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La frana di Forza Italia è già iniziata

Il mondo di Silvio va in pezzi, per paradosso con una
berlusconizzazione generale del sistema, mentre il paese va a rotoli. Si pensa già al post-Italicum [Aldo Giannuli]

La frana di Forza Italia è già iniziata
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12 Aprile 2014 - 22.43


ATF

di
Aldo Giannuli
.

Ormai
non fai più a tempo a fare una previsione che i fatti ti sorpassano:
per la regola secondo la quale piove sempre sul bagnato, la
decisione
del tribunale
sull’ ex Cavaliere va a coincidere quasi
perfettamente con il mandato d’arresto per Dell’Utri che,
saggiamente, si è dato alla fuga. Lui dice per curarsi ma che poi
torna. Quando? Dopo.
[Nota di Megachip:
l”articolo è stato scritto prima del fermo di Dell”Utri a Beirut]




In
attesa che Forza Italia si trasformi, anche ufficialmente, in
un club di pregiudicati, con annessa lista catturandi, i sondaggi
piovono impietosi e la danno regolarmente sotto il 20%
. E la
grande fuga è già iniziata
: non si trovano nomi nuovi e diversi
di quelli vecchi (udite, udite: persino Bonaiuti!) prendono il largo,
esattamente come centinaia di amministratori locali in vista delle
elezioni del prossimo anno. Nella maggior parte dei casi in direzione
di Alfano, qualcuno per la Lega o Fd’I.

In
teoria questo dovrebbe tradursi in un inaspettato successo di
Ncd,
ma non è affatto detto che gli elettori si spostino seguendo
consiglieri comunali, sindaci ed assessori: questi amministratori
locali non sono quelli della Dc, che avevano quadrate legioni di
clienti al seguito. E peraltro anche quelle legioni, al momento del
crollo, nel 1993, si squagliarono come un ghiacciolo sotto il
solleone. Ma, più ancora quello che conta è che Alfano ha il
carisma di una triglia bollita. Comunque, se il centro destra ha
possibilità, per quanto non fortissime, di riprendersi in vista
delle politiche, è solo recuperando nella coalizione il Ncd e,
forse, cedendo proprio ad Alfano il posto di capo coalizione.

Intanto,
se vuole lanciarsi, Alfano deve raggiungere un risultato
significativo, non basta il 6 o 6 e mezzo, Deve andare verso il 10.
Vedremo.

E
sull”elettorato di Fi in rotta si è precipitato come un falco
Renzi al “salone del mobile” a Milano con un discorso
molto in sintonia con la platea: lotta feroce alla burocrazia!
Mettere un po’ in riga il pubblico impiego (che, poi, burocrazia
quello significa) non è affatto una cattiva idea, anzi! Ma bisogna
sapere che significa, se si vuol fare solo una sparata o fare sul
serio.

Personalmente
mi sono sempre scontrato con i difensori ad oltranza della categoria
in questione, ritengo che i sindacati di settore siano delle
insopportabili corporazioni che hanno fatto danni incalcolabili, ed
ho sempre sostenuto il ripristino delle sanzioni disciplinari ormai
desuete. Però, fare sul serio non significa prendersela con qualche
impiegato assenteista o con qualche rappresentante sindacale
“fastidioso” (beninteso: per l’amministrazione, non per il
pubblico); se si vuole fare sul serio, occorre cominciare “da
sopra”, iniziando a smantellare la disastrosa riforma Bassanini.

Per
il Pd però, questa di Renzi, se vera, può essere una mossa molto
pericolosa, stabilito che il pubblico impiego è la più numerosa
componente del suo seguito elettorale.

Anche
Beppe Grillo si è avventato sull’elettorato di destra,
ma con una preferenza per quello leghista e veneto in
particolare (vedi le sue ultime dichiarazioni in materia di
secessionismo); non so quanto gliene importi davvero della Repubblica
di San Marco (credo poco e niente) ma, come sempre, fa agitazione e,
a mio parere, vuole il M5s primo partito in quella regione.

