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Come una foglia al vento

«Sono ottimista. Ci sono ancora le condizioni per impedire che in Sicilia venga compiuto un passo in avanti nell’autodistruzione dell’umanità.» [Antonio Mazzeo]

Come una foglia al vento
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16 Agosto 2013 - 08.10


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(a cura) di Francesca Caprarotta

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Intervista a Antonio Mazzeo

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Il coro acclamato del “Tutti a Niscemi” anche stavolta ha sortito molte adesioni. E’ stata organizzata una manifestazione dal 5 all’11 agosto. Ad innescare questa dimostrazione, probabilmente lo strano cambio di “condotta” del Governatore siciliano sul No Muos.

Rosario Crocetta, per 8 anni Sindaco Antimafia di Gela, aveva sfidato amministrazione USA e Ministero della difesa, rivolgendosi al Tar. Tribunale che aveva dato l’ok. Ma il governatore della Sicilia cambia opinione, come una foglia al vento.

Ora sostiene che la “non pericolosità” per la salute, attestata dall’Istituto superiore di sanità, è da tenere in considerazione, per non andare incontro a multe salate. Prima non ci aveva pensato.

Esiste il “modello Crocetta”, il governo del cambiamento, la ventata di novità e poi l’antitesi, la politica del contraddittorio. Prima sostiene un’idea, ne fa la sua bandiera e poi sostiene quella agli antipodi. Forse Crocetta è soltanto il frutto prevedibile della commistione dell’alleanza antitetica, che lo ha portato all’Ars: PD e UDC. O forse Crocetta non è quello che ci vuole far credere.

Ma questa ritrattazione sul muos, vale come un ripudio per gli attivisti. Tanti i cartelli contro il governatore. Un corteo composto e civile, lungo 4 km. Circa 2mila manifestanti No Muos sono arrivati davanti alla base militare Usa. Di questi alcuni, divelta la recinzione, sono entrati dentro la base. Un solo ferito, non grave, grazie al cielo.

Crocetta dichiara che nel No Muos ci sarebbero infiltrazioni mafiose, oltraggiando ancora una volta questa gente che combatte per la propria salute e i figli. Per l’accusa , gli attivisti annunciano querela.

Eppure, i No Muos ci credono fermamente in questa lotta e manifestano in modo organizzato. Oltre al corteo, in questi giorni c’è stato un campeggio e molte attività culturali, musica, workshops, incontri con altri movimenti(No Tav, No Ponte,..), con la collaborazione di personalità sensibili ed esperti dell’argomento.

Uno di questi ultimi, presente a Niscemi in questi giorni, è Antonio Mazzeo. Un siciliano che ama lottare per la propria terra e lo fa, usando la sua penna, spesso scomoda.

Giornalista impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell’ambiente, dei diritti umani, della lotta alle criminalità mafiose. Ha ricevuto il Premio G. Bassani – Italia Nostra 2010 per il giornalismo. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo “I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina”, un’inchiesta sugli interessi criminali per la realizzazione del Ponte sullo Stretto e l’ultima, “Un Eco Muostro a Niscemi – l’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo”.

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Antonio partiamo dalla intervista di un pentito, che avvalora le dichiarazioni del Presidente Crocetta riguardo le infiltrazioni mafiose nel No Muos. Affermazioni nell’ottica della politica di contraddizioni del Crocetta, come “la revoca della revoca”, o reale possibilità?

Si tratta di una “falsa” intervista con l’obiettivo di ridicolizzare le gravi accuse di Crocetta contro il Movimento che ha praticato la vera antimafia sociale, opponendosi a un progetto criminale, come quello del MUOS e della riconversione dei territori a fini bellici. Esiste un binomio chiaro ed evidente, che Crocetta fa finta di disconoscere e che invece fu analizzato con lucidità dall’allora segretario del Pci siciliano Pio La Torre. La correlazione strettissima tra i processi di militarizzazione e di rafforzamento del potere della borghesia mafiosa in Sicilia. Un processo avviato con lo sbarco alleato in Sicilia nel 1943 e rafforzatosi con la trasformazione dell’Isola in una grande portaerei Usa nel Mediterraneo (Sigonella, Comiso, oggi Niscemi).

