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di Gianluca Floris – Costruiresumacerie.
Una piccola premessa ci vuole: la Lirica è uno spettacolo da deficienti. Nel senso che la capisce anche un deficiente o un bambino. Se volete fare una prova leggete qui, e poi ditemi se non capite. Detto questo adesso provo a spiegare dei semplicissimi concetti. Spero di risultare chiaro.
Perché la Lirica
Da quando la forma narrativa teatrale in Italia è divenuta popolare fra le masse, è toccato dapprima alla Lirica assolvere il compito di “narratrice” di storie simboliche, catartiche. Era attraverso la Lirica che il popolo non acculturato assorbiva le istanze del proprio tempo attraverso i drammi e le commedie. Fu la Lirica addirittura a diventare un riferimento estetico e attoriale con il suo codice stentoreo fatto di esagerazioni gestuali. Addirittura, quando fu il cinema ad irrompere come nuovo strumento di narrazione catartica per il popolo, fu proprio dalla Lirica che i primi attori attisero movenze e espressività scenica. Basta guardare un film muto per rendersene immediatamente conto. Quindi fino alla grande diffusione del Cinema, era stata la Lirica a assolvere quel ruolo di narratore per le masse.
In Italia addirittura, la grande diffusione della Lirica aiutò alla diffusione delle idee politiche che permisero di affrancare l”Italia dalle dominazioni straniere, aiutò a diffondere i primi movimenti di rivolta popolare, di rivendicazione dei diritti delle donne. e altro ancora.
Ci fu un lungo momento dove la Lirica fu vera arte popolare e in nome della quale si costruirono grandi teatri nel centro delle grandi città con capienze allora incredibili.
la Lirica italiana fu poi presa da tutto il mondo come modalità espressiva utilizzabile fra i popoli dalle lingue più diverse fino a diventare “planetariamente” la espressione artistico culturale italiana di gran lunga più conosciuta (Pavarotti adunava folle oceaniche anche dove non avevano idea di chi fosse il Pontormo, per dire).
Lo Stato Italiano tutela la Lirica con finanziamenti pubblici non in quanto “spettacolo” e basta, ma in quanto patrimonio culturale indentitario italiano riconosciuto nel mondo.
Perché le Fondazioni Lirico Sinfoniche:
L”istituzione dei teatri d”opera stabili (in Italia adesso si chiamano Fondazioni Lirico Sinfoniche), con personale assunto stabilmente per tutto l”anno, fu un”esigenza che Arturo Toscanini sentì come urgente fra i primi in Italia. Senza la possibilità di personale stabile la musica Lirica e la Sinfonica non avrebbero potuto raggiungere i livelli di assoluta eccellenza mondiale che furono propri nell”Italia durante tutto il novecento.
Il motivo principale è che un”orchestra e un coro stabili, e i professionisti tecnici che servono per le messe in scena, acquistano qualità nella continuità del lavoro e nel confronto continuo con personalità artistiche le più differenti. Il confronto continuo è alla base di qualsiasi crescita artistica e culturale.
Sul fatto che una orchestra stabile o un coro stabile siano migliori di compagini allestite per l”occasione e poi disciolte al termine della stagione sono i fatti a parlare. Non esiste al mondo un solo grande direttore che abbia lasciato un”impronta nella storia della musica che non fosse direttore di una compagine stabile. Scusate se su questo argomento non accetto smentite da passanti o da persone non strettamente addette ai lavori.
Se non ci fossero i teatri d”opera stabili in Italia, la lirica sarebbe scomparsa come testimonianza della cultura italiana, e sarebbero rimasti solo i “teatrini” di giro, con orchestre assemblate per l”occasione, a volte buonine e più spesso meno buone, a seconda della fortuna. Sarebbero rimasti solo i carrozzoni da smontare e rimontare per ogni stagioncina. Con i teatri stabili si garantisce nel contempo una capacità produttiva continua ed un alto livello artistico che mantiene vivo questo nostro patrimonio.
I Teatri d”Opera Stabili sono la garanzia di tutela e di mantenimento del Patrimonio Culturale che rappresenta l”Opera Lirica in Italia e nel mondo.
Cosa succede adesso:
Con la crisi e il taglio dei fondi pubblici si è scoperto il “Re Nudo” e cioè che nel gestire i teatri si facevano sprechi e favoritismi clientelari. Adesso tutti a gridare allo scandalo mettendo addirittura in discussione l”esistenza stessa dei teatri d”Opera stabili. Il ragionamento è che si può fare “spettacolo” senza tutte quelle spese. Ma si sbaglia mira.
La Lirica e la Sinfonica non sono semplice spettacolo: sono testimonianza culturale identitaria nostra e il mantenimento di questo patrimonio serve a insegnare ai cittadini stessi le proprie radici storiche e culturali. Allo stesso modo si mantengono anche i siti archeologici e le vestigia poco visitate, ma che devono essere mantenuti dallo stato perché testimonianza della nostra storia culturale.
Anche nel gestire gli ospedali, del resto, si commettono sprechi e clientelismi delinquenziali, ma nessuno si sogna di dire che bisogna chiuderli, gli ospedali. Ecco: con la Lirica siamo al punto che invece di pretendere nuove gestioni diverse e più efficienti, si va a chiudere direttamente i teatri.
E adesso gli schieramenti sono due:
1 – Ci sono da una parte coloro che vogliono difendere questa importante istituzione culturale come me, i miei colleghi solisti, qualche intellettuale e i lavoratori stabili che in più si battono per mantenere il loro posto di lavoro. Tutti noi ci battiamo perché i teatri prodicano di più, per più persone e con costi inferiori. Noi sappiamo che si può fare e sappiamo come fare perché di teatro viviamo da sempre.
2 – Dall”altra parte ci sono (alleati fra loro) coloro che pensano si possa governare una comunità di cittadini prescindendo completamente dalla tutela del patrimonio culturale e basandosi unicamente sul taglio delle risorse, coloro che sono cresciuti senza mai studiare nulla e coloro che pensano che i soldi per i teatri siano tolti al welfare. E soprattutto coloro che non provano nessuno scrupolo morale nel mettere sul lastrico migliaia di famiglie.
Ma i Teatri Lirici, lo ripeto con ridondanza, sono come i Musei, i siti archeologici, le biblioteche, i teatri di prosa e le scuole: sono presìdi democratici irrinunciabili e da difendere ad ogni costo. Tutti questi presìdi SONO essi stessi “welfare” per i cittadini di una comunità .
Ecco la lotta che è in atto oggi. La più drammatica in queste ore a Firenze con i ragazzi del Maggio Musicale Fiorentino che non hanno più uno stipendio.
Continuiamo a combattere.
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