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di Daniel Tanuro – LCR la gauche
Un recente articolo di Daniel Tanuro sulle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto e le politiche ambientali che dovrebbero tutelare il pianeta dai loro effetti disastrosi. Misure di austerità e tagli di bilancio continuano a disattendere la salvaguardia ambientale favorendo i profitti delle potenti lobby dell”energia e della finanza.
Ma attenzione a non generalizzare o a commettere errori di valutazione sulla spinta di una legittima denuncia. Come avverte Antonino Bonan, nella nota in coda all”articolo, la politica deve tenere sempre a mente il dialogo con la scienza, impare ad interagire con essa.
Una delle conseguenze dei cambiamenti climatici è la moltiplicazione degli eventi meteorologici estremi: siccità , ondate di calore o di freddo, piogge abbondanti e violente tempeste e cicloni.
Gli eventi di questo tipo stanno diventando sempre più frequenti in tutto il mondo e anche quest”anno ne è un esempio, con gravi inondazioni in Giappone, un”ondata di caldo e la siccità negli Stati Uniti (lo stato di allerta è stato decretato in 26 stati) e un tempo insolitamente freddo e umido su gran parte d”Europa, che ha già avuto un inverno decisamente freddo.
Anche se generalmente la tendenza alla moltiplicazione di questi fenomeni è perfettamente in linea con le proiezioni dell”IPCC, è stato finora impossibile attribuire questo o quell”evento particolare al riscaldamento globale. Il sistema climatico è estremamente complesso, in alcuni casi possono verificarsi deviazioni dalla norma, con scarti anche molto sensibili. Gli scettici del clima hanno buon gioco nell”usare questa realtà per banalizzare gli eventi. In questo non sono soli: i governi se ne avvantaggiano per eludere le proprie responsabilità rispetto alle lobby dei combustibili fossili.
Questa situazione potrebbe già essere in via di cambiando. Mediante sistemi di simulazione più potenti, il Met Office del Regno Unito e il NOAA degli Stati Uniti, hanno dimostrato che alcuni fenomeni estremi degli ultimi anni sono stati causati molto probabilmente dal riscaldamento globale.
È il caso del mese di novembre 2011 in Gran Bretagna (il secondo più caldo dall”inizio delle rilevazioni in questo paese, nel 1659): che la causa del fenomeno sia dovuta al riscaldamento globale è sessanta volte più è probabile rispetto ad un”oscillazione naturale del sistema climatico. Il rapporto è 20 a 1 nel caso della siccità in Texas nel 2011. Al contrario, i ricercatori stimano che l”inverno che ha fatto tremare l”Europa nel 2010-2011 rientra nell”ambito delle oscillazioni climatiche normali e che le inondazioni in Thailandia nel 2011 si possono spiegare con una cattiva gestione dei corsi d”acqua.
Per quanto riguarda questa estate piovosa e umida su una gran parte dell”Europa, è troppo presto per trarre conclusioni definitive. Sembrerebbe sia dovuta al fatto che il jet stream (forti venti in alta quota) situato sopra l”Atlantico si trovi a una latitudine inferiore a quella normale stagionale. Questo fatto potrebbe spiegare sia l”ondata di caldo negli Stati Uniti sia il tempo freddo e piovoso da quest”altro lato dell”oceano.
Alcuni ricercatori ritengono che la posizione anomala del jet stream in questa estate potrebbe essere dovuta allo scioglimento della banchisa nell”Artico, che influenza il sistema dei venti in questa regione. Se così fosse, le estati di questo tipo potrebbero diventare più frequenti …. ma è ancora un”ipotesi.
Allo stesso tempo, le inondazioni di oltre-Manica, dimostrano che gli effetti del cambiamento climatico non si limitano ai paesi del Sud, pur rimanendo questi quelli a maggior rischio. Dimostrano anche l”irresponsabilità dei governi.
In “L”impossibile capitalismo verde”, avevo preso la Gran Bretagna ad esempio per il fatto che un disastro simile a quello di New Orleans potrebbe accadere anche in Europa. Non siamo ancora a questo punto ma la minaccia è reale.
Citai il rapporto “Future Flooding”. Scritto nel 2004 dall” Office of Science and Technology, ha stimato tra 2,6 e 3,6 milioni il numero di persone minacciate da inondazioni provocate dal cambiamento climatico entro il 2080 (oltre 700.000 a rischio di inondazione nelle aree urbane a causa di forti precipitazioni). Un”argomentazione che dovrebbe indurre ad alcune considerazioni tra le quali la necessità di rafforzare l”attuale sistema di dighe. Il governo non l”ha fatto. Al contrario, dalla sua agenda neoliberista di drastici tagli al bilancio, la squadra del Primo Ministro David Cameron ha ridotto gli investimenti in questo settore.
