Ray Manzarek (1939-2013) | Megachip
Top

Ray Manzarek (1939-2013)

"Per tutta la vita non facciamo altro che sudare e risparmiare
in vista di una tomba poco profonda. Deve esserci qualcos’altro, diciamo, per difendere questo posto."

Ray Manzarek (1939-2013)
Preroll

Redazione Modifica articolo

21 Maggio 2013 - 11.26


ATF

di Pasquale Rinaldis.

Per tutta la vita non facciamo altro che sudare e risparmiare
in vista di una tomba poco profonda
Deve esserci qualcos’altro, diciamo,
per difendere questo posto

Sono versi tratti da “The Soft Parade”, te la ricordi Ray? Con un post comparso sulla pagina Facebook dei Doors, è stato dato l’annuncio della scomparsa avvenuta all’età di 74 anni di Ray Manzarek,
tastierista e fondatore della mitica band. Manzarek è morto in Germania
presso la RoMed Clinic di Rosenheim dopo aver combattuto, con il
sostegno della famiglia, una lunga battaglia contro il cancro.

“Ingegnere del suono” dei Doors, come amava definirsi, Raymond Daniel Manzarek nasce a Chicago il 12 febbraio 1939, e a sette anni ha la sua prima infatuazione per il pianoforte,
strumento con il quale incomincia a esplorare le nere strade del blues,
del rock’n’roll e del boogie woogie. Con i suoi due fratelli, Jim e
Rick mette su la sua prima band, ottenendo anche discreti successi e la
possibilità di esibirsi nelle sale da ballo delle scuole di Chicago. Ray
è talmente preso dal suo strumento da non volersene mai separare. Ama
la musica, la classica in particolare, anche se si diletta con il jazz, e
successivamente si appassiona alla musica pop e al rock. Ma è durante
gli anni dell’università a Los Angeles, che si rende conto che la sua è
più che una passione. E capisce che è di musica che vuol vivere. Dopo
essersi iscritto alla facoltà di Legge presso la UCLA, cambia indirizzo,
si iscrive al corso di Cinema ed è in quest’occasione che incontra le
due persone in grado di dare una svolta fondamentale alla propria vita: Dorothy Fujikawa,
che diventerà sua moglie, e un giovane poeta, aspirante regista e
passato alla storia come “Il Re Lucertola”: stiamo parlando, ovviamente,
di James Douglas Morrison. Il pianista incontra per
caso Jim Morrison a Venice Beach, in California, luogo di ritrovo della
gioventù hippy del tempo. Dopo aver ascoltato una poesia di Morrison –
quella che diventerà una celebre canzone dei Doors, Moonlight Drive – resta folgorato al punto da decidere di fondare insieme con il giovane poeta una band. Così arruolano alla chitarra Robbie Krieger e John Densmore alla batteria: nasce in questo modo una delle più grandi band della storia della musica.

Manzarek assieme a Morrison
rappresenta la spina dorsale dei Doors: mentre Jim è lo sciamano, colui
che incarna lo spirito della band, il tastierista è il musicista
principale, colui che ne caratterizza il sound: non avendo un bassista,
il ruolo del basso veniva svolto dai pedali della tastiera di Manzarek, dando così un’impronta inconfondibile allo stile della band. Suonando un Rhodes Piano Bass poggiato sul top piatto dell’organo, un Vox Continental e successivamente un Gibson G101, suonava il basso con la mano sinistra e l’organo con la destra.
È lui l’artefice di molte delle melodie delle più famose composizioni
del gruppo, tra le più importanti tastieristicamente, oltre alla
celeberrima Light My Fire, ci sono Riders on the Storm, The Crystal Ship, When the Music’s Over, L.A. Woman, e Strange Days…

E pensare che le premesse non erano delle più rosee. Quando nel luglio del 1965 Dick Bock,
titolare dei World Pacific Studios di Hollywood, avendo un debito con
Ray Manzarek, concede al tastierista tre ore in sala di incisione e la
possibilità di registrare qualche brano su disco – Moonlight Drive, End of the Night, Summer’s Almost Gone, Hello, I love You, Go Insane e My Eyes Have Seen You
– occasione in cui Jim Morrison ascolta la propria voce su nastro per
la prima volta, Ray sale a bordo del suo maggiolone giallo e si reca
presso le principali case discografiche per far ascoltare i demo.

Le reazioni, come ricorda qualche anno dopo lo stesso Ray, “furono
spassose. Fu una cosa buffa, ce ne andavamo in giro per le strade di
Los Angeles con quei demo, andavamo dai discografici e dicevamo: ‘Qui ci
sono sei canzoni ne abbiamo molte altre, ascoltate queste’. E tutti,
proprio tutti dicevano: ‘No, non è possibile, è una schifezza’. Alla
Liberty un tizio l’ascoltò e disse: ‘Non è possibile che facciate roba
come questa, e ci cacciò fuori dal suo ufficio’
”. Mossi dalla
passione i Doors sanno che la loro strada è in salita. Iniziano a
esibirsi nei piccoli club, in locali semivuoti di Los Angeles, ma la
band ci crede e giorno dopo giorno acquisisce bravura e sicurezza.
Grazie alla vastissima cultura musicale di Ray Manzarek, la band può
varcare i confini del blues avventurandosi nei meandri della musica pop
rock e sperimentale. Il particolare modo di suonare la tastiera
dell’“architetto” Manzerek rende tutto nuovo, diverso, psichedelico. La
voce carismatica di Jim, invece, si rivela essere tanto
profonda quanto erotica. La loro musica è da subito emozione e
turbamento, sesso e poesia.  E allucinazione come esprimono canzoni come
Break on Through, Soul Kitchen e The End.
I Doors vendono 35 milioni di dischi solo negli Stati Uniti e 100 milioni nel resto del mondo.  Nel 1993 i Doors sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame. Il resto è leggenda.

La data dei funerali non è stata resa nota, la famiglia ha chiesto che la
loro privacy sia rispettata in questo momento difficile. Al posto dei
fiori la famiglia chiede che siano fatte donazioni in memoria sul sito www.standup2cancer.org

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/21/addio-ray-manzarek-architetto-del-sound-dei-doors/601395/.

[GotoHome_Torna alla Home Page]

Native

Articoli correlati