me, guardare alla “voragine” dei non rappresentati
e non ai partiti della casta.


È
evidente che Grillo e Casaleggio si stanno mettendo in trappola da
soli.


Ed
è evidente, a me, che le modalità di gestione del potere
all’interno del M5S stanno mettendo in grave imbarazzo, stanno
frenando addirittura, i gruppi parlamentari, che sono composti non da
bambini ma da persone mature, poste dalle circostanze su barricate
difficili da difendere. È evidente, per me, che Grillo e Casaleggio
– che pure hanno interpretato la crisi meglio di tutti i politici
italiani messi insieme – non hanno ora la statura politica e le
competenze per gestire la fase successiva alla vittoria. Scrivo qui,
a te, quello che ho già detto in diverse occasioni pubbliche.


Ma
io ho abbastanza esperienza e realismo per aspettare che siano i
fatti a dimostrare ciò che ho previsto. Non mi piace il ruolo di
mosca cocchiera. Non sono io che ho preso il 25% dei voti. La mia
forza è quella dell’esperienza e quella delle idee. La mia
responsabilità si ferma qui. Tocca al M5S fare la mossa. 

E quando
dico M5S mi riferisco non solo ai due Diòscuri che lo comandano ma,
certo, anche ai loro gruppi parlamentari. La responsabilità è la
loro. Ogni tentativo di “forzare la porta” produrrebbe soltanto
una catena infinita di recriminazioni, di scomuniche, di polemiche.
Una sconfitta e, infine, un crollo del M5S sarebbe una sconfitta di
tutti.


Del
resto la grande alleanza democratica e popolare deve coinvolgere
molti altri soggetti della società civile. Io sto lavorando a una
vasta cucitura. Ci sono forze che, se chiamate a interagire,
risponderebbero. Ma tutta la tessitura deve partire dalla forza
maggiore, cioè dal M5S. Se non ci sarà questa partenza tutto
diventerà più difficile. Altre “onde” arrivano e potrebbero
spazzare tutto. È un momento di eccezionale crisi politica e di
immense responsabilità. Guai a sbagliare adesso.


Con
molti cari saluti




Giulietto

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