Secondo il Guardian del 14 luglio, 294 progetti per il potenziamento delle dighe che avrebbero dovuto cominciare nel 2010 sono stati abbandonati perché i fondi previsti non sono stati concessi. Il potere era stato avvertito: nel 2007, dopo le alluvioni devastanti, un rapporto ufficiale (la realzione Pitt) concluse che gli investimenti per contrastare le inondazioni costiere e fluviali sarebbe dovuta aumentare ogni anno. Essi sono effettivamente cresciuti del 33% tra il 2007 e il 2010 … ma poi sono diminuiti del 25% in un anno, da quando Cameron si è insediato al 10 di Downing Street. Nel corso dei negoziati sui “tagli di bilancio”, il Segretario di Stato per l”ambiente, Caroline Spelman, ha dimostrato notevole zelo nel proporre che i fondi del suo dipartimento fossero ridotti del 33%.
Buona parte delle misure di austerità ha colpito il settore strategico delle dighe. In compenso, Caroline Spelman ha contato sulla partecipazione di investimenti privati, attraverso la “partnership pubblico-privato” che coinvolge specialmente… gli immobiliaristi, sempre desiderosi di terreni edificabili, comprese le pianure alluvionali.
Ma questi “PPP” hanno portato solo £ 2.700.000, una miseria …
Migliaia di case sono state inondate nelle scorse settimane in Gran Bretagna. I danni ammontano a milioni di sterline. Le compagnie di assicurazione non potranno garantire una copertura completa. I cittadini a basso reddito sono i più colpiti: sono quelli che con maggior probabilità vivono in aree esposte, e non hanno i mezzi per sottoscrivere un”assicurazione complementare. Ovviamente il governo se la prende con un un”estate disastrosa.
Ma quando l”acqua sale per le emissioni di gas serra che sono in aumento (perché le lobby dell”energia non vogliono ridurre i loro profitti), e per i tagli di bilancio (perché il denaro pubblico deve servire a compensare le perdite dei finanzieri), non bisogna dare la colpa alla “natura” ma al capitalismo.
(15 luglio 2012)
Traduzione di Pier Francesco De Iulio.
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Nota
di Antonino Bonan*
Che anche da noi ci sia da stare sempre più attenti alle piogge “estreme”, è un dato di fatto. Che sia dovuto ai cambiamenti climatici, è quasi certo (sebbene non del tutto). Che sia colpa dell”uomo, è molto probabile. Ma stiamo parlando di effetti locali legati a faccende globali, con legami causa/effetto tutt”altro che diretti e non del tutto prevedibili.
Quel che è sicuro, finora non possiamo parlare di estate fredda e piovosa in Italia! Salta all”occhio che questa è semmai la condizione delle coste atlantiche d”Europa. Perchè? Per un”anomala persistenza di una depressione, che di per sè non sarebbe nemmeno strano vedere spesso nell”estate inglese. È anomala la sua persistenza, appunto, che almeno nella prima parte della stagione (anche se i dati non li ho visti, ma ad occhio mi pare scontato) ha provocato un”estate eccezionalmente fresca+piovosa in Inghilterra e anomalmente calda+secca in buona parte d”Italia.
Può essere (ma bisognerebbe chiedere a un climatologo, non a un meteorologo quale io sono) che sull”emisfero nord ci siano state condizioni stagionali diffusamente anomale. Infatti, quando una situazione staziona troppo da una parte, ce n”è qualche altra di segno opposto che staziona altrove. Le cose solitamente si compensano e risultano passeggere in un dato luogo, ma talvolta la dinamica è lenta o addirittura temporaneamente ferma. Facile che in effetti quest”estate sia capitato, con tanti auguri ai ghiacci artici e alpini.
In generale, ogni deduzione politica sull”argomento “clima” è più che lecita ma si dovrebbe stare attenti a non generalizzare, quando si parte da argomenti strettamente meteorologici e climatici. È l”errore che fanno, specularmente, i negazionisti del cambiamento climatico alla “prof.Battaglia” (http://www.climalteranti.it/tag/battaglia/, http://www.ilgiornale.it/autore/franco-battaglia.html, http://www.agoravox.it/L-anomalo-CV-Scientifico-in.html) e prof. Zichichi (http://www.climalteranti.it/tag/zichichi/, http://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/1530, www.youtube.com/watch?v=fcNjf8gJoIw).
Più articolata l”interpretazione degli esperti del settore, come ad esempio Franco Prodi (uno dei noti fratelli bolognesi, cfr. http://www.climalteranti.it/tag/franco-prodi/, http://petrolio.blogosfere.it/2009/12/copenhagen-franco-prodi-neonegazionista-o-visionario.html).
Una tipica generalizzazione è quella in cui cade Tanuro. La cogliamo noi italiani: non ci si può dire che abbiamo avuto un”estate fresca…
Qualche ingenuo, poi, potrebbe associare l”ondata di freddo d”inizio febbraio 2012 ad una stagione anomalmente fredda (e poi dedurne chissà che prova di sconvolgimenti). Nient”affatto! Alla fine della fiera, è risultata anomalmente mite….ed è proprio questo il problema climatico: il trend al riscaldamento negli intervalli di tempo almeno pluriennali.
Insomma, quando si prendono ad esempio climi locali si rischia di cacciarsi in un ginepraio. Cavarsene d”impaccio con la sola politica, librandosi in voli pindarici e lasciando il resto ai “tecnici”? No, grazie. Molto meglio il dialogo e l”interazione, tra chi vede lontano e chi vede vicino. C”è bisogno di entrambi.
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* Meteorologo – Alternativa Veneto.
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