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Non dovete emigrare, dovete cospirare!

Il V-Day di Genova segna un salto significativo nel profilo politico del Movimento grillino: dalla casta all’austerity, il vero nemico è l’Europa della troika. [Anna Lami]

Non dovete emigrare, dovete cospirare!
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3 Dicembre 2013 - 11.21


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di Anna Lami

Genova. Sono da poco passate le 14,30 quando Beppe Grillo esordisce ricordando come si debba risalire al lontano 1960, nelle giornate di mobilitazione contro il governo Tambroni, per ritrovare qualcuno con il coraggio di fare una mobilitazione in piazza della Vittoria, senza paura di lasciarla semivuota. E se il terzo VDay non la riempie del tutto – siamo al di sotto dei 100 mila partecipanti attesi – comunque poco ci manca.

Il primo dato che balza agli occhi è il dato generazionale dei convenuti: il popolo di Grillo ha un’età media di circa 30 anni, numerose le giovani coppie ed i gruppi di studenti, tante le famiglie con bambini accalcate nello stand dove i parlamentari 5 stelle, divisi per commissioni, rendicontano il risultati dei 9 mesi di lavoro in parlamento. A vedere i partecipanti del terzo V-Day pare che Grillo convinca soprattutto i giovani.

A differenza delle primarie del Pd, delle convention berlusconiane e della gran parte dei ritrovi di quello che resta della sinistra anticapitalista, i pensionati nella piazza pentastellata sono una sparuta minoranza. Chi negli anni a venire porterà sulle spalle il peso dei disastri che questo sistema sta producendo attualmente guarda ai 5 stelle con speranza.

Oltre alle tante bandiere del MoVimento, in piazza si notano in gran numero anche i vessilli dei No Tav, alcune bandiere azzurre del comitato per l’acqua pubblica e, proprio sotto al palco, un’effige di Che Guevara.

Il V-Day di Genova segna un salto significativo nel profilo politico del Movimento grillino: si riducono i meri attacchi alla casta politica, che pure restano i meglio compresi ed i più applauditi, crescono quelli all’Europa dell’austerità ed all’euro. Si tenta anche di delineare i primi tratti che dovrebbero caratterizzare in positivo la società del futuro (sono citati gli esempi di Correa, Morales e Maduro), in maniera a tratti confusa, ma indice di un significativo progresso che, probabilmente, Grillo e Casaleggio intendono innestare nella coscienza del “loro” popolo.

Uno dei primi pensieri va alle mobilitazioni degli scorsi giorni dei lavoratori del trasporto pubblico genovese: “che ci provino loro a sfilare in mezzo agli operai” dice Grillo ribattendo alle accuse di presenzialismo che gli sono state rivolte dalla classe politica locale per la sua partecipazione in piazza fianco degli scioperanti.

Povertà (“ci sono 8 milioni di poveri, non possiamo continuare a far finta che non esistano”), precarietà occupazionale (“c’è troppa gente costretta ad accettare qualsiasi ricatto per sopravvivere”), allargamento del divario tra ricchi e poveri: questi i primi temi toccati dal comizio. In Svizzera, ha ricordato Grillo, il referendum per ridurre il divario tra il reddito dei manager e quello dei lavoratori ha purtroppo avuto un esito negativo, ma per lo meno “là ne hanno parlato per mesi”, mentre in Italia si continua ad ignorare la crescente diseguaglianza sociale.

Quando riferisce di aver ultimato i lavori per dare il via alla procedura di [i]impeachement[/i] nei confronti di Giorgio Napolitano, dalla piazza partono fischi ed urla diretti contro il presidente golpista. Grillo tuona: “Rimarrai solo, la tradirai da solo l’Italia!”.

Ma “Oltre”, la parola chiave di questa giornata, è soprattutto “andare oltre il concetto di quest’Europa, a cui non credono più neanche i bambini”.

Con sette punti ecco delineata la politica estera europea del “populista arrabbiato” come accetta di essere definito Grillo.

Innanzitutto un referendum sull’euro: “siamo stati truffati quando siamo entrati, ed ora ci troviamo a competere in un mercato schizofrenico”. Attacca la Bce ed esige “un piano B” sulla questione monetaria.

Sullo sfondo, la semplicità di due grafici chiarisce alla piazza “i vantaggi” dell’adesione italiana alla moneta unica: mentre il Pil nazionale decresce dall’introduzione dell’euro, il debito pubblico aumenta esponenzialmente.

Il secondo punto programmatico riguarda l’opinabile proposta di [i]eurobond[/i] (“i debiti vanno spartiti tra tutti”). Ma con la consapevolezza che “non accetteranno mai”.

Più interessante e foriera di possibili sviluppi è l’idea di promuovere un’alleanza dei paesi mediterranei per creare una nuova area monetaria e di cooperazione, perché “non dobbiamo parlare con la Merkel, ma con i paesi simili a noi, con problemi simili ai nostri”. Il riferimento è a Francia, Spagna, Grecia, Portogallo. “Gli economisti mi criticheranno? Sono loro la rovina di questo paese, in cinquant’anni non ne hanno azzeccata una”.

Si scaglia quindi contro l’obbligo del pareggio di bilancio (“vedremo noi se e come sforare, e non per diritto costituzionale” attacca).“Abbiamo perso la sovranità monetaria, quella economica, quella dei nostri figli”.

Chiede anche l’abolizione del [i]Fiscal Compact[/i], perché “non possiamo accettare un contratto per il quale dovremo tagliare 50 miliardi l’anno per venti anni”.</p<

Infine si rivolge ai giovani, con un’esortazione forte: “non dovete emigrare, dovete cospirare!”, tra gli applausi che coinvolgono i ragazzi con la maschera bianca di V per Vendetta.

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