Ed
anche altri, come la Lega, nel loro piccolo, cercano di
arraffare quel che si può nell’ovile invigilato di Silvio; può
darsi che il vecchio illusionista riesca ancora una volta a tirar
fuori un qualche coniglio dal cilindro (ci credo poco, visto le
condizioni in cui si trova, ma tutto è possibile) e circoscrivere il
danno, ma, anche in questo caso, sarebbe solo un breve rinvio. Ho
l’impressione che la strada sia segnata in ogni caso
.

Il
guaio è che la fine di Berlusconi sembra coincidere con una
berlusconizzazione generale del sistema
, con una gara a chi è
più populista dell’altro. Salvo, poi, fare poco i conti non la
realtà di questo paese che sta andando a rotoli per davvero.

Intanto
un effetto concreto si sta producendo già prima delle votazioni e
riguarda le sorti della legge elettorale: da quando si profila
il pericolo di un M5S in seconda posizione, lorsignori non
sono più sicuri che l’Italicum vada bene. Il punto è
questo: come avevamo detto e come aveva capito chiunque capisca
qualcosa di sistemi elettorali, l’Italicum non era pensato per
assicurare la governabilità, ma il duopolio Pd-Fi, tagliando fuori
il terzo incomodo. È stato un assist di Renzi al Cavaliere per
aiutarlo a stare a galla, mediato dal comune amico Verdini. Il
che dice quale sia la reale natura del renzismo “fase suprema
del berlusconismo”
.

Le
soglie di sbarramento altissime servivano a costringere i piccoli ad
entrare sotto l’ombrello protettivo dei due grandi ed il doppio
turno a rendere ininfluente il M5s.

Ora
il problema è che se, invece, al ballottaggio ci arriva il M5s al
posto del centrodestra, il gioco salta e mette nei guai sia Fi
(ridotta all’irrilevanza cui si sarebbe voluto costringere il M5s),
che il Pd (perché si avverte il rischio che la maggioranza
dell’elettorato di centro destra preferisca il M5s al Pd). Ed
allora il doppio turno non va più bene, oppure va ripensato il resto
delle regole.

Almeno
sulla carta, Fi può farcela a conquistare il secondo posto se fa
coalizione con Lega, Fdi e Ndc (stando ai sondaggi, sarebbero al
33-34%, distanziando di 8-9 punti il M5s), però questo accade:

a.
se l’entità della frana attuale di Fi non sia troppo grossa 
e non ci siano ulteriori smottamenti prima delle politiche 
 

b.
se la sconfitta di Fi non sia seguita da un “rompete le righe”
che renda la situazione irrimediabile nel giro di poco tempo

c.
se FdI, Lega, Casini e Ndc ci stiano tutti e non parta un gioco di
veti incrociati (il Ndc potrebbe rivendicare la candidatura alla
Presidenza del Consiglio, ma la Lega sarebbe disposta ad accettare
Alfano?)
 

d.
se la frana di Fi non coinvolga anche i suoi vicini di casa

e.
se gli elettori delle formazioni “minori” seguano compattamente i
loro partiti nella nuova coalizione con Fi e non ci sia una quota
minoritaria, ma consistente, che prenda altre strade

f.
se il M5s non abbia una ulteriore avanzata

Troppi
se in una sola volta
: l’operazione è troppo rischiosa.
E parte il
piano B: per ora si rivedrebbero le soglie di
sbarramento per rendere possibili le coalizioni con i “piccoli”
altrimenti demotivati ad allearsi. Ma, se la frana di Fi dovesse
essere troppo forte, questo non basterebbe ed occorrerebbe rimettere
mano a tutto l’impianto. È sintomatico che ormai la discussione
sulla legge elettorale è slittata a giugno, dopo le elezioni
europee: se davvero il M5s dovesse arrivare secondo, e magari con
percentuali oltre il previsto, scatta l’operazione
“Liquidare
l’Italicum”
(e questo è già un ottimo motivo per votare
M5s
). Peraltro, occorre anche tener presente che a fare a pezzi
Silvio non ci sono solo soggetti politici, ma anche altri. Pensate a
tutti quelli che non vedono l’ora di avventarsi sulle sue aziende
su cui banchettare, poi ci sono le altre condanne in arrivo, poi ci
sono i guai giudiziari di Verdini e degli altri…

Nubi
basse e nere all’orizzonte, nonostante la volontà del Pd di
salvare il suo più intimo nemico.

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