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Renzi? Solo Democrazia-Spot e Neoliberismo

'Per il prof. Salvatore Settis la riforma di Renzi è contraria alle regole più elementari della democrazia. Il PD senz''anima si consegna a un neoliberismo sfrenato.'

Renzi? Solo Democrazia-Spot e Neoliberismo
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4 Aprile 2014 - 12.38


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Intervista di Beatrice Borromeo a Salvatore Settis.

“La riforma di Renzi è contraria alle regole più elementari della
democrazia”. Per Salvatore Settis, ex direttore della Scuola Normale di
Pisa e firmatario dell’appello di Libertà e Giustizia contro la “svolta
autoritaria” di questo governo, il progetto di riforma costituzionale
tanto voluto dal premier è “affrettato, disordinato e assolutamente
eccessivo”.

 

Perché, professor Settis?

Non si può accettare che a incidere così profondamente sulla Carta sia
un Parlamento di nominati e non di eletti, con un presidente del
Consiglio nominato e non eletto.

 

I giuristi sono divisi: c’è chi dice che la sentenza della Consulta delegittima il Parlamento e chi sostiene il contrario.

Vero. Ma se possono esserci dubbi dal punto di vista giuridico, non ce
ne sono dal punto di vista morale: questo Parlamento non può fare una
riforma di questa portata, né tantomeno anteporla alla riforma
elettorale, che è la vera urgenza.

 

Come si spiega il cambio di priorità?

Il problema è che queste decisioni, prese in stanze segrete, non ci sono
mai state spiegate. Non ne sappiamo nulla: non mi pare che queste
manovre corrispondano alla democrazia parlamentare così com’è prevista
dalla nostra Costituzione.

 

A cosa pensa?

Per esempio al famoso rapporto di J.P. Morgan del 2013, che è stato
riportato quasi alla lettera nel progetto di riforma del governo Letta, e
ora è citato come un testo sacro da Marzio Breda sul Corriere della
Sera
.

 

Anche Renzi secondo lei subisce pressioni esterne?

Non penso mai alle grandi congiure. Però di certo c’è una vulgata
neoliberista secondo la quale il mercato è tutto, l’eguaglianza è poco
significativa e la libertà è quella dei mercati, non delle persone. E a
questa vulgata si sono piegati in molti. Solo che finché si adeguano
Berlusconi e Monti mi stupisco ben poco. Ma che ceda il Pd, che dovrebbe
rappresentare la sinistra italiana, è incredibile. E porterà a
un’ulteriore degrado del partito, e dunque a una nuova emorragia di
votanti.

 

Per la verità, prima di Renzi il Pd era già in agonia.

Ora però la sinistra sta proprio perdendo la sua anima. Si sta
consegnando a un neoliberismo sfrenato, presentato come se fosse l’unica
teoria economica possibile, l’unica interpretazione possibile del
mondo. Come se non fosse possibile, per esempio, mettere l’eguaglianza
dei cittadini prima della libertà dei mercati. E poi Renzi sta
patteggiando questa riforma con Berlusconi.

 

L’ex Cavaliere è stato anche ricevuto dal capo dello Stato.

Se Berlusconi ha proposto di appoggiare le riforme in cambio di qualcosa
e Napolitano l’ha mandato al diavolo, allora l’incontro è stato
positivo. Altrimenti ci sarebbe da preoccuparsi.

 

Renzi sarà il cavallo di Troia di questo neoliberismo nella sinistra?

Non so quanto ne sia consapevole. Certamente l’unico elemento chiaro del
suo stile di governo è la fretta. Dovrebbe prima spiegarci quale è il
suo traguardo e poi come vuole arrivarci. Non basta solo la parola
“riforma”, che può contenere tutto. Anche abolire la democrazia sarebbe
una riforma. E non credo che il Pd voglia questo.

 

Il nostro sistema bicamerale però è farraginoso e costa parecchio, lo lascerebbe inalterato?

Credo che vada mantenuto, ma con delle correzioni. Che non sono certo
quelle delineate da questo governo. Il Senato deve essere elettivo, ma
il numero dei suoi membri si può notevolmente ridurre. Se gli Stati
Uniti hanno solo 100 senatori possiamo tagliare anche noi, no? Usano
questa foglia di fico dei costi, che è popolare, per coprire manovre più
gravi. Quanto alle competenze, non è affatto difficile immaginare un
bicameralismo meno perfetto di quello odierno.

 

In più il Senato, come ci spiega il giurista Gianluigi
Pellegrino, manterrebbe in realtà un peso significativo, rendendo ancora
più confuso l’iter legislativo.

Giudizio che conferma la mia impressione: questa è una riforma
pretestuosa, disordinata, superficiale. Quello che cerca il premier è
l’effetto annuncio, il titolone sui giornali: “Renzi rottama il Senato”.
Lui punta a una democrazia spot, a una democrazia degli slogan. Se il
premier sostiene che la Camera alta non è più elettiva, ma doppiamente
nominata, allora significa che ha veramente perso il senso di che cosa
voglia dire “democrazia”.

 

La infastidisce che i nuovi membri saranno presidenti di Regione e sindaci?

Mi pare una concessione volgare agli slogan leghisti secondo i quali il
Senato dev’essere la Camera delle autonomie, cioè l’anticamera dei
secessionismi. È inutile festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia se
poi i nostri figli rischiano di non celebrare il 200esimo compleanno.

 

Renzi le risponderebbe: ho giurato sulla Costituzione, non sui professoroni.

Mi auguro che l’abbia anche letta, la Costituzione, oltre che giurarci
sopra. Perché, per esempio, ha detto che il suo è un “governo
costituente”. Nella Carta non esiste nulla di simile. Eviti le battute
sugli intellettuali, e soprattutto le bestemmie contro la Costituzione.

Fonte: Il Fatto Quotidiano,
Tratto da: http://www.libertaegiustizia.it/2014/04/04/renzi-solo-democrazia-spot-e-neoliberismo-cosi-il-pd-muore/.

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