Alcune imprese appaltatrici del comando USA non hanno il certificato antimafia. Visto il grande legame tra la Sicilia e gli USA, la nostra terra si può definire colonia americana come ribadito da molti attivisti o colonia della mafia?

Direi che si tratta di un territorio ostaggio d’interessi economico-militari-strategici d’oltre Oceano coltivati con successo grazie ai legami e agli affari con le classi dirigenti politiche ed economiche locali e, ovviamente, con un soggetto funzionale ad esercitare il dominio “militare” e il controllo dell’ordine pubblico: la mafia.

Cosa pensi degli attestati di solidarietà di intellettuali statunitensi, come Patti Smith, opposte alle dichiarazioni di qualche settimana fa del nostro Ministero della difesa?

Alla straordinaria cantante Patti Smith che ha sventolato la bandiera no Muos durante il suo recente concerto a Palermo si è aggiunto un chiaro messaggio di rifiuto del MUOS e di solidarietà con il Movimento di opposizione in Sicilia sottoscritto da una ventina di intellettuali, giornalisti e docenti delle più prestigiose università degli Stati uniti d’America. Fatti rilevantissimi a cui però non corrispondono le prese d’atto dell’intellighenzia italiana che non ha avuto nulla da ridire sulle parole di chiara matrice cattolico-fondamentalista del ministro alla difesa Mauro, già leader di Comunione e liberazione e autore di libelli sulle “radici cristiane” dell’Occidente. Per lui il MUOS e i droni sono strumenti di pace per impedire sbarchi di migranti islamici. Una sovrastruttura “culturale” per dare copertura alle pressioni delle lobby del complesso militare industriale finanziario internazionale che ha bisogno della guerra per accrescere le vendite e i giri d’affari.

E’ una vittoria quella di arrivare dentro la base militare per i NO MUOS. Ma, il diritto alla salute, la tutela del territorio e dell’ambiente restano sempre in secondo piano in Italia. Perché secondo te?

Perché esiste uno strapotere dei gruppi economici finanziarti dominanti che hanno bisogno di una partnership con gli Stati uniti per continuare a sopravvivere con le provvidenze statali, quei finanziamenti sempre minori sottratti agli investimenti per il welfare, i servizi sociali e la difesa dei diritti costituzionali. Holding che esercitano innanzitutto il controllo sui grandi network radiotelevisivi e della carta stampata, che guarda caso, il 9 e 10 agosto hanno prodotto un quadro del tutto falso e distorto di quanto avvenuto a Niscemi. Si è arrivati perfino ad occultare che è stata compiuta un’azione diretta che ha fatto tremare ed infuriare Washington, l’occupazione pacifica di una delle basi di telecomunicazioni più importanti degli apparati di guerra Usa, evidenziandone l’assoluta non difendibilità.

Per lo scrittore del libro “Un Eco Muostro a Niscemi”, basteranno gli sforzi di chi non vuole rassegnarsi per non avere quest’arma del XXI secolo?

Credo di sì. Sono ottimista. Ci sono ancora le condizioni per impedire che in Sicilia venga compiuto un passo in avanti nell’autodistruzione dell’umanità. Ovviamente possono farlo solo i movimenti dal basso, quelli che rifiutano le deleghe e mettono in gioco i propri corpi, i propri desideri, le proprie speranze. I blocchi dei lavori, i sitin, le marce, gli scioperi autogestiti, gli assalti alle antenne di morte, le invasioni della base sono pratiche che se diventeranno di massa e pacifiche possono invertire il corso della storia. E possono contribuire a trasformare la Sicilia. Stavolta davvero in un ponte di pace tra le due sponde del Mediterraneo.

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L”intervista, a cura di Francesca Caprarotta, è stata pubblicata il 13 agosto 2013 in Alganews ([url”leggi qui”]http://luciogiordano.wordpress.com/2013/08/12/antonio-mazzeo-con-i-no-muos-un-ponte-di-pace-tra-le-sponde-del-mediterraneo/[/url]